Colon irritabile: sintomi, cause, diagnosi e cure
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Colon irritabile: sintomi, cause, diagnosi e cure

Scopri cos’è la sindrome del colon irritabile: cause, sintomi e cosa mangiare per evitarli, la cura con i fermenti lattici probiotici e i rimedi naturali

L’intestino, spesso definito il “secondo cervello”, non è solo un organo deputato alla digestione, ma anche un centro neurale delicatamente interconnesso con le nostre emozioni e stati d’animo. Questa connessione è particolarmente evidente nel disturbo noto come colon irritabile, una condizione che può manifestarsi e peggiorare in risposta allo stress, all’ansia e alle tensioni emotive.

Il colon irritabile, o sindrome dell’intestino irritabile (IBS), è una delle patologie gastrointestinali più comuni, caratterizzata da sintomi che possono variare significativamente da persona a persona. Comprendere le sue cause, sintomi distintivi, modalità di diagnosi e opzioni di trattamento è fondamentale per gestire efficacemente questa condizione e migliorare la qualità della vita.

Indice dell'articolo

Intestino, cervello e sindrome del colon irritabile

Numerose ricerche scientifiche dimostrano che l’intestino è in grado di memorizzare emozioni e segnalare stati di gioia e dolore. Non a caso, il 95% della serotonina, il neurotrasmettitore del benessere, viene prodotto nelle cellule intestinali. Questo organo ospita anche il sistema nervoso enterico, parte del sistema nervoso autonomo. I neuroni intestinali, attraverso connessioni con il sistema nervoso centrale e periferico, regolano funzioni digestive, l’assorbimento dei nutrienti e l’eliminazione delle feci.

È chiaro quindi che il cervello principale può influenzare il funzionamento dell’intestino, causando problemi come stipsi o diarrea e alterando la produzione di acidi, enzimi e ormoni.

Allo stesso modo, problemi intestinali possono influenzare il cervello principale. Questo intricato rapporto tra mente e intestino riveste un’importanza cruciale nel contesto della sindrome dell’intestino irritabile, dove le fluttuazioni emotive possono esacerbare i sintomi gastrointestinali e viceversa. Comprendere come queste interazioni influenzino la salute intestinale è fondamentale per il trattamento efficace e il miglioramento della qualità della vita per chi soffre di questa condizione comune ma spesso misconosciuta.

L’intestino: che cos’è e quali sono le sue funzioni

L’intestino è una parte fondamentale dell’apparato digerente, l’insieme di organi che si occupa di assimilare i nutrienti dagli alimenti che ingeriamo. Gli alimenti sono complessi e devono essere scomposti nei loro elementi di base, i nutrienti, per poter essere assorbiti dal corpo. L’apparato digerente ha il compito di trasformare il cibo quotidiano in nutrienti, che vengono poi trasferiti nel sangue per nutrire tutto il corpo. 

Questo processo di trasformazione e assimilazione avviene tramite meccanismi meccanici e chimici in vari organi e con l’aiuto delle ghiandole digestive: bocca e ghiandole salivari, esofago, stomaco, intestino tenue (duodeno, digiuno, ileo), intestino crasso (cieco, colon, retto), pancreas e fegato.

  • L’intestino tenue: è un tubo del diametro di circa 3 cm e lungo generalmente tra i 7 e i 9 metri. È suddiviso in tre parti: duodeno, digiuno e ileo. Nel duodeno, la digestione del chimo (il prodotto semidigerito degli alimenti) inizia grazie ai succhi digestivi provenienti direttamente dal fegato e dal pancreas.
  • L’intestino crasso: è diviso in tre parti, cieco, colon e retto, che termina all’esterno attraverso l’ano. In questa sezione, l’acqua e i sali minerali vengono assorbiti dai residui alimentari non digeribili, trasformandoli in feci, che vengono poi espulse dal corpo attraverso l’ultima parte del retto. Le feci sono costituite principalmente da fibre vegetali, miliardi di batteri presenti nell’intestino crasso, cellule della parete intestinale in continuo rinnovamento e prodotti di degradazione e gas.

L’intestino svolge diverse funzioni essenziali. Oltre alla digestione e all’assorbimento dei nutrienti necessari per l’energia, la crescita e il mantenimento del corpo, è anche il più grande organo immunitario del corpo umano. Dispone di vari meccanismi di difesa: la microflora intestinale, che impedisce ai microrganismi dannosi di stabilirsi; la mucosa intestinale, che intrappola i batteri nocivi facilitandone l’eliminazione e i componenti del sistema immunitario, che riconoscono e distruggono gli agenti patogeni.

Sindrome del colon irritabile: i sintomi

La sindrome del colon irritabile o semplicemente colon irritabile, è un disturbo intestinale che secondo la Società Italiana di Gastroenterologia e Endoscopia digestiva (SIGE) colpisce circa 20-40% degli italiani. È caratterizzata da una varietà di sintomi gastrointestinali che possono essere spiacevoli e influenzare significativamente la qualità della vita di chi ne è affetto. Oltre ai sintomi gastrointestinali più comuni come dolore addominale, gonfiore e alterazioni del transito intestinale (diarrea, stitichezza o alternanza tra entrambi), ci sono anche altri sintomi che possono manifestarsi e che potrebbero non essere immediatamente associati al colon irritabile. Ecco una lista più dettagliata dei sintomi, compresi quelli meno noti ma comunque importanti.

  • Dolore addominale: spesso descritto come crampi o sensazione di disagio che migliora dopo la defecazione.
  • Alterazioni del transito intestinale: questo può includere diarrea, stitichezza o entrambi (colon irritabile misto).
  • Gonfiore: sensazione di distensione addominale, che può essere dolorosa e associata a un aumento della produzione di gas.
  • Sensazione di evacuazione incompleta: dopo aver evacuato, si può avere la sensazione che l’intestino non sia completamente vuoto.
  • Presenza di muco nelle feci: che può variare in consistenza e colore.

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Sintomi non gastrointestinali del colon irritabile

La sindrome del colon irritabile può anche essere associata a sintomi al di fuori del tratto gastrointestinale, come i seguenti.

  • Stanchezza e mancanza di energia: molte persone con il colon irritabile riferiscono stanchezza cronica e bassa energia.
  • Problemi di sonno: difficoltà nel dormire o sonno non riposante.
  • Sintomi urinari: come urgenza urinaria o minzione frequente, soprattutto negli uomini.
  • Dolori muscolari e mal di testa: alcune persone con sindrome del colon irritabile possono sperimentare dolori muscolari diffusi e mal di testa, che potrebbero essere associati a stress e tensione.
  • Sintomi psicologici: ansia e depressione sono frequentemente associati al colon irritabile, e il disagio fisico può peggiorare questi sintomi emotivi.
  • Sensibilità alimentare: alcune persone con il colon irritabile possono avere sensibilità o intolleranze alimentari che peggiorano i sintomi, come l’intolleranza al lattosio e la sensibilità al glutine (senza essere celiachia).

Se hai la sindrome del colon irritabile devi sapere che…

È importante notare che i sintomi della sindrome del colon irritabile possono variare significativamente da persona a persona, e possono anche cambiare nel tempo. Il trattamento e la gestione di questo problema intestinale spesso richiedono un approccio multidisciplinare che può includere modifiche dietetiche (sempre da valutare in base alla sensibilità individuale), gestione dello stress, farmaci per i sintomi e terapie psicologiche. In linea generale, consultare un medico è fondamentale per una diagnosi corretta e per sviluppare un piano di trattamento personalizzato.

Le cause del colon irritabile

Le vere cause della sindrome del colon irritabile non sono ancora state identificate, anche se lo sono stati alcuni meccanismi alla base del problema. L’organo interessato dalla sindrome in questione è il colon, che collega l’intestino tenue all’ano. Questa parte dell’intestino assorbe acqua e sali in quantità (800-1800ml al giorno) e la sua funzione principale è di spingere i residui indigeribili degli alimenti al retto per espellerli. Secondo alcuni studi, se l’acqua che arriva al colon è troppa (come succede quando si mangiano determinati alimenti) questi residui fermentano e si scatenano i sintomi tipici della colite

Alcuni ricercatori pensano invece che si tratti di un’alterazione dei nervi che controllano le contrazioni delle pareti del colon, altri sostengono che sia un problema del sistema nervoso centrale, mentre altri ancora la collegano alle variazioni ormonali tipiche dell’età fertile della donna perché il disturbo, pur colpendo anche gli uomini, è tipicamente femminile (sono molte le donne, infatti, che durante il periodo mestruale soffrono di colon irritabile e tale problema è spesso accompagnato da candidosi).

In tutti i casi di colite si sono osservati un’alterata motilità intestinale, ipersensibilità al dolore addominale, stati di infiammazione delle mucose intestinali (nelle coliti che seguono a infezioni intestinali), fattori genetici (alcune ricerche hanno osservato che i parenti di una persona con il colon irritabile hanno maggiori probabilità – da due a tre volte in più – di essere affetti da questo disturbo rispetto al resto della popolazione), ansia, stress, emotività eccessiva, ma anche intolleranze alimentari e celiachia non diagnosticata.

Quel che è certo è che la disbiosi intestinale, lo stress e l’ansia, le infiammazioni croniche, le alterazioni nella comunicazione intestino-cervello, le infezioni gastrointestinali e la genetica sono spesso alla base della sindrome del colon irritabile.

Che cos’è la disbiosi intestinale e perché favorisce la sindrome del colon irritabile

Il termine “disbiosi intestinale” si riferisce a uno squilibrio nella composizione e/o nell’attività della flora batterica intestinale, che può causare disturbi gastrointestinali e contribuire allo sviluppo di condizioni come la sindrome del colon irritabile. Ma vediamo di capire meglio cosa accade in questi casi.

La flora batterica intestinale, o microbiota intestinale, è composta da migliaia di specie di batteri che vivono normalmente nel nostro intestino. Questi batteri svolgono ruoli vitali nella digestione, nell’assorbimento dei nutrienti (come calcio, ferro e magnesio), nella produzione di vitamine (K e PP) e nell’interazione con il sistema immunitario. E oltre a supportare l’equilibrio nutrizionale, la microflora intestinale funge da robusta barriera protettiva contro l’invadenza di batteri nocivi e altri agenti dannosi, sia di origine alimentare che virale. Nel nostro intestino sono raccolti essenzialmente tre grandi gruppi:

  • Batteri buoni (appartenenti ai generi Lactobacillus e Bifidobacterium);
  • Batteri neutri, che possono diventare nocivi solo in determinate condizioni (come Escherichia coli, enterococchi, streptococchi, Bacteroides, Eubacterium);
  • Batteri nocivi (come Pseudomonas aeruginosa, Staphylococcus, Clostridium difficile, Campylobacter, Proteus, Veillonella).

In condizioni normali, la proliferazione dei microrganismi nocivi viene tenuta sotto controllo dall’intera flora batterica, ma non sempre accade così e si parla allora di disbiosi. Ecco allora alcune possibili cause di disbiosi.

  • Uso di antibiotici: questi farmaci eliminano sia i batteri nocivi che quelli benefici, alterando l’equilibrio della flora intestinale.
  • Dieta sbilanciata: eccedere con zuccheri raffinati e grassi saturi, e non assumere abbastanza fibre, può favorire la crescita di batteri nocivi a discapito di quelli benefici.
  • Stress cronico: può influenzare la motilità intestinale e la permeabilità della mucosa intestinale, creando un ambiente favorevole alla crescita di batteri nocivi.
  • Infezioni intestinali: virali o batteriche, possono disturbare temporaneamente l’equilibrio della flora batterica.

La disbiosi intestinale è stata quindi riconosciuta come un fattore che può contribuire allo sviluppo della sindrome del colon irritabile. Prima di tutto perché aumenta la permeabilità intestinale (“leaky gut”), consentendo a tossine e batteri di attraversare la parete intestinale e scatenare infiammazione locale, scatenando i sintomi del colon irritabile. Poi perché favorisce la produzione di metaboliti nocivi o pro-infiammatori che irritano l’intestino e influenzano negativamente la sua funzione.

Inoltre, non è da sottovalutare il fatto che cambiamenti nella flora batterica possono influenzare la risposta immunitaria locale dell’intestino, contribuendo alla percezione del dolore e al disagio associati al colon irritabile.

Come si forma la flora batterica intestinale

Alla nascita, l’intestino è sterile e si popola di batteri entro pochi minuti dal parto, grazie all’influenza dei batteri materni e dell’ambiente circostante. Il primo grande cambiamento avviene con lo svezzamento, quando si passa da una dieta esclusivamente lattea a una più variegata che include cibi semi-solidi e solidi.

La composizione della flora batterica intestinale è influenzata da molteplici fattori. Ad esempio, il contatto con la pelle materna favorisce la colonizzazione di batteri come Escherichia Coli e Streptococchi del gruppo B. Durante l’allattamento al seno, si favorisce la presenza di Bifidobacterium, mentre nei neonati alimentati artificialmente si osserva una maggiore prevalenza di Lactobacillus. Entro i primi due anni di vita, la microflora intestinale del bambino inizia a somigliare a quella di un adulto.

La microflora intestinale rappresenta un mondo in continua evoluzione all’interno del nostro corpo, influenzato da ogni scelta alimentare e stile di vita. Mantenere un equilibrio sano della flora intestinale non solo supporta la salute digestiva, ma potenzialmente contribuisce anche al benessere generale dell’organismo.

Il ruolo dello stress nel colon irritabile

Spesso l’attacco di colite si presenta in concomitanza con esami, colloqui di lavoro, visite mediche, litigi e situazioni stressanti in genere. 

Il colon definito “irritabile” è infatti ipersensibile, a livello psicosomatico, a tutti quegli eventi che la persona affetta da colite vive come destabilizzanti. Nella maggior parte dei casi la colite si accompagna ad ansia, depressione più o meno lieve, scarsa autostima. Alcune recenti ricerche scientifiche hanno anche ipotizzato che sia la disbiosi intestinale (alterazione della flora batterica) a essere all’origine dell’ansia e della depressione, anziché l’ansia e la depressione a distruggere i batteri buoni.

Come la dieta influisce sulla sindrome del colon irritabile

Per quanto riguarda i cibi, va detto che anche se alcuni possono dare disturbi intestinali più o meno a tutti (come il latte e i derivati, e i dolci), tutti gli altri creano o meno problemi in base alla sensibilità individuale. Va da sé quindi che ogni persona affetta da sindrome del colon irritabile dovrebbe prendere nota dei cibi che ha mangiato prima della comparsa dei sintomi. Per alcuni, per esempio, cipolla, cavoli, legumi e cereali e derivati integrali sono da evitare, per altri i cereali e i derivati raffinati/bianchi o i cibi piccanti, per altri ancora il cioccolato… considerando anche che per un certo periodo un determinato alimento potrebbe creare disagi per poi tornare a essere innocuo. Detto questo, occorre sottolineare che chi è affetto da sindrome del colon irritabile, a prescindere dalla causa, può trovare giovamento nel riequilibrare la propria alimentazione quotidiana e nel seguire una dieta che escluda o riduca i FODMAP.

Come si effettua la diagnosi di sindrome del colon irritabile

La diagnosi della sindrome del colon irritabile è basata sulla presenza dei sintomi da molto tempo e sul loro peggioramento in caso di stress emotivi o fisici, e sull’assenza di altre patologie intestinali escluse dalla visita medica e da eventuali esami di laboratorio effettuati. Se i sintomi precedentemente elencati si presentano per la prima volta dopo i quarant’anni, o quando questi variano improvvisamente, sono necessari esami e visite specialistiche che vadano a escludere la presenza di eventuali altre malattie. Occorre dire infine che la sindrome del colon irritabile è cronica con periodi di riacutizzazione e fasi di assenza di sintomi. La malattia non provoca, generalmente, dimagramento né peggioramento delle condizioni generali della persona. Le uniche complicanze potrebbero essere – nelle forme in cui il sintomo ricorrente è la stipsi – diverticoli del colon, emorroidi e ragadi anali.

Alimentazione e sindrome del colon irritabile: cosa mangiare

Un gruppo di ricercatori della Monash University (in Australia) ha studiato il problema della pancia gonfia e dei dolori addominali (due sintomi tipici della sindrome del colon irritabile) e ha messo a punto un programma in grado di contrastarli entrambi in modo efficace. 

Gli scienziati hanno individuato alcuni carboidrati detti FODMAP (Fermentable Oligo-di and Mono-saccharides And Polyols) che, in persone sensibili, creano problemi collegati alla sindrome del colon irritabile. Questi carboidrati (lattosio, fruttosio, fruttani, polialcoli e galattani) hanno proprietà osmotiche, attirano cioè l’acqua nel tratto intestinale, e, se non vengono digeriti bene o se non vengono assorbiti dall’intestino tenue possono venire fermentati dai batteri intestinali, specialmente se consumati in eccesso: questo può causare gas intestinali, gonfiori, crampi addominali e diarrea. Quindi, un’alimentazione che ne contenga pochi può alleviare la maggior parte dei sintomi della colite.

La dieta a basso contenuto di FODMAP è stata sperimentata anche presso l’Università La Sapienza di Roma in uno studio a doppio cieco (né i medici né i partecipanti sapevano chi stesse seguendo la dieta Fodmap e chi no). Gli studiosi sono arrivati alla conclusione che in un solo anno questo regime alimentare permette di ridurre del 50% i problemi di gonfiori addominali e, proseguendo la dieta, i benefici aumentano ulteriormente, tanto che dopo 16 mesi si arriva a una riduzione del 66%. Inoltre, dopo aver seguito solo per un mese questo regime alimentare anche i dolori addominali si riducono del 40%.

Dove si trovano i FODMAP. Cosa evitare di mangiare in caso di colon irritabile

I carboidrati detti FODMAP si trovano in alcuni alimenti, specifici per ognuno. Scopri quali sono qui di seguito:

  • Lattosio: lo trovi in latte, formaggi freschi, yogurt (anche se è presente in quantità ridotta) e alimenti che lo possono contenere come additivo (salse, sughi, prosciutto cotto, ecc.).
  • Fruttosio: è presente in frutta, succhi di frutta, miele, zucchero (è costituito da glucosio e fruttosio) e tutti gli alimenti che lo contengono.
  • Fruttani: sono tipici di cereali e derivati (quelli che contengono glutine ne sono i più ricchi), carciofi, aglio, scalogno, cipolla, cicoria, topinambur.
  • Polialcoli: li trovi in sorbitolo, mannitolo, isomalto, sciroppo di glucosio, maltitolo, lactitolo, xilitolo, eritritolo, arabitolo; avocado, pesche, ciliegie.
  • Galattani: sono presenti in legumi (lenticchie, ceci, fagioli e fave). I fagiolini, invece, sono consentiti.

Le basi della dieta FODMAP da utilizzare in caso di sindrome del colon irritabile

È un regime alimentare che va seguito per almeno 6-8 settimane e si basa sul consumo di alimenti a basso contenuto di FODMAP e sull’eliminazione o il consumo contenuto di quelli a elevato contenuto di FODMAP. 

Ecco come scegliere gli alimenti da portare in tavola: 

  • Cereali e derivati: preferisci il riso (meglio se integrale), la quinoa, l’amaranto, il grano saraceno e l’avena. No a frumento, segale e loro derivati (pane, pasta, couscous, cracker, biscotti). In genere sono da evitare gli alimenti contenenti glutine.
  • Frutta: scegli banane, kiwi, mirtilli, mandarini, pompelmi, limoni, arance, uva, lamponi, fragole, melone e ananas. No a mele, pere, albicocche, ciliegie, pesche, mango, anguria, cachi, prugne e susine.
  • Ortaggi: preferisci cavolo cinese, lattuga, zucca, spinaci, patate, sedano, peperoni, melanzane, pomodoro, fagiolini e carote. No a carciofi, asparagi, barbabietole, cavoli, cavolini di Bruxelles, avocado, broccoli, cavolfiori, finocchi, aglio, scalogno, funghi, cipolla, cicoria e topinambur.
  • Derivati del latte: puoi consumare il grana e il parmigiano e, al posto del latte, latte delattosato oppure latte di riso, di avena o di mandorle.
  • Frutti oleosi: sono consentite le mandorle, le nocciole e le noci, mentre sono vietati i pistacchi. 
  • Non mangiare caramelle o gomme da masticare contenenti polialcoli. 
  • No a succhi di frutta, conserve di frutta e concentrati di frutta.
  • Evita i dolcificanti o – se non puoi proprio farne a meno – preferisci lo sciroppo d’acero.
  • Sono consentiti pesce, carni magre, uova, soia e derivati della soia come tofu e tempeh

Sindrome del colon irritabile: le cure

La gestione della sindrome dell’intestino irritabile richiede un approccio integrato che tenga conto dei sintomi individuali e delle esigenze specifiche di ciascun paziente. Tuttavia, tra le varie opzioni terapeutiche, i fermenti probiotici, la vitamina D3, il magnesio e i rimedi fitoterapici hanno dimostrato di offrire benefici significativi. Questi trattamenti mirano a ristabilire l’equilibrio della flora intestinale, migliorare la funzione immunitaria e alleviare, ansia, stress e sintomi gastrointestinali. In questo paragrafo, esploreremo come ciascuno di questi elementi può contribuire al trattamento efficace della sindrome del colon irritabile, migliorando la qualità della vita delle persone affette da questa comune ma spesso debilitante condizione.

I fermenti probiotici abbinati alla vitamina D3 nel trattamento della sindrome del colon irritabile

Un grande aiuto per il benessere della microflora intestinale viene dai probiotici, “batteri amici” capaci di arrivare vivi e vitali nell’intestino dopo aver superato le barriere costituite dai succhi gastrici e dalle secrezioni digestive. Tali probiotici possono essere assunti attraverso appositi integratori. Se utilizzati regolarmente, possono influenzare in maniera positiva l’intero ecosistema intestinale. Gli studi effettuati negli ultimi anni hanno evidenziato una serie di effetti positivi dei probiotici sull’organismo umano: oltre a rigenerare i batteri buoni della microflora, sono in grado di combattere i batteri nocivi, di regolarizzare l’intestino (contrastando stipsi e diarrea) e di potenziare il sistema immunitario.

Ultimamente, è stato sperimentato con successo il lattobacillo Reuteri abbinato alla vitamina D3 per trattare le problematiche intestinali dovute anche a fattori emotivi, all’ansia e allo stress. La vitamina D3, oltre a essere fondamentale per la salute delle ossa, svolge un ruolo cruciale nel supporto del sistema immunitario, nella regolazione dell’umore e nella modulazione dell’infiammazione. L’integrazione di vitamina D3 con i probiotici può quindi potenziare gli effetti benefici sulla salute intestinale, migliorando la barriera mucosa e riducendo la permeabilità intestinale, un problema spesso associato alla sindrome dell’intestino irritabile.

Inoltre, i probiotici abbinati alla vitamina D3 possono contribuire a migliorare l’umore e a ridurre i livelli di stress, fattori che sono noti per influenzare negativamente i sintomi del colon irritabile. Studi recenti hanno dimostrato che una flora intestinale equilibrata è strettamente collegata alla produzione di serotonina, il cosiddetto “ormone del benessere”, che viene in gran parte prodotto nell’intestino.

Va detto che anche integratori di fermenti probiotici e di prebiotici (particolari fibre solubili), presenti in un unico prodotto, possono essere utili in questi casi, valutando sempre la propria sensibilità personale.

Magnesio e colon irritabile: agisce su cervello e intestino, ed è ideale quando si è stressati

Il magnesio è un minerale essenziale per il funzionamento ottimale del nostro organismo, influenzando una vasta gamma di processi fisiologici. Svolge un ruolo cruciale sia a livello cerebrale che intestinale, rendendolo particolarmente utile nel trattamento della sindrome dell’intestino irritabile, soprattutto in condizioni di stress elevato. Questo minerale è noto per le sue proprietà rilassanti e antistress. Esso contribuisce alla regolazione dei neurotrasmettitori che influenzano l’umore e la risposta allo stress, come la serotonina. Livelli adeguati possono aiutare a ridurre ansia, depressione e tensioni nervose, tutte condizioni che possono peggiorare i sintomi della sindrome del colon irritabile. Inoltre, il magnesio aiuta a migliorare la qualità del sonno, riducendo così l’impatto negativo dello stress cronico sul corpo.

A livello intestinale, favorisce la regolarità e la motilità, prevenendo problemi come la stipsi, un sintomo comune in molte persone affette da sindrome del colon irritabile. Questo minerale aiuta a rilassare i muscoli del tratto gastrointestinale, facilitando il transito delle feci e riducendo il rischio di crampi e dolori addominali. È anche coinvolto nella regolazione dell’equilibrio idrico nell’intestino, aiutando a mantenere le feci morbide e facilmente evacuabili.

Si trova in verdure a foglia verde, noci, semi, pesce e cereali integrali (scegli riso, avena, quinoa, amaranto, grano saraceno poveri di FODMAP), che puoi scegliere tenendo conto delle indicazioni date per quanto riguarda la dieta FODMAP. Ma lo puoi anche assumere attraverso appositi integratori, alla dose di 300-350mg al giorno.

Il macerato glicerico che ti rilassa in presenza di sintomi da stress del colon irritabile

Per riequilibrare il sistema neurovegetativo, che ha un ruolo importante in presenza di colite, è utile il macerato glicerico di tiglio (Tilia tomentosa). Questo rimedio è efficace per rilassare, placando ansia e tensioni emotive che possono provocare l’attacco. 

Come assumerlo: prendine 50 gocce 15 minuti prima di colazione, in poca acqua a temperatura ambiente. Per i migliori risultati, abbinalo a 1-2 compresse di mirtillo nero da 400mg l’una al giorno.

Le tisane e la tintura madre indicate per ogni sintomo del colon irritabile

  • Stipsi e/o bruciori di stomaco: metti 4 cucchiai di un mix di malva e melissa essiccate in 1 litro di acqua a temperatura ambiente. Filtra dopo qualche ora e bevi durante la giornata.
  • Diarrea: ci vuole un infuso di foglie di mirtillo, 2 cucchiaini per 1 tazza di acqua calda, in infusione per 5 minuti, da bere 3-4 volte al dì.
  • Dolori addominali: bevi 3-4 tazze al giorno di una tisana di camomilla, melissa e finocchio; 3 cucchiaini del mix delle erbe (in pari quantità) in 150ml di acqua calda, in infusione per 5 minuti.
  • Stress e ansia: 20-30 gocce di tintura madre di escolzia in poca acqua 2-3 volte al giorno.

L’automassaggio utile in caso di colon irritabile da praticare con l’olio essenziale di ginepro

L’olio essenziale di ginepro (Juniperus communis) agisce come tonico delle funzioni intestinali, del sistema nervoso e delle vie digestive. Come eseguire il massaggio: mescola 1 goccia di olio essenziale di ginepro con 1 cucchiaio di olio di mandorle dolci e usa il composto per massaggiare l’addome facendo un movimento circolare in senso orario, partendo dall’ombelico e allargando via via il movimento.

Il kit anti gonfiori e riequilibrante da portare sempre con te se la sindrome del colon irritabile è un tuo problema

Si tratta di un “sacchettino aromatico” che puoi portare sempre con te e usare all’occorrenza. Preparalo così: in un sacchettino di tela metti 1 cucchiaino di semi di anice, uno di semi di finocchio, uno di semi di cumino e uno di coriandolo (questi ultimi leggermente pestati). Aggiungi anche qualche scorza di limone e di arancia. Mescola bene il tutto, chiudi il sacchettino e portalo con te quando sei in viaggio o vai al lavoro. 

Puoi usarlo sotto forma di tisana (versa 1 tazza di acqua calda su 2 cucchiaini del mix, lascia in infusione per 5-10 minuti, filtra e bevi; poi puoi anche mangiare il mix usato per la tisana), oppure utilizzalo spolverizzandone 1 presa sugli alimenti. Infine puoi masticarne a lungo una presa, specie quando la pancia inizia a dare qualche problema.

Fiorella Coccolo
Esperta di erbe officinali e alimentazione. È direttore responsabile di Curarsi Mangiando, Le Ricette PerdiPeso e Le Ricette della Salute delle Edizioni Riza
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