L'insalata depurativa ideale è quella che acquisti con le foglie ancora intatte e intere, da comperare sciolta e proveniente da agricoltura biologica
Le insalate sono fra i prodotti ortofrutticoli con i maggiori residui di sostanze chimiche, secondo gli esperti della Pan Europe (Pesticide Action Network). Ecco perché vale la pena di acquistare solo insalata provenienti da agricoltura biologica, meglio ancora se sfuse, da lavare e tagliare al momento. Non sempre ce ne rendiamo conto, ma l'insalata che portiamo in tavola è spesso “condita” da una buona dose di residui chimici.
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Le foglie dell'insalata sono molto permeabili ai trattamenti chimici. Le particelle dei diserbanti, dei pesticidi e dei fertilizzanti sintetici usati durante la coltivazione si fermano in gran quantità sulle foglie, cioè proprio sulla parte commestibile della pianta. Non si tratta di percentuali gravemente tossiche (in Europa i controlli sugli alimenti sono sempre severi) ma sufficienti a esporci a un continuo bombardamento di sostanze non proprio raccomandabili per la salute. Ecco perché oggi molti esperti ritengono che una dieta prevalentemente bio, oltre a essere una scelta etica dal punto di vista ambientale, costituisca anche un vantaggio concreto per i consumatori, che possono contare su un prodotto meno contaminato da fertilizzanti e altri composti chimici, più naturale e, molto spesso, con un gusto più genuino.
Per essere certi che la nostra insalata abbia una certificazione europea, deve essere accompagnata dal logo europeo con la foglia verde, che attesta un prodotto proveniente da agricoltura biologica, protetto dall’eccessiva esposizione alle sostanze chimiche e ai loro effetti dannosi. La migliore insalata si acquista sciolta in cespi, scegliendo solo le varietà di stagione e con le foglie intatte. Per avere un’insalata freschissima e a km zero, prova a coltivarla sul tuo balcone di casa. Si può piantare già ora fino alla fine dell’autunno e nel giro di 20 potrai già gustarla!
Se deve optare per le insalate in busta, meglio preferire quelle conservate in buste di carta e PLA (un derivato del mais completamente biodegradabile), quindi materiali riciclati naturali al 100% che non inquinano e non alterano il gusto del prodotto. Le verdure in busta biologiche sono prive di conservanti (E220, l’anidride solforosa) presenti in molte preparazioni tradizionali. Sull’etichetta deve esserci scritta solo la varietà di insalata, eventuali ingredienti (semi e frutta secca) e null’altro. È consigliabile acquistare prodotti ad almeno 3-4 giorni dalla scadenza. Compra poi solo confezioni di insalata conservate nei banconi refrigerati ed evita di scegliere quelle che si trovano più all’esterno nei banchi, facilmente soggette all’influenza della temperatura dell’ambiente. Una volta aperta la confezione, il prodotto va consumato il prima possibile.