Eliminando i cibi acidi e grazie ad alimenti calmanti ed erbe lenitive lo stomaco non si infiamma e non si affatica, vincendo anche la sonnolenza post prandiale
Il mal di stomaco viene spesso paragonato a un fuoco che brucia e divora dall’interno. E, in effetti, l’aumento dell’acidità gastrica e la diminuzione delle difese della parete dello stomaco che scatenano la vera e propria gastrite possono essere considerati equivalenti all’esplosione di un fuoco che non trova altri sbocchi o substrati su cui agire.
Questa carica “incendiaria” in psicosomatica viene considerata il corrispettivo analogico (nel corpo) di un’aggressività non espressa che può arrivare letteralmente a “perforare”, a trapassare il soggetto stesso, come accade nel caso dell’ulcera gastrica o duodenale. Al contrario, una carenza nella produzione di succhi gastrici si accompagna spesso al vissuto di non possedere sufficiente energia per “digerire” cose, persone o eventi significativi della vita. In tutti questi casi, la medicina naturale è una valida alleata di pronto intervento.
Chi soffre di acidità e bruciore deve optare per piccoli pasti, preferendo i cibi solidi. Si possono fare spuntini con fette biscottate o pane tostato con un pochino di formaggio fresco, della frutta ben matura, soprattutto le banane. Come verdure vanno bene patate e carote, crude o cotte, é consigliato il pinzimonio con olio e peperoncino. Sono permessi origano, basilico e maggiorana.
Tra gli ortaggi, la cipolla non va mangiata cruda; peggiorano l’infiammazione crostacei, molluschi, tartufi, funghi, aglio, cavoli, bietole. Sono da evitare anche i salumi, soprattutto se affumicati, carni bollite e brodo (è consentito il brodo di verdura); no a fritti, ragù, pepe, spezie e zafferano. Evitare caffè e acqua durante i pasti, vino bianco e birra; ammesso un calice di vino rosso.
- Per quanto riguarda i gemmoderivati, il più indicato è Ficus carica, utile in tutte le turbe dispeptiche, comprese le gastriti, l’ulcera gastrica e quella duodenale. L’estratto di Ficus carica svolge azione riequilibrante sul “terreno”, ovvero sulla predisposizione ad ammalarsi propria al soggetto.
Come fare. Le dosi sono di 30-40 gocce di macerato glicerico alla 1 DH, tre volte al giorno, fino a miglioramento dei sintomi.
- La camomilla, che ha notoriamente un’attività antispasmodica e antidolorifica, è utilizzabile in caso di pirosi (bruciori) e gastrite sia sotto forma di infuso che di estratto fluido (20 gocce 2-3 volte al giorno) o di tintura madre (20-30 gocce 2-3 volte al giorno).
- Ancora più specifica per i disturbi gastrici può essere considerata la liquirizia, le cui radici vengono impiegate per le loro qualità antinfiammatorie, antispasmodiche e cicatrizzanti sulla mucosa dello stomaco. Basta succhiare la radice della liquirizia nel momento in cui si sente arrivare la classica fitta o il bruciore da “vuoto” per ridurre il disturbo o, ancor meglio, si deve sciogliere un cucchiaino di polvere di liquirizia in poca acqua prima dei pasti da assumere 2-3 volte al giorno.
Chi soffre di pressione arteriosa elevata non dovrebbe abusare della liquirizia, in quanto l’acido glicirrizinico in essa contenuto ha la proprietà di provocarne un ulteriore aumento.
Antispasmodico e calmante del sistema neurovegetativo, l’olio essenziale di arancio dolce ha svariate indicazioni: regolarizza il battito cardiaco, in caso di tachicardie nervose, favorisce il sonno in soggetti ansiosi o agitati. Il suo aroma possiede proprietà calmanti e ansiolitiche.
Per quanto riguarda l’apparato digerente, l’olio essenziale di arancio è efficace contro gli spasmi e i bruciori dello stomaco, ne normalizza la secrezione e contrasta la sonnolenza post-prandiale.
Come fare. Le dosi sono di 2-3 gocce di olio essenziale per uso alimentare 2 volte al dì, in un po’ di acqua tiepida.
Tutto quello che occorre fare per curare una volta per tutte gastrite, ulcera e reflusso
Come eliminare acidità, gonfiori, stipsi e colite, con i rimedi naturali una volta per tutte.