Basta annusare i fiori dell'osmanto per far sparire i brutti pensieri e ritrovare il buon umore, un effetto che già conoscevano gli antichi
L'osmanto è un arbusto sempreverde simile all’alloro che regala il buon umore. L'osmanto proviene da Cina, Vietnam del sud, Corea e Giappone, ed è considerato di origine celeste e coltivato intorno ai templi buddisti per favorire l’elevazione spirituale; secondo una leggenda, l’osmanto sarebbe il dono di una divinità del paradiso lunare che, impietosita dalle sofferenze dell’umanità, ne avrebbe sparso i semi sulla Terra per lenirne i tormenti con il suo profumo. Il fiore del buon umore fu importato in Europa dal botanico francese Jean Marie Delavay nella seconda metà del ‘700; l’osmanto divenne popolarissimo come pianta da giardino, ma soprattutto come essenza in profumeria per il suo aroma rotondo, con note di albicocca e legni dolci, che ancora oggi entra nel bouquet di un’incredibile quantità di costosi profumi.
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Per ottenere l’essenza ambrata di osmanto oggi si utilizzano moderne tecniche estrattive, ma chi dispone di un cespuglio di questa pianta odorosa può ricorrere alla tecnica antica dell’enfleurage. Questo antichissimo metodo, usato già da Egizi e Caldei, permette di estrarre a freddo le fragranze dai petali dei fiori delicati, come rose, gelsomini, violette, zagare e osmanto e consente di ottenere una crema profumata, ottima per la pelle e benefica per il tono dell’umore.
L’alta concentrazione di antiossidanti dei fiori d’osmanto e le loro capacità disintossicanti sono ben noti alla Medicina Tradizionale Cinese, che ne raccomanda l’uso regolare per disintossicare il corpo dal monossido di azoto dissolto nell’aria, ridurre il muco e migliorare la respirazione. I fiori d’osmanto essiccati si usano per aromatizzare il tè, ricavandone una bevanda profumata che favorisce la digestione e migliora dall’interno l’idratazione della pelle.
Dopo aver sciolto a bagnomaria 100 g di burro di karitè si aggiungono un cucchiaio di olio di jojoba e 5-6 gocce di olio essenziale di benzoino; si fa raffreddare l’unguento (evitando che diventi solido) e si aggiunge una manciata di fiori freschi di osmanto, mescolando la miscela con uno stecchino di legno. Si travasa in un vasetto di vetro a chiusura ermetica e si lascia al buio per 2 settimane; quindi si scioglie di nuovo il composto a bagnomaria, si eliminano i fiori con un colino e si conserva la crema ottenuta in un vasetto di vetro scuro.