Coltivare buoni rapporti con i coetanei è importante per l'autostima dei piccoli: incoraggiarli significa sapere che il senso dell'amicizia si sviluppa per tappe
Il contatto con gli altri non è solo un’attitudine innata, ma un vero e proprio strumento per crescere: basti pensare che la maggior parte degli apprendimenti avvengono per imitazione, il che significa che già soltanto specchiandosi negli altri il bambino può costruire un’immagine stabile di se stesso, che giocando all’asilo, al parco, impara le regole del vivere sociale, acquisisce abilità comunicative, è costretto a cavarsela da solo…
Ogni bambino fa amicizia…a modo suo
I tempi e i modi con cui ogni bimbo entra in relazione con l’altro dipendono molto dal temperamento individuale: ci saranno piccoli più estroversi pronti a fare subito amicizia, capaci di integrarsi in fretta e autonomamente e altri tendenzialmente più introversi che avranno bisogno di più tempo e di sostegno prima di lanciarsi. I genitori devono rispettare queste differenze e lasciare che ognuno faccia amicizia…alla propria velocità! In ogni caso, è bene tener presente le tappe essenziali con le quali ogni bambino passa dal rapporto esclusivo con i genitori alla scoperta del mondo e degli altri bimbi che lo abitano.
Così passa da mamma e papà al suo migliore amico
- Fino a un anno: contano solo i genitori
Il bimbo mostra una preferenza netta per i genitori, prova dispiacere o ansia quando si allontanano, manifesta atteggiamenti affettivi. Con gli estranei invece può mostrarsi scontroso o indifferente. Gli altri bambini vengono trattati alla stregua di oggetti: li tocca o li ignora.
- Attorno ai due anni: gioca e imita
È incuriosito dagli altri bimbi. Fatica però a scambiare i suoi giocattoli, di cui è geloso. In compagnia dei coetanei spesso emula il loro comportamento e osserva molto le persone che lo circondano. Il linguaggio, se è ben sviluppato, lo aiuta a interagire.
- Attorno ai tre anni: si scontra e si mette alla prova
L’egocentrismo del bambino può farlo apparire aggressivo e prevaricatore. Al piccolo manca la capacità di mettersi nei panni degli altri e fa ancora fatica a scambiare le sue cose e a collaborare.
- Dai quattro anni: cominciano le preferenze
Il gioco simbolico consente al bambino di scambiare i ruoli con i coetanei. Il piccolo è più empatico e mostra spiccate preferenze, nascono i primi rapporti di amicizia: il criterio di scelta per lui è, però, l’intesa nel gioco.
- Dopo i quattro anni: vuole essere parte del gruppo
Per il piccolo diventa importante essere accettato e sentirsi parte di un gruppo. Cominciano a evidenziarsi le dinamiche di divisione in piccoli gruppi, di rivalità, la timidezza e il timore di essere rifiutati.
- Dopo i sei anni: ecco il "migliore" amico
È in età scolare che il piccolo costruisce l’amicizia intesa come affinità elettiva e legame affettivo, che comporta fedeltà, rispetto e reciproco aiuto.
Quante volte avremmo voluto chiedere un consiglio a Raffaele Morelli sui prob...