Chi va a letto sempre tardi e al mattino si alza con fatica vive come in una condizione di perenne “jet lag”, rischiando obesità e depressione…
Se la sera non avete mai sonno e al mattino tirarsi su dal letto è un impresa, allora forse state forse vivendo una condizione da perenne cambiamento di fuso orario, condizione che può portare a lungo andare obesità, depressione e disturbi circolatori anche a livello cerebrale. Ognuno di noi ha un personale ritmo sonno-veglia, chiamato “ritmo circadiano”. Come spiega Till Roenneberg, docente di cronobiologia all'Università di Monaco e grande esperto di sonno, possiamo appartenere a tre cronotipi: quelli che volontariamente vanno a letto e si svegliano presto, quelli intermedi e quelli che si attardano. Ebbene, se appartieni al secondo o al terzo tipo, ma sei costretto a svegliarti presto per andare a scuola o al lavoro, potresti soffrire del cosiddetto “jet lag sociale.”
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Dormire “fuori sincrono” con il nostro orologio biologico – come ha stabilito anche un recente studio pubblicato da Plos One, ci espone a un rischio obesità maggiore, perché la stanchezza cronica e la carenza di sonno spingono a mangiare di più; aumenta, inoltre, il rischio di sviluppare le sindrome delle apnee notturne (che consiste in ripetuti arresti della respirazione durante il sonno, più o meno protratti, che possono arrivare ad essere fino a diverse centinaia durante la notte) oltre che indurre un aumento cronico dei livelli circolanti dell'ormone dello stress ed una riduzione dei livelli del colesterolo “buono”. Il problema non è limitato a chi si attarda la notte facendo le “ore piccole”: una sola ora di sfasamento cronico rispetto al nostro ritmo naturale aumenta il rischio obesità del 33%. Una ricerca di qualche mese fa, pubblicata in Chronobiology International, ha stabilito che i “nottambuli" per natura” che si ritrovano durante il giorno a dover rispettare gli orari dell'università, ingrassano più degli altri studenti.
Se pensate che il vostro cronotipo dipenda dalle abitudini acquisite negli anni o in famiglia, purtroppo vi sbagliate. Un ulteriore studio ha precisato che conserviamo per tutta la vita la tendenza originaria con la quale siamo nati: la tendenza a scegliere un preciso orario per dormire è iscritta in maniera indelebile nei nostri geni. Se quindi siamo “notturni” dobbiamo cercare di stare il più possibile all'aria aperta durante il giorno, poichè la luce naturale è uno stimolo fondamentale per regolare in modo naturale il ritmo del sonno. In più ricordiamoci di riposare a fondo durante l'inverno: l'estate, infatti, come precisa Roenneberg crea disordine in tutti i cronotipi e tutti dormiamo meglio quando finisce...
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