Ricche di vitamina C, di ferro e carotenoidi, gli alchechengi depurano il fegato, combattono la ritenzione idrica e conservano la pelle soda, giovane ed elastica
Chi l’avrebbe detto che gli alchechengi, quelle deliziose bacche arancioni racchiuse in petali che sembrano di carta velina, appartenessero alla stessa famiglia di melanzane, patate e peperoni? Ebbene sì: questo frutto di origine caucasica, chiamato anche “lanterna cinese”, possiede alcune delle proprietà dei suoi “cugini” vegetali, che la botanica classifica come Solanacee. Per questo motivo è importante consumare il frutto solo quando è giunto a maturazione completa: se viene mangiato ancora acerbo il contenuto di solanina è alto epotrebbe provocare intolleranze e indigestione. Il frutto dell’alchechengi viene spesso utilizzato sopra le torte o come farcitura dei cioccolatini, ma, oltre a essere originale e decorativo, è un prezioso alleato della linea e della bellezza. Ricco di vitamina C, acido citrico e carotenoidi (i pigmenti responsabili del colore arancione delle sue bacche), l’alchechengi è un ottimo integratore vitaminico naturale.
La sua particolarità è che contiene due principi attivi dalle notevoli virtù curative: il primo è la physalina, già nota nei testi medici antichi, che ha proprietà antibatteriche e antimicrobiche; il secondo è l’etilcaffeato, un composto utile per drenare il fegato e la bile. Queste due sostanze, agendo in sinergia, disintossicano gli organi emuntori e sono un ottimo rimedio per favorire la diuresi e prevenire i calcoli renali. Le bacche di alchechengi, quindi, combattono la ritenzione idrica e depurano il fegato e sono l’alimento ideale contro la cellulite e i ristagni di acqua e tossine. Il cospicuo contenuto di vitamina C (doppio rispetto a quello del limone) e di carotenoidi, inoltre, fa da scudo allo sviluppo dei radicali liberi e aumenta la produzione di collagene, sostanza che protegge la pelle e la rende luminosa e tonica. Inoltre l’alchechengi è ricco di ferro, minerale utile quando ci sentiamo stanchi e stressati. Per beneficiare di queste virtù terapeutiche è necessario consumare il suo succo.
Nell’estrattore si possono abbinare alcune bacche di alchechengi a un altro frutto di stagione più dolce, come il cachi o la pera. Otterremo una bevanda buona, ricca di principi attivi e dalle virtù snellenti. In alternativa le bacche essiccate, provenienti da coltivazione bio, possono fornire pari quantità di vitamine e minerali. Si abbinano bene con lo yogurt, con il latte di cereali (sono ottime con il latte di mandorle), con i frullati e gli smoothies; anche da sole sono uno spezza fame portentoso e uno snack sano e saziante. Non bisogna però abusarne, perché possono essere astringenti; ne bastano una decina al giorno. Gli alchechengi hanno un sapore acidulo, simile a quello del ribes, e quindi sono ottime anche nelle insalate e sui carpacci di pesce.