L'obesità è sempre più diffusa e colpisce anche i bambini: ecco perché succede e cosa bisogna fare per prevenirla.
I bambini a rischio obesità
L'obesità è un fenomeno che va diffondendosi sempre di più nella nostra società, colpendo non solo gli adulti, ma anche i bambini. Tanti bimbi infatti hanno un rapporto col cibo quasi morboso e la loro fame sembra non placarsi mai. Trascorsa nemmeno un'ora dal pasto principale dicono di avere ancora fame. In questi casi i genitori si domandano come comportarsi, perché può sembrare poco ragionevole mettere dei bambini piccoli a dieta o sottoporli a un regime alimentare rigido. Così finisce quasi sempre di cedere alle loro richieste, con la speranza che col tempo questo appetito possa arrestarsi da solo. Perché avviene? Qual è la cosa giusta da fare?
Perché un bambino mangia troppo
Tutti noi trascorriamo i primi mesi della nostra esistenza i un mondo ovattato e protetto, dove i confini tra noi e l'altro non sono ancora ben definiti. Viviamo in simbiosi con la persona che si occupa di noi e il cibo, in questa fase della vita, riveste un ruolo di primaria importanza, proprio perché associamo al nutrimento un senso di appagamento totale e sicurezza. Ecco allora che l'atto di mangiare, anche negli anni successivi, è in grado di fare rivivere in noi quel contatto "caloroso" con la pelle della madre e la sensazione di essere amati e accuditi.
Così può accadere che in momenti di maggiore fragilità, ad esempio nei periodi di difficoltà a scuola, o quando i mutamenti del corpo procurano uno sconcerto che il bambino non sa ancora gestire, il cibo possa tornare a essere la prima fonte di appagamento e conforto proprio perché riporta a quell'atmosfera di beatitudine. Quindi con molta probabilità, dietro alla continua richiesta di cibo dei nostri bambini, si nasconde un grande bisogno di conferme e di sostegno affettivo per affrontare un momento di crisi passeggera. È come se ci dicessero: «Sono abbastanza bravo?». Oppure: «Sono abbastanza carina?».
Spesso il bisogno spasmodico di cibo indica la presenza di un carico emotivo messo a tacere; ad esempio può mascherare dell'aggressività negata, che è bene che venga allo scoperto. Un "no" detto al momento giusto potrebbe perciò essere la miccia per fare uscire delle emozioni che altrimenti sarebbero represse. È giusto che nella famiglia ci sia un po' di spazio anche per il conflitto, rompe un clima di artificiosità e spesso aiuta a stemperare le tensioni e a ridimensionare i problemi che prima sembravano insormontabili.
Il tuo bambino non è mai sazio? Ecco cosa fare
Sicuramente un po' di disciplina a tavola e qualche regola da rispettare fa bene ai bambini. È giusto infatti che acquisiscano il senso del limite, ma soprattutto che imparino a trovare presto altre fonti di appagamento. Quindi la cosa migliore da fare quando il bambino, dopo aver mangiato sufficientemente al pasto, chiede ancora cibo, è quella di spostare la sua attenzione verso altri tipi di gratificazione, ricordandogli per esempio che è molto bravo a scrivere, o a disegnare.... Poi bisogna imparare a dire di no. Ed è fondamentale ricordarsi che i "no" che divengono "si" sono disorientanti per i bambini e mettono in discussione il ruolo del genitore, mentre un "no" che rimane tale infonde sicurezza.
Purtroppo è più facile pensare di risolvere i problemi con soluzioni apparenti, ad esempio usando sostanze dolci per sedare i capricci: così compaiono il "cibo ciucciotto", il "cibo premio" e il "cibo rimedio". Impariamo invece a leggere cosa il bambino nasconde dietro a una richiesta eccessiva di cibo: magari un caldo abbraccio è quello che può bastare a saziare quella fame tanto temuta. Con le accortezze giuste il bambino imparerà ad essere più sicuro di sé senza ricorrere alla ricerca di conferme esterne e troverà il suo senso di appagamento non più nel cibo, ma in una maggior consapevolezza delle proprie capacità e valore.