Questa pianta subtropicale è ricca di sostanze benefiche utili contro l'ulcera, la glicemia alta e molti altri disturbi: scopri quali
La Momordica charantia Linn è una pianta rampicante tropicale e sub-tropicale delle cucurbitacee originaria del continente Asiatico, presente anche in Africa e Amazzonia, particolarmente apprezzata per i suoi frutti e le foglie, che oltre ad essere commestibili annoverano parecchie virtù medicinali. Le foglie e il frutto della Momordica Charantia - oblungo e simile a un piccolo cetriolo, chiamato in inglese Bitter Melon per il suo gusto amaro - sono usati da secoli nelle medicine tradizionali cinesi, indiane e africane come purgante, nella cura delle epatiti, per stimolare l'appetito e nel trattamento delle infezioni gastrointestinali. Studi fitoterapici moderni hanno tuttavia esplorato le qualità medicinali di questa pianta, scoprendone nuovi promettenti proprietà attualmente in fase di sperimentazione.
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I frutti della momordica sono ricchi di glicosidi, licopene, flavonoidi, citrullina, saponine, alcaloidi, oli aromatici, triterpeni, mormodicina, proteine, lecitine, citochine, acidi grassi, charantine, che sembrano avere una spiccata attività ipoglicemizzante rispetto alle altre parti della pianta, mentre la momordicina ha una spiccata attività antielmintica contro gli ascaridi. Sia il frutto, che le foglie e i semi sono molto nutrienti: contengono fosforo, ferro, calcio, vitamine A, B e C, beta carotene e potassio. Secondo alcuni studi condotti dai ricercatori della Facoltà di Farmacia della Mahidol University di Bangkok, alcune proteine (MRK29) presenti nella momordica avrebbero la capacità di inibire dell'82% la replicazione virale dell'HIV e il virus della poliomielite.
Il tradizionale uso dela momordica nel trattamento delle ulcere è sostenuta da diverse ricerche che sembrano dimostrare la sua attività anti-ulcerosa. Inotre, l'attività antibatterica contro l'Helicobacter pylori contribuirebbe ulteriormente a questo effetto protettivo.
Numerosi esperimenti hanno dimostrato che l'estratto acquoso dei frutti di momordica abbassa sia i livelli di colesterolo LDL nel sangue che i trigliceridi, lasciando intatti i livelli di colesterolo "buono" HDL. Associando all'assunzione dell'estratto di momordica un'alimentazione a basso contenuto di grassi, in solo due settimane si sono ottenute riduzioni significative di trigliceridi e della concentrazione totale del colesterolo nel fegato, nonché un'innalzamento di colesterolo HDL nel siero.
Le complicanze del diabete sono numerose, con gravi danni a reni, agli occhi, ai nervi e ai vasi sanguigni. Particolarmente invalidante è la neuropatia diabetica, che si manifesta con dolore agli arti, disfunzioni sessuali e gastroenteriche, sintomi urogenitali e cardiovascolari. Esperimenti in vivo hanno dimostrato che la somministrazione di estratto di momordica per 4 mesi ha protetto gli animali trattati dallo sviluppare cataratta agli occhi, e dalle nevriti.
La sindrome metabolica è un insieme di fattori di rischio che aumentano la possibilità di sviluppare patologie coronariche, vasculopatie, ictus e diabete, caratterizzata da fattori di rischio come l'obesità centrale (tessuto adiposo in eccesso intorno all'addome), colesterolo elevato, placche ateromatose, insulino-resistenza, ipertensione arteriosa, e uno stato pro-infiammatorio dei tessuti generalizzato. Test clinici hanno dimostrato che assumere l'estratto di momordica (400 mg al giorno per 15 giorni) riduce in modo significativo il tasso di glucosio nel siero (prelevato dopo pranzo) nell' 86% dei casi, e la glicemia a digiuno nel 5% dei casi in 100 pazienti affetti da diabete di tipo 2.
Numerosi studi effettuati in vitro e in vivo sembrano dimostrare che gli estratti del bitter melon posseggano un'attività antitumorale. Studi sui topi hanno dimostrato che la somministrazione orale degli estratti di momordica ha un effetto protettivo contro lo sviluppo di tumori alla pelle e di sostegno per il fegato e i linfociti, aumentando l'aspettativa di vita.
Non assumere estratti di Momordica in associazione a farmaci o erbe ipoglicemizzanti: un calo glicemico eccessivo o troppo brusco può causare gravi inconvenienti. Non assumere in caso di diabete e in gravidanza.