Per i genitori, la stagione calda è spesso fonte di dubbi: dato che è vacanza, occorre allentare le redini del controllo anche riguardo all'alimentazione? E come comportarsi quando è necessario affidare i bambini ai nonni, a copie d amici o comunque ad altri?
Il timore è quello di commettere "errori educativi" in prima persona o incappare in quelli degli "estranei", con il rischio di compromettere in modo irreversibile quanto costruito con tanta fatica nei mesi precedenti.
Dopo tutti gli sforzi fatti per indirizzare il bambino verso un'alimentazione corretto, come evitare che una vacanza, in famiglia o con altri, si traduca in una pioggia di indicazioni diverse e nuovi "vizi"?
Indispensabile un margine di libertà
La soluzione è darsi e dare indicazioni precise - convivendole cioè con chi prende in custodia i bambini - ma prevedendo sempre un margine di tolleranza e di libertà, e tenendo conto che con il caldo è normale che l'appetito diminuisca e che se anche si sgarra un po' non è niente di irreparabile, dato che l'estate è comunque un periodo dove fa capolino un po' si sregolatezza, ma poi tutto torna a regime. Pazienza se ogni tanto il "piccolo principe" fa i capricci e vuole un panino stile americano o un pezzo di pizza: glielo si può concedere, fa parte della vacanza, ma senza che diventi una scappatoia per farlo mangiare a tutti i costi o per evitare di preparare il pranzo o la cena.
Con i nonni o gli estranei
1. Segnalare eventuali allergie o idiosincrasie
Quando il bambino viene affidato ad altri, la prima precauzione è di segnalare con chiarezza ciò non può mangiare.
2. Insistere sull'importanza della suddivisione dei pasti
Colazione, pranzo, cena, uno spuntino e una merenda, sono i cinque appuntamenti col cibo sui quali è meglio non derogare.
3. Lasciare libertà di sperimentare altre cucine
A casa "degli altri", di solito, anche il cibo che prepara la mamma (e magari viene rifiutato) tende a piacere di più. Quindi è bene fidarsi, sia del bambino, senza dargli troppe indicazioni del tipo "mangia questo, evita quello", sia delle persone che lo prendono in custodia, lasciando libertà di provare altre cucine. Non è grave se il piccolo mangerà in modo differente purché le impostazioni di base siano sane.
4. La qualità al primo posto
È bene mettere in chiaro che al posto della merendina confezionata sarebbe meglio frutta fresca o una fetta di crostata fatta in casa. E che un gelato è concesso, ma solo dopo aver mangiato a tavola o come merenda, e optando per quelli artigianali o alla frutta, e di dimensioni ragionevoli.
5. Autonomia indirizzata
Il bambino ha diritto di esprimere le sue preferenze, ma è scorretto mettergli in mano i soldi e mandarlo al bar o dal panettiere a prendere quello che vuole. Meglio accompagnarlo e lasciare che sia lui a pagare se lo desidera, ma dopo aver concordato insieme l'acquisto.