Il poco sonno sembra essere responsabile della degenerazione dei tessuti nervosi: l’insonnia impedisce al cervello di fare pulizia
Un dato deve far riflettere: l’80% degli adulti recentemente intervistati da un sondaggio americano ha dichiarato di dormire poco e male e il fenomeno sembra in costante aumento soprattutto nel mondo occidentale.
Dormire per qualcuno rappresenta un’attività inutile, improduttiva, perfino pericolosa: i nostri antenati cavernicoli ad esempio rischiavano di farsi divorare dalle belve, durante il sonno. Ma è proprio l’evoluzione che ci dimostra come i tempi di sonno si siano allungati sempre di più in relazione alle condizioni di vita dei nostri antenati: non dover star sempre all’erta ha aumentato le ore di sonno e questo ha fatto bene al cervello, che si è potuto sviluppare maggiormente.
Negli ultimi anni tuttavia stiamo assistendo ad una nuova inversione di tendenza: la National Sleep Foundation riporta dei dati allarmanti, negli ultimi 50 anni il nostro sonno si è ridotto progressivamente, in media tra una e due ore a notte. Solo nell’ultimo decennio si è registrata una perdita media di 38 minuti di sonno per notte. Un bel problema, visto che il sonno è il momento in cui il nostro cervello “fa le pulizie” al proprio interno, elimina spazzatura, scorie accumulate durante il giorno, un pò come fa il sistema linfatico con l’acido lattico accumulato nei muscoli dopo uno sforzo fisico.
Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'Università di Uppsala, in Svezia, mostra che l'insonnia può causare problemi cerebrali. I ricercatori hanno confermato come la mancanza di sonno notturno aumenta le concentrazioni mattutine nel sangue dell’enzima Enolasi Neurone Specifica (NSE) e della proteina S-100B. Si tratta di elementi tipicamente presenti nelle cellule del Sistema Nervoso Centrale e il loro rialzo dopo una notte insonne potrebbe indicare un danno del tessuto cerebrale. Il professor Christian Benedict del Dipartimento di Neuroscienze dell'università svedese, coordinatore dello studio, ha affermato che una crescente concentrazione di NSE e di S-100B nel sangue può essere indicativa di un danno neuronale di importante entità cosi come avviene per esempio, nelle commozioni cerebrali dopo un trauma cranico.
Per lo studio sono stati selezionati 15 individui di sesso maschile, di peso normale e di giovane età, che sono stati privati del sonno nella prima parte dell’esperimento e, nel secondo, sono stati fatti dormire per circa otto ore. I risultati dello studio hanno mostrato che i livelli nel sangue di NSE e S-100B erano aumentati di circa il 20% negli individui che erano stati privati del sonno. Questo studio conferma in modo ancora più specifico ciò che già si ipotizzava sul sonno: durante il sonno, infatti il cervello si ripulisce dalle sostanze tossiche e le molecole NSE e S-100B aumentano in risposta a queste sostanze. Oggi è chiaro: un buon sonno è fondamentale per mantenere in buona salute il nostro cervello.