Non è vero che i cibi fritti siano per forza attentatori della linea e della salute: ecco gli accorgimenti, i piccoli trucchi e le regole base per trasformare un nemico in un alleato del peso e della forma fisica
Una lettrice di Dimagrire, invia questa lettera alla redazione: “Mi chiamo Marisa, ho 54 anni, sono alta 1,65 e oggi peso 76 chili. Negli ultimi mesi, grazie ai vostri preziosi consigli ne ho persi già 8; so bene che il percorso è appena iniziato, ma sento di essere sulla strada giusta. Ho una domanda per voi: sono ligure e non so resistere alla tentazione di acciughe e fiori di zucca in pastella. Posso continuare a perdere peso pur mangiando, una volta ogni tanto, il fritto? E se sì, come posso inserirlo nel pasto senza mettere a rischio la linea? Grazie.”
Tutti sanno che il fritto è una pietanza calorica, ma se viene che se gustato ogni tanto e preparato seguendo le giuste regole e con gli abbinamenti correttamente non incide sull’aumento di peso. Certo è che ci troviamo di fronte a un piatto che è una gioia per gli occhi e per il palato e che può benissimo esserer inserito nella nostra dieta come strappo, una sorta di carica per proseguire nel percorso di dimagrimento.
L’olio è, senza dubbio, il veicolo di una buona e sana frittura. La varietà sbagliata o la quantità ridotta fa sì che l’alimento assorba troppo grasso di cottura ( nove calorie in più per ogni grammo di olio assorbito) rendendo difficoltosa la digestione e mettendo a rischio la linea. Quindi, primo punto, l’olio deve essere extravergine di oliva o di girasole alto oleico (consigliato in particolare per le fritture brevi, quando si deve friggere un solo alimento), entrambi ricchi di grassi monoinsaturi (più stabili al calore) e con un punto di fumo alto. Occorre evitare che l’olio durante la cottura raggiunga la temperatura alla quale inizia a degradare la propria struttura molecolare (cioè il punto di fumo) perché possono svilupparsi sostanze tossiche e dannose per l’organismo. Secondo punto, l’olio deve essere abbondante e non fumante. Non bisogna temere di utilizzare l’olio per una frittura: più se ne versa, più il fritto risulterà leggero. Prima di immergere il cibo nella padella, verificate che l’olio sia ben caldo: 170 °C. E attenzione: il sale, un pizzico, va aggiunto solo alla fine per evitare di abbassare il punto di fumo e non rischiare l’ossidazione dell’olio. Terzo punto, a cottura terminata, scolare bene ogni alimento con una pinza e poi assorbrei l’olio in eccesso con la carta assorbente, tamponando almeno tre volte.
La scelta migliore sarebbe quella di infarinare il cibo (perfetta a questo proposito è la farina di riso) prima di friggerlo: con questa modalità viene assorbito solo la metà dell’olio rispetto a un alimento impanato come la cotoletta. La classica pastella o la tempura, infatti, assorbono tantissimo olio, ma se proprio non si riesce a rinunciare alla panatura consideriamo la frittura un primo ed evitiamo pane, pasta e la frutta a fine pasto. Completiamo il piatto con carciofi, rucola o radicchio e un bicchiere d’acqua con succo di limone.
Ecco come preparare un frittura bilanciata (proteine 39 g, grassi 14 g, carboidrati 30 g) da 400 calorie a porzione. Per 4 persone. Procurati 1 kg di seppioline, scampi, calamari, piccole sogliole; 200 g di farina; 1 litro di olio extravergine; sale fino e foglie di lattuga. Inizia asciugando il pesce, poi infarinalo e friggilo in abbondante olio caldo a 170 °C. Quando è pronto, scola e metti su carta assorbente. Aggiungi due pizzichi di sale e servi sulle foglie di lattuga.