La vitamina K, presente negli spinaci e nei vegetali a foglia verde, è ricca di sostanze utili per il sangue, il cuore… e i ricordi!
Ci sono vitamine più note, delle quali conosciamo bene i benefici, ed altre meno “famose” ma altrettanto importanti: fra queste, merita particolare attenzione la vitamina K, la cui denominazione si deve all’iniziale della parola tedesca “Koagulation”, il che indica il ruolo che questa vitamina ha nei processi di coagulazione sanguigna.
Spianci, grandi alleati della salute: scopri perchè
È importante sapere che la vitamina K è in genere carente nella nostra alimentazione. La “K” si trova nelle verdure verdi (e quasi nessuno ne mangia una quantità sufficiente) e nei cibi fermentati (ad esempio ne è ricco il natto, un formaggio di soia molto diffuso in Giappone) e, diversamente dalle altre vitamine solubili nel grasso, non può essere accumulata ma deve essere fornita ogni giorno.
La forma più efficace di vitamina K, la vitamina K2, viene prodotta anche da una flora intestinale sana. Soggetti che soffrono di problemi di digestione, in particolare dei grassi, soffrono pertanto più facilmente di un cattivo assorbimento della vitamina K. Anche un eccesso di grassi in forma idrogenata, di cui la nostra alimentazione è purtroppo assai ricca, impediscono un buon assorbimento di questa vitamina determinandone una carenza cronica.
Sembra che le proprietà di questa vitamina non si limitino alla regolazione della coagulazione sanguigna. Ultimamente diversi studi stanno approfondendo la questione: in uno dei più recenti, pubblicato sulla rivista scientifica Maturitas, condotto su 160 soggetti con età superiore ai 65 anni, i ricercatori dell’Università francese di Angers, hanno osservato un’associazione significativa fra elevate assunzioni di vitamina K nella dieta e minori problemi di memoria.
Queste osservazioni potrebbero confermare indirettamente quanto scoperto da poco: in altri studi è emerso che la vitamina K è coinvolta nella regolazione del metabolismo del calcio e nella prevenzione delle malattie cardiovascolari (attraverso la sua capacità di inibire i processi di calcificazione delle arterie). L’accumulo di calcio al di fuori delle ossa, dove dovrebbe essere concentrato al 99%, causa accumulo di calcio in diversi tessuti, compreso quello nervoso favorendone la degenerazione. Sembrerebbe esserci quindi un’associazione tra malattie degenerative del sistema nervoso centrale e accumulo di calcio in quantità eccessive.