La santoreggia, grazie alla presenza di sostanze aromatiche, antiossidanti e tannini, stimola il cuore e la digestione, favorisce l’espulsione del muco e protegge dalle infezioni
La Santoreggia, Satureja hortensis, appartiene alla famiglia delle Labiatae; è una pianta erbacea originaria dell’Asia e cresce spontaneamente nella fascia mediterranea. Nota per le l’aroma intenso a metà tra timo e limone, che attrae le farfalle e respinge le zanzare, la santoreggia è cara alla tradizione come afrodisiaco, risulta consacrata alla divinità ellenica della natura selvaggia, il dio Pan, e il suo nome potrebbe derivare dal greco satiro, una figura mitologica, abitante dei boschi, associata alla stessa divinità. La Santoreggia è utilizzata in cucina per insaporire carne, pesce, verdure e legumi, oltre che per aromatizzare i liquori. In ambito cosmetico è alla base di profumi e creme. In fitoterapia è utilizzata principalmente come antibatterico, antiossidante, cardiotonico e digestivo. Vediamo insieme le sue molteplici proprietà e come utilizzarle.
Il fitocomplesso della santoreggia è caratterizzato da vitamine (A, B, C) e minerali, come calcio, sodio, fosforo, potassio, ferro, zinco, rame, magnesio e selenio. Contiene olio essenziale ricco di terpeni e altre sostanze aromatiche, come eugenolo, carvacrolo, timolo e limonene.
Le proprietà della Santoreggia sono principalmente dovute al contenuto di tannini e di olio essenziale aromatico. In particolare il carvacrolo possiede proprietà lenitive, antinfiammatorie e antimicrobiche. La Santoreggia agisce quindi come antiossidante, antibatterico, espettorante, cardiotonico e repellente. Si assume principalmente in infuso, che si ottiene con 20 grammi di foglie essiccate in mezzo litro d’acqua. Vediamo nel dettaglio quando utilizzarla:
Consultare il proprio medico di fiducia prima dell’uso. Non sono state segnalate tossicità. Per cautela, evitare l’assunzione in gravidanza e durante l’allattamento.