Va fatta presto, già a diciotto mesi, perché se i difetti vengono identificati nei primi anni di vita, avremo migliori possibilità di curarli e risolverli bene
I nostri piccoli apprendono per l’80% attraverso gli occhi. Già a due mesi, sono in grado di riconoscere il seno come fonte di nutrimento e di focalizzare il nostro volto. Purtroppo, secondo da un’indagine promossa recentemente dalla Commissione difesa vista, oltre il 60% dei bimbi, tra gli uno e i cinque anni, non ha mai fatto una visita dall’oculista. Così, dopo l’esame oftalmologico di routine che si effettua al momento della nascita, la maggior parte dei bimbi non è più sottoposto ad alcun controllo. E questo nonostante il crescente impegno visivo dei nostri bimbi oggi abbia bisogno di un monitoraggio costante. Se trascurati, i difetti alla vista possono influenzare negativamente anche l’andamento scolastico, creando a catena molteplici disagi psicologici. Ecco cosa sapere:
Alcuni disturbi dei nostri piccoli possono essere risolti molto bene, solo se individuati precocemente. Quindi la visita dall’oculista, già a 18 mesi, può trasformarsi in uno strumento prezioso per diagnosticare molti difetti visivi e correggerli adeguatamente. Per aiutare il piccolo a vincere i suoi timori iniziali, possiamo raccontargli con parole semplici quanto avverrà nel corso della visita, prospettandogliela come un gioco, un’esperienza nuova, sulla quale potrà anche confrontarsi con qualche amichetto, per eliminare ogni ansia.
Ci sembra che il nostro bambino faccia fatica a mettere a fuoco gli oggetti lontani, strizza frequentemente gli occhietti, che spesso lacrimano e sono arrossati. In più ci pare che sia più svogliato a scuola, che fatichi a leggere e quindi abbia meno voglia di stare sui libri. Mamma e papà, osservatori privilegiati, devono cogliere questi segnali per potersi rivolgere tempestivamente all’oculista. Ecco i principali campanelli d’allarme.
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Nei primissimi mesi
Dai 6 ai12 mesi
Dal 2° al 5° anno