La farfara (o tossilaggine comune) è una pianta erbacea perenne dai fiori gialli simili alle margherite, appertenente alla famiglia delle Asteraceae.
In fitoterapia si utilizzano le foglie della farfara, talvolta i fiori.
Proprietà della farfara: antinfiammatorie, espettoranti.
Impieghi: la farfara è efficace contro tosse e affezioni dellapparato respiratorio in genere. Per uso esterno le foglie fresche o il decotto di farfara sono indicate per tutte le irritazioni della pelle.
Controindicazioni: la farfara è sconsigliata in presenza di insufficienza epatica, epatite virale, cirrosi epatica, gravidanza, allattamento.
Interazioni: non sono note.
Avvertenza: la farfara va utilizzata sempre con molta cautela per via interna, perché dannosa per il fegato.
Quando e come utilizzare la farfara
- Tosse e bronchite dei fumatori: versare una tazza di acqua calda su un cucchiaino di farfara essiccata; lasciare in infusione per 5 minuti, filtrare e bere 2 tazze al giorno, per periodi brevi che non superino i 15 giorni.
- Irritazioni della pelle: portare a ebollizione una tazza di acqua con un ciuffo di foglie fresche di farfara; lasciare bollire lentamente per 5 minuti, togliere dal fuoco e attendere a filtrare solo quando il decotto è freddo. Utilizzare per lavaggi o impacchi sulle zone interessate.
Curiosità: prima i fiori, poi le foglie...
In origine la farfara fu classificata come pianta priva di foglie, perché i fiori sbocciano direttamente dal terreno e avvizziscono giorni o settimane prima che appaiano le foglie. Ai tempi di Plinio e Dioscoride la farfara era considerata uno dei migliori rimedi contro la tosse.