Il reflusso gastroesofageo è un disturbo comune che colpisce milioni di persone in tutto il mondo. Si manifesta quando il contenuto acido dello stomaco risale nell’esofago, causando sintomi fastidiosi come bruciore di stomaco, rigurgito e difficoltà a deglutire. Questo problema può influenzare notevolmente la qualità della vita, portando a disagio e preoccupazione. Nel nostro articolo, esploreremo le cause, i sintomi e le opzioni di trattamento disponibili, sia farmacologiche che naturali, per aiutarti a gestire al meglio questa condizione. Scopriamo insieme come affrontare il reflusso e migliorare il benessere quotidiano.
Indice dell'articolo
Cos’è il reflusso gastroesofageo e differenze con il reflusso gastrico
Il reflusso gastroesofageo (RGE) è una condizione in cui il contenuto dello stomaco risale nell’esofago, provocando sintomi come bruciore di stomaco (pirosi), rigurgito acido e, a volte, dolore toracico. Questa problematica è piuttosto comune e può colpire chiunque, ma è più frequente negli adulti e può essere influenzata da diversi fattori, tra cui alimentazione, stile di vita e stress.
È importante distinguere il reflusso gastroesofageo dal “reflusso gastrico”. Spesso i due termini vengono usati in modo intercambiabile, ma hanno alcune differenze. Il reflusso gastrico si riferisce alla semplice risalita del contenuto acido dello stomaco, mentre il reflusso gastroesofageo implica un quadro clinico più complesso, con sintomi che si manifestano a livello dell’esofago, a causa di un malfunzionamento dello sfintere esofageo inferiore, la valvola che separa esofago e stomaco. Questo reflusso cronico può danneggiare la mucosa esofagea, causando complicazioni come l’esofagite.
Sintomi del reflusso gastroesofageo e del reflusso gastrico
Il reflusso gastroesofageo presenta una varietà di sintomi che possono variare in intensità e frequenza. I sintomi principali includono:
- Bruciore di stomaco (pirosi): sensazione di bruciore che si irradia dal petto verso la gola, spesso dopo aver mangiato o durante la notte.
- Rigurgito acido: risalita di liquido acido dallo stomaco fino in bocca, accompagnato da un sapore amaro o acido.
- Dolore toracico: un dolore al petto che può essere confuso con quello di natura cardiaca.
- Disfagia: difficoltà o dolore durante la deglutizione, causato dall’infiammazione dell’esofago.
- Laringite o raucedine: irritazione delle corde vocali a causa del reflusso, che può portare a voce rauca o raucedine.
- Tosse cronica e asma: il reflusso può irritare le vie respiratorie e peggiorare condizioni come l’asma o causare una tosse cronica.
Sintomi del reflusso gastrico
I sintomi del reflusso gastrico, pur essendo simili, sono generalmente più lievi e meno persistenti rispetto al reflusso gastroesofageo. I più comuni includono:
- Leggero bruciore di stomaco: sensazione di bruciore che si limita allo stomaco e non si irradia al petto o alla gola.
- Nausea lieve: può manifestarsi soprattutto dopo i pasti abbondanti o quando si rimane sdraiati subito dopo aver mangiato.
- Sensazione di pienezza: una sensazione di gonfiore e pesantezza, che può portare a rigurgito o eruttazioni frequenti.
In sintesi, mentre il reflusso gastrico può provocare sintomi più lievi e occasionali, il reflusso gastroesofageo tende a essere più intenso, persistente e può portare a complicazioni più serie se non trattato.
Reflusso gastroesofageo e gola: sintomi e conseguenze
Il reflusso gastroesofageo non si limita a causare bruciore di stomaco e rigurgito acido, ma può anche influire sulla salute della gola. Quando l’acido gastrico risale fino alla laringe o alla faringe, si parla di reflusso faringolaringeo (RFL). Questo tipo di reflusso provoca irritazione e infiammazione della gola e delle corde vocali, con sintomi come raucedine, mal di gola persistente, difficoltà a deglutire (disfagia) e sensazione di un nodo in gola. In alcuni casi, può anche causare tosse cronica, laringite o una voce rauca al mattino. A differenza del reflusso gastroesofageo, il reflusso faringolaringeo spesso non causa bruciore di stomaco, il che può rendere la diagnosi più complessa. Se non trattato, il reflusso può danneggiare i tessuti della gola e aumentare il rischio di complicazioni come ulcere o polipi alle corde vocali.
Cause del reflusso gastroesofageo e del reflusso gastrico
Il reflusso gastroesofageo e il reflusso gastrico possono essere innescati da una serie di fattori legati allo stile di vita, alla dieta e a condizioni fisiologiche. Vediamo insieme le principali cause.
- Malfunzionamento dello sfintere esofageo inferiore (SEI): questo muscolo dovrebbe chiudersi ermeticamente dopo che il cibo è passato nello stomaco. Se invece si rilassa o non si chiude correttamente, il contenuto gastrico può risalire nell’esofago.
- Sovrappeso e obesità: l’eccesso di peso aumenta la pressione addominale, il che può spingere l’acido gastrico verso l’esofago.
- Ernia iatale: questa è una condizione in cui una parte dello stomaco si sposta attraverso il diaframma, contribuendo così al reflusso acido.
- Gravidanza: gli ormoni e l’aumento della pressione addominale durante la gravidanza possono favorire il reflusso.
- Alimenti irritanti: come il cioccolato, la menta, i cibi piccanti, fritti, gli agrumi e i pomodori, possono rilassare lo sfintere esofageo inferiore o aumentare la produzione di acido gastrico.
- Alcol e fumo: il primo può irritare la mucosa gastrica e rallentare lo svuotamento dello stomaco, mentre il fumo indebolisce lo sfintere esofageo.
- Stress: se cronico può influire negativamente sulla digestione e peggiorare i sintomi del reflusso.
Cause del reflusso gastrico
Il reflusso gastrico è spesso provocato da cause simili. Ecco le più comuni.
- Fare pasti abbondanti: aumentano la pressione nello stomaco, spingendo il contenuto verso l’alto.
- Mangiare poco prima di andare a riposare: così facendo non si dà modo allo stomaco di svuotarsi, e ciò favorisce il reflusso.
- Consumare alimenti grassi e fritti: rallentano la digestione e aumentano la probabilità di reflusso.
- Bere bevande gassate e caffeina: possono irritare la mucosa dello stomaco e aumentare la produzione di acido.
Diagnosi del reflusso gastroesofageo
La diagnosi del reflusso gastroesofageo si basa su una combinazione di colloqui con il medico, esami fisici e test diagnostici. Ecco i principali metodi diagnostici utilizzati.
- Colloquio con il medico e valutazione dei sintomi: Il medico inizia con un’accurata anamnesi (raccolta particolareggiata delle notizie che riguardano il paziente), esaminando la frequenza e la gravità dei sintomi come il bruciore di stomaco e il rigurgito acido. Potrebbe chiedere anche informazioni su fattori scatenanti, abitudini alimentari e stile di vita. Spesso, una descrizione chiara dei sintomi è sufficiente per sospettare il reflusso.
- Endoscopia gastroesofagea: è uno degli esami più comuni per diagnosticare il reflusso gastroesofageo. Un endoscopio, un tubo sottile con una telecamera all’estremità, viene inserito nella bocca e fatto passare nell’esofago e nello stomaco per valutare eventuali danni alla mucosa esofagea, come l’esofagite o altre complicazioni del reflusso.
- Monitoraggio del pH esofageo: questo test misura la quantità di acido che risale nell’esofago per un periodo di 24 ore. Un piccolo sensore viene posizionato nell’esofago per registrare l’acidità, utile per confermare una diagnosi di reflusso in casi dubbi.
- Manometria esofagea: questo esame valuta la funzionalità dello sfintere esofageo inferiore e la motilità dell’esofago. Consiste nell’inserire un catetere sottile nell’esofago per misurare le pressioni durante la deglutizione, e viene utilizzato per determinare se lo sfintere funziona correttamente.
- Radiografia con contrasto al bario: per fare questo esame, occorre bere una soluzione di bario che riveste l’esofago e lo stomaco. Successivamente, una serie di radiografie permette di osservare eventuali anomalie strutturali, come un’ernia iatale o un restringimento dell’esofago.
- Test di risposta agli inibitori della pompa protonica (IPP): in alcuni casi, il medico può prescrivere un ciclo di inibitori della pompa protonica, farmaci che riducono la produzione di acido gastrico. Se i sintomi migliorano significativamente, questo conferma la diagnosi di reflusso gastroesofageo.
Il collegamento tra ansia e reflusso gastroesofageo
L’ansia e il reflusso gastroesofageo sono strettamente collegati. Chi soffre di ansia potrebbe notare un peggioramento del reflusso e, allo stesso tempo, i sintomi del reflusso possono contribuire ad aumentare l’ansia. Vediamo allora come l’ansia influisce sul reflusso gastroesofageo e come il reflusso influisce sull’ansia.
- Aumento della produzione di acido gastrico: l’ansia e lo stress cronico possono stimolare la produzione di ormoni come il cortisolo, che aumentano la secrezione di acido nello stomaco. Questo eccesso di acidità può contribuire alla risalita dell’acido verso l’esofago, peggiorando i sintomi del reflusso.
- Alterazione delle funzioni digestive: lo stress e l’ansia possono influenzare la normale funzione del sistema digestivo, rallentando la digestione o alterando il corretto funzionamento dello sfintere esofageo inferiore. Questo porta a una maggiore probabilità di reflusso.
- Ipervigilanza ai sintomi: chi soffre di ansia tende a essere più attento ai sintomi corporei, percependo il reflusso con maggiore intensità rispetto a chi non è ansioso. Anche i sintomi più lievi possono sembrare gravi, creando un circolo vizioso di ansia e percezione amplificata dei disturbi.
- Sintomi fastidiosi e persistenti: il reflusso gastroesofageo, soprattutto se cronico, può essere debilitante. I sintomi come il bruciore di stomaco, il dolore toracico e la difficoltà a deglutire possono creare preoccupazione e ansia, soprattutto se confusi con disturbi cardiaci o altre condizioni gravi.
- Riduzione della qualità della vita: chi soffre di reflusso può evitare alcuni alimenti, cambiare le abitudini alimentari o limitare attività che causano o peggiorano i sintomi, generando stress e ansia legati alla gestione della condizione.
Come gestire ansia e reflusso insieme
Per gestire entrambi i disturbi, è utile adottare strategie che agiscono sia sul piano psicologico sia su quello fisico. Tecniche di rilassamento, come la meditazione o la respirazione profonda, possono ridurre l’ansia e, di conseguenza, migliorare i sintomi del reflusso. Adottare una dieta adeguata, evitando pasti abbondanti, e mantenere uno stile di vita sano sono altrettanto necessari. Per quanto riguarda i rimedi naturali possono essere utili la passiflora, il tiglio o il biancospino. Puoi acquistare un estratto fluido e prenderne 20-25 gocce in acqua 2-3 volte al giorno.
Si può guarire dal reflusso gastroesofageo?
Il reflusso gastroesofageo può essere controllato e, in molti casi, ridotto significativamente, ma guarire completamente dipende dalla gravità e dalle cause del disturbo. Nei casi lievi, cambiamenti nello stile di vita e nell’alimentazione, come evitare cibi irritanti, ridurre il peso corporeo, smettere di fumare e fare pasti più piccoli, possono alleviare o eliminare i sintomi. Farmaci specifici o alcuni rimedi naturali possono essere molto efficaci nel ridurre la produzione di acido gastrico e guarire eventuali lesioni all’esofago.
Tuttavia, nelle forme croniche o severe di reflusso, può essere necessaria una gestione a lungo termine. In alcuni casi, come quelli con ernia iatale o grave malfunzionamento dello sfintere esofageo inferiore, può essere necessario un intervento chirurgico, per correggere il problema in modo definitivo. Quindi, mentre non tutti i casi si risolvono completamente, con il trattamento giusto è possibile ottenere un miglioramento significativo della qualità della vita.
I farmaci usati nella cura del reflusso gastroesofageo
Ecco un elenco dei principali farmaci utilizzati per il trattamento del reflusso gastroesofageo. Vanno prescritti dal medico dopo la diagnosi.
- Antiacidi: questi farmaci neutralizzano rapidamente l’acido gastrico e forniscono un sollievo immediato dai sintomi. Esempi comuni includono l’idrossido di magnesio, l’ alluminio e il carbonato di calcio.
- Inibitori della pompa protonica (IPP): riducono la produzione di acido gastrico bloccando l’enzima responsabile della secrezione di acido. Sono spesso prescritti per il trattamento a lungo termine del reflusso. Tra questi ci sono l’omeprazoli, l’esomeprazolo, il lansoprazolo, il pantoprazolo.
- Antagonisti dei recettori H2: riducono la produzione di acido gastrico in modo meno potente rispetto agli IPP. Possono essere utilizzati per il trattamento a breve termine. I più noti sono la famotidina, la cimetidina.
- Procinetici: aiutano a migliorare la motilità dello stomaco e dell’esofago, riducendo il rischio di reflusso. Un esempio comune è il metoclopramide.
I rimedi naturali contro il reflusso gastroesofageo
Esistono diversi rimedi naturali che possono aiutare a ridurre i sintomi del reflusso gastroesofageo. Sebbene non siano una cura definitiva, possono essere un valido supporto per alleviare il disturbo, specialmente nei casi lievi. Ecco alcuni tra i rimedi più efficaci.
- Zenzero fresco: masticare una fettina di zenzero fresco o bere un infuso (2 cucchiaini di zenzero fresco grattugiato per 120ml di acqua calda, non bollente) migliora la digestione e disinfiamma la mucosa gastrica.
- Aloe vera senza aloina: il suo succo ha proprietà lenitive e può ridurre l’infiammazione dell’esofago. Si consiglia di consumarlo prima dei pasti per prevenire il bruciore di stomaco: un cucchiaio eventualmente diluito in 2 dita d’acqua.
- Liquirizia: in forma deglicirrizinata è nota per le sue capacità di proteggere la mucosa gastrica e facilitare la guarigione delle lesioni esofagee causate dal reflusso. Puoi prendere 1-3 capsule (da 500-600mg di estratto più 500-700mg di radice in polvere l’una) al giorno con acqua, durante i pasti.
- Camomilla: ha proprietà calmanti che possono ridurre l’acidità e rilassare i muscoli dello stomaco. Bere una tisana alla camomilla prima di dormire può aiutare a prevenire il reflusso notturno. Ottima l’aggiunta di un cucchiaino di miele.
Questi rimedi naturali possono essere utili, ma è sempre importante consultare un medico, soprattutto in presenza di reflusso cronico, per valutare il trattamento più adeguato.
I rimedi della nonna per il reflusso gastroesofageo
- Acqua calda (ma non troppo): un bicchiere di acqua calda può aiutare a diluire l’acido gastrico e a lenire l’esofago irritato.
- Acqua calda con limone: un bicchiere di acqua calda con un cucchiaio di succo di limone al mattino può aiutare a stimolare la digestione e alcalinizzare l’organismo.
- Acqua e bicarbonato di sodio: un cucchiaino di bicarbonato di sodio (puro, senza altri ingredienti aggiunti e dichiarato per uso alimentare) mescolato in un bicchiere d’acqua può neutralizzare rapidamente l’acido gastrico e alleviare il bruciore di stomaco. Tuttavia si consiglia di non eccedere con questo rimedio e di evitarlo in caso di ipertensione e problemi renali.
- Semi di finocchio: masticare semi di finocchio dopo i pasti può aiutare a ridurre il gonfiore e migliorare la digestione.
Consigli pratici contro il reflusso gastroesofageo
- Mastica una gomma senza zucchero: può stimolare la produzione di saliva, che aiuta a neutralizzare l’acido e a spingere il contenuto gastrico verso il basso.
- Mantieni una postura eretta: può ridurre la pressione sullo stomaco e facilitare il passaggio del cibo verso il basso, diminuendo il rischio di reflusso.
- Fai esercizi di respirazione profonda: praticare la respirazione profonda può aiutare a ridurre lo stress e calmare il sistema digestivo. Inspira profondamente dal naso, trattieni il respiro per qualche secondo e poi espira lentamente. Sono adatte anche tecniche come yoga, tai-chi e meditazione.
- Utilizza un cuscino per sollevare la parte superiore del corpo mentre dormi: è utile per prevenire il reflusso notturno.
- Tieni un diario alimentare: scrivi gli alimenti consumati e i sintomi per identificare eventuali fattori scatenanti.
- Se necessario, dimagrisci: se sei in sovrappeso, una perdita di peso anche moderata può ridurre significativamente i sintomi del reflusso.
Come deve essere la dieta in caso di reflusso gastroesofageo
Prima di tutto occorre eliminare i cibi irritanti, come cioccolato, caffeina, menta, agrumi, pomodori, cibi piccanti, fritti e grassi. È da evitare anche il latte: anche se può sembrare un rimedio dall’azione immediata, potrebbe poi aumentare la produzione di acido in fase digestiva.
È inoltre importante fare pasti piccoli e frequenti durante il giorno per ridurre la pressione sullo stomaco. Inoltre, fai in modo di cenare almeno 2-3 ore prima di andare a dormire, per dare tempo allo stomaco di svuotarsi. Sono utili riso lessato ben cotto e banane, perché aiutano a neutralizzare l’acidità e danno sollievo immediato.
Esperta di erbe officinali e alimentazione. È direttore responsabile di Curarsi Mangiando, Le Ricette PerdiPeso e Le Ricette della Salute delle Edizioni Riza