Vertigini

Le vertigini ci stanno indicando che il mondo istintuale si ribella all'eccesso di raziocinio
Vertigini

Le vertigini sono la sensazione di movimento oscillatorio del corpo e di conseguente instabilità, con difficoltà a restare in posizione eretta, l’impressione che gli oggetti e l’ambiente circostante ruotino intorno al soggetto. Talora le vertigini sono accompagnate da nausea o tachicardia. Vengono distinte in vertigini periferiche oggettive, dovute a labirintite, artrosi cervicale, o altre lesioni, e vertigini centrali o soggettive, causate da patologie del sistema nervoso.

Vertigini: chi è più a rischio

Le persone che soffrono cronicamente di vertigini sono costantemente combattute tra la tendenza a seguire i propri impulsi e il tentativo di controllarli, gestirli o reprimerli. In genere, esse hanno una vivacità mentale molto spiccata ma vissuta in modo rigido e cerebrale e tendono a opporre resistenza ai cambiamenti; sono perlopiù abitudinarie e conservatrici. Diffidano delle novità e preferiscono mantenere la propria posizione anche quando essa non è particolarmente appagante.

Vertigini: che cosa vogliono dire

Le vertigini, da un punto di vista simbolico, ci stanno segnalando che il mondo istintuale si ribella al raziocino della testa e al suo eccesso di controllo. A prescindere dal fatto che le vertigini siano causate da una patologia specifica o che si presentino invece come sintomo transitorio senza cause evidenti, la comprensione del simbolismo delle vertigini si basa sull’osservazione di ciò che viene “messo in discussione” durante la crisi vertiginosa: la postura eretta e la vista. La posizione eretta rappresenta il predominio della coscienza e dell’Io sul mondo delle passioni, l’orientamento dell’essere umano verso la ragione; ma la forza di gravità tiene con i piedi per terra, richiama verso il basso, verso la materia e le radici e quindi al mondo istintuale. Chi soffre di vertigini è quindi eccessivamente razionale e tende a controllarle pulsioni, si allontana sempre di più dalla terra, dagli istinti perdendo così la capacità di relazionarsi con la parte più profonda di sé. Nonostante il controllo esasperato, qualcosa però prima o poi sfugge: sono le emozioni e gli istinti che non sopportano più di venire imbrigliati e fanno traballare l’edificio del controllo razionale. Il mondo statico della testa e del pensiero non riesce più a tenere ferma la vitalità delle pulsioni. Le vertigini rappresentano dunque “la voce” del mondo emotivo che ci fa vacillare e ci mette in crisi. E non solo non si riesce a stare in piedi e gira la testa, ma si annebbia la vista. La funzione visiva consente di orientarsi nello spazio e di conoscere e padroneggiare le situazioni. L’instabilità dello sguardo su ciò che ci circonda indica che è ora di slegarsi dai riferimenti quotidiani per poter ristabilire un nuovo equilibrio e un nuovo punto di vista su se stessi e sulla realtà.
Un altro aspetto simbolico delle vertigini è connesso a situazioni irrisolte di dipendenza da una figura di riferimento. Così, se per un qualche motivo l’appoggio viene a mancare, ci si sente disorientati e destabilizzati sia fisicamente che psichicamente: “manca il terreno sotto i piedi” ossia l’ancoraggio emotivo. Le vertigini che sopravvengono in questo caso rappresentano proprio un disturbo da “mancanza di sostegno”. Le vertigini si presentano anche quando vengono improvvisamente meno le abitudini quotidiane, e il panorama e il ritmo della vita si modificano significativamente, in modo veloce e obbligato. Un cambiamento lavorativo, la fine di una relazione sentimentale, un trasloco sono alcuni esempi di scenari nuovi ai quali ci si deve adattare. In questi casi il cammino esistenziale si fa incerto e traballante e le vertigini, con la loro instabilità, testimoniano l’incertezza del momento e il bisogno di ricercare una nuova stabilità.

Vertigini: suggerimenti per la cura

Quando compaiono episodi frequenti di vertigini apparentemente immotivati è utile porsi queste domande:
- I miei obiettivi sono realistici o sono troppo elevati rispetto alle mie attuali risorse?”
- Riesco a vivere i miei desideri e le mie fantasie sessuali?
- Ho spazi nei quali posso essere come voglio?
- Vivo spontaneamente le mie emozioni o è tutto molto programmato?
- Riesco a essere felice nel presente o rimando sempre al futuro la possibilità di un vero  benessere?
- Esprimo a gesti o a parole il mio affetto per le persone care?
Le risposte possono costituire un ottimo punto di partenza per acquisire una maggiore consapevolezza rispetto alle origini di questa problematica e quindi portare a un netto miglioramento del disagio.

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