Rispetto a quello bianco, il riso rosso è quattro volte più ricco di fibre, ha il triplo di magnesio e venti volte più ferro: un vero alleato per la tua salute
Originario dell’Asia, il riso rosso è un riso integrale nato da un incrocio spontaneo di altre varietà di riso integrale. Le varietà di riso rosso sono state coltivate a scopo alimentare solo in anni recenti: vi è infatti sempre stata una certa ambiguità con il riso crodo, una pianta infestante molto simile al riso rosso ma non commestibile. È anche per questo motivo che l’Ente Nazionale Risi ha voluto promuovere un lavoro di ricerca (coinvolgendo l’Università di Milano e la Fondazione Umberto Veronesi) in cui si prendono in considerazione, studiandole sia da un punto di vista nutrizionale sia salutistico, diverse tipologie di riso: lavorato, parboiled, integrale non pigmentato, integrale pigmentato nero e, appunto, riso rosso.
Nello studio effettuato ciò che è emerso è che il contenuto proteico è un po’ più elevato nel riso rosso (integrale in generale) rispetto al lavorato e al parboiled, ma di solito il contenuto delle proteine non è legato tanto al grado di lavorazione, ma al territorio di coltivazione e al tipo di pratica agronomica adottata. Sono invece i lipidi e la fibra, tra i macroelementi, a essere quelli presenti in quantità più elevata nei risi integrali e quindi nel riso rosso. I risi rossi contengono inoltre sostanze chiamate alchilresorcinoli, pigmenti della famiglia dei polifenoli ad azione antiossidante e antinfiammatoria. Ed è proprio grazie a questi antiossidanti che questo cereale, tra le tante proprietà benefiche, possiede quella di proteggere il corpo dalla degenerazione cellulare precoce e dall’azione aggressiva dei radicali liberi.
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Il riso rosso, essendo integrale, a differenza di quello bianco mantiene intatto il contenuto di nutrienti (lipidi, vitamine, micro e oligoelementi) e fibra concentrati nel germe. Coltivato in terreni argillosi, è poi ricchissimo di ferro, 20 volte più del riso sbiancato e ha anche un indice glicemico un po’ più basso. Questo lo rende il cereale ideale per le donne in età fertile che, anche a causa del ciclo, soffrono di una carenza di questo minerale e si sentono spesso stanche, irritabili e con un sonno notturno mai abbastanza riposante.
Il riso rosso è un vero e proprio farmaco antinfiammatorio per chi soffre di colite e infiammazioni intestinali. Negli ultimi anni sono aumentate notevolmente le patologie legate alle infiammazioni del tratto intestinale e del colon retto. Gli studi di settore svelano che la causa principale è da riscontrare proprio nell’eccessivo consumo di zuccheri e farine raffinate. Il riso rosso contiene anche molto magnesio, un minerale fondamentale per aiutare il rilassamento muscolare, soprattutto notturno, e la motilità intestinale. Il riso rosso integrale in 100 grammi te ne regala il 32 per cento della dose giornaliera raccomandata. I piccoli granuli di amido contenuti nel riso integrale hanno poi un potere assorbente nei confronti dei succhi digestivi e dell’aria che sosta a livello gastrico.
Digitando “riso rosso” sui motori di ricerca, appaiono moltissimi siti che parlano del riso rosso fermentato, che però non ha nulla a che vedere con il riso rosso. Il primo infatti si ottiene dalla fermentazione del riso comune per mezzo dei ceppi del lievito Monascus purpureus. Questo prodotto, venduto come integratore, è ricco di monacoline, sostanze che agiscono nell’organismo in modo simile, e forse anche più potente, ai farmaci della famiglia delle statine, le molecole capaci di abbassare il colesterolo “cattivo”. Però c’è un problema: il riso rosso fermentato può dare effetti collaterali simili ai farmaci se assunto a dosi troppo alte e per periodi troppo lunghi.
Tutto il riso integrale, quindi anche quello rosso, richiede tempi di cottura più prolungati rispetto a quello bianco, anche intorno ai 40 minuti. Il riso va prima messo in una casseruola con acqua fredda. Si porta a bollore, si aggiunge un pizzico di sale e si lascia bollire per 10 minuti. Si spegne quindi la fiamma e si lascia riposare per un paio d’ore. Il riso continuerà la cottura assorbendo tutto il liquido. Con questo semplice metodo, i micronutrienti non vengono persi nell’acqua ma restano intrappolati nel chicco.