I disturbi dei bambini sono connessi con la loro crescita: ogni età ha il suo disturbo, che racconta i disagi, le difficoltà che il piccolo deve affrontare
A partire dai tre anni il bambino entra a far parte di un mondo nuovo, esterno a quello familiare. Dovrà condividere con i compagni lo spazio a disposizione, i giochi e il tempo dedicato dalle maestre, rispettare regole, turni, orari comuni… non sempre tutto ciò è facile da accettare. Possono comparire insicurezza, paure, aggressività, emozioni normali che servono ad adattarsi al cambiamento e che spesso, però, i bambini hanno difficoltà a esprimere. Ecco allora comparire strani disturbi…
Boom di malesseri scolastici!
È nell’età della scuola materna, per esempio, che i dolori addominali compaiono più di frequente. Nel 65-70% dei casi seguiti in ambulatorio, come confermano i pediatri, i dolori alla pancia non dipendono da una causa organica e soprattutto non compaiono mai nei giorni festivi ma sempre la mattina prima di andare a scuola.
“Non insistere mamma, so io ciò che è giusto per me!”
L’ansia che il proprio figlio non si nutra a sufficienza appartiene a molte mamme. Tanto che la presunta inappetenza porta dal pediatra circa il 50% dei bambini. Anche questo problema ha una causa psicologica: il cibo catalizza le ansie del bambino o la sua ricerca di attenzione. Il bambino sta vivendo delle difficoltà su cui è bene indagare: forse si sente trascurato, è geloso di un fratellino oppure si oppone alle insistenze dei genitori perché mangi e dichiara la sua indipendenza. Fin da piccolo, Al bambino viene insegnato che nel piatto non si lascia nulla: questa abitudine contrasta con la libertà che dovrebbe regnare a tavola, dove a comandare dovrebbe esser solo l’istinto.
Cosa può fare il genitore: apparire disinteressato!
Dedicate al bambino più attenzione lontano dai pasti, trovate momenti rilassanti per stare insieme, fate in modo che a tavola non ci siano tensioni, sia che mangi, sia che si astenga. Se lui capisce che il suo comportamento non sarà punito né premiato, sarà libero di seguire il suo istinto. Per rassicurarvi, consultate il pediatra e fate il conto delle calorie che assume durante il giorno, sia pure piluccando. Molto probabilmente scoprirete che mangia quanto gli basta. Evitate di forzarlo, otterrete un rifiuto ancora più fermo e a lungo andare il consolidarsi dell’inappetenza.
Stitichezza: il bambino scopre il suo potere e lo esercita
Fra i 3 e i 4 anni il bambino sviluppa il controllo degli sfinteri, una tappa fondamentale per la crescita. Per la prima volta ha il controllo sul proprio corpo, decide cosa fargli fare. La stitichezza può essere quindi il risultato di questo nuovo esercizio di potere; intervenendo in modo sbagliato si rischia di interferire, sottraendo al bambino la possibilità di una sperimentazione importante.
Cosa significa
Secondo Georg Groddeck, psicoanalista e psicosomatista tedesco, i significati della stitichezza del bambino sono di tre tipi:
- Atteggiamento aggressivo: il bambino si sente trascurato e innesca una sorta di braccio di ferro: “Non vi do nulla così come voi date poco a me”.
- Atteggiamento avido: può essere un modo per trattenere qualcosa di suo in un momento in cui il bambino sente dei star perdendo qualcosa di importante (nascita di un fratellino, trasloco, separazione).
- Atteggiamento insicuro: forte tensione e diffidenza nei confronti dell’ambiente: “Qui non posso lasciarmi andare”. Il contenuto del mio intestino è di così poco conto che mi vergogno di darlo al mondo esterno.
Cosa può fare il genitore: aiutalo con il gioco!
Se la stitichezza del bambino esprime un atteggiamento aggressivo ed esigente, ricordatevi che anche questo malessere è un modo per costringervi a occuparvi e preoccuparvi di lui. Smontate la sua trappola giocando con lui al dottore: la sera massaggiategli il pancino in senso orario con olio di oliva, ai pasti aggiungete olio di oliva crudo ai suoi cibi. Accompagnatelo in bagno e stategli vicino, parlando con lui e facendolo ridere.
L’atteggiamento avido è quello del bambino che mangia voracemente e tende a conservare tutto. Inducetelo a cedere il suo “tesoro” giocando insieme. Se la stitichezza di vostro figlio esprime un atteggiamento insicuro, incoraggiatelo a pasticciare con la creta o il pongo, a pitturare con i colori a dito, a sporcarsi senza timore e lasciare tracce, fategli capire che sporcarsi non è un peccato.
Scopri come depurare e riequilibrare l'intestino per vincere stipsi, colite e infiammazioni
Come eliminare acidità, gonfiori, stipsi e colite, con i rimedi naturali una volta per tutte.