L' alternanza di dieta ferrea e periodi di sregolatezza produce effetti collaterali sul metabolismo: serve equilibro tra attenzione ai cibi e alla psiche
Ci scrive Flavia, una lettrice di Dimagrire: "Vengo da anni di diete, iniziate dopo la prima gravidanza, una trentina di anni fa. Ho assunto anche farmaci, in particolare diuretici e da allora faccio sempre più fatica a scendere di peso, soprattutto ora che sono in menopausa, per cui è diventato un enorme peso mettermi a dieta: passo qualche mese a mangiare come capita e poi, mentre quando ero giovane il periodo della dieta scattava subito, ora invece tendo sempre un po’ a rimandare e ho paura che prima o poi non ce la farò più".
Se si pensa che la soluzione del sovrappeso consista semplicemente nel mettersi a dieta ferrea o praticare più sport, si rischia di trascurare una parte importante della faccenda. Non si può pretendere di stare bene, di sentirsi in forma e quindi di dimagrire senza prendere in considerazione gli aspetti che appartengono alla psiche. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la salute è uno stato di benessere fisico, mentale e sociale. Purtroppo l’approccio comune al sovrappeso tiene conto solo del lato fisico, ma così facendo trascura il lato mentale, che prima o poi arriverà a chiedere il conto, per esempio sotto forma di sintomi nevrotici (fame nervosa, colon irritabile, ansia ecc.). Oppure, come nel caso di Flavia in un atteggiamento che alterna dieta troppo rigida e sregolatezza in modo cronico, ultradecennale.
È un atteggiamento pericoloso, perché la continua alternanza di questi due estremi finisce per indebolire l metabolismo e l’innato istinto che regola fame e sazietà. Questo ha due effetti: da una parte, nei periodi di abbuffate, ci si nutre in modo eccessivo squilibrando l’organismo; dall’altra, nei periodi di dieta, si “insegna” al corpo a trattenere sempre di più il grasso in profondità. Così, con l’età, perderlo diventerà sempre più difficile. Per affrontare il sovrappeso, come qualunque altro disagio, occorre quindi un approccio integrato, psicosomatico
Affrontare il sovrappeso in chiave psicosomatica significa quindi prima di tutto “riabilitare la psiche”, dare cioè alla psiche lo spazio che si merita. Uno spazio invece spesso inesistente, perché la mentalità corrente ritiene che il sovrappeso sia solo una questione di calorie. Ma è noto, per esempio, che il comportamento alimentare e gli stati d’animo si influenzano reciprocamente. Finché non si porta l’attenzione su questi aspetti, si può anche seguire la dieta più famosa del momento nel modo più rigoroso possibile, si possono percorrere chilometri e chilometri sul tapis roulant, ci si può imbottire di farmaci, e si potrà anche arrivare al “risultato”, ma col rischio di trasformarsi in automi, magri, ma senz’anima.