I bambini devono fare i compiti scolastici in autonomia
Una ricerca dell'Istitute for Education dell'Università di Londra ha messo in evidenza che i compiti a casa sono una delle maggiori cause di attrito tra genitori e figli. Tanto che arrivano a vanificare i benefici che gli stessi compiti dovrebbero portare, cioè quelli di consolidare le conoscenze acquisite a scuola in uno spazio autonomo, in cui i bambini sperimentano, sbagliano e imparano a correggersi da soli. Qual è il ruolo del genitore in questo caso? Limitarsi a creare le condizioni migliori per lo studio: l'aiuto troppo attivo, la correzione esplicita e il controllo degli esercizi sono interferenze errate.
Come aiutare i bambini a fare i compiti
- Fate sentire che ci siete. Sapere che c'è un adulto, genitore, parente o baby-sitter, cui poter chiedere, interessato a quello che i bambini fanno e come si comportano, da un lato rassicura, dal'altro invita a una disciplina indispensabile.
- Date fiducia. Un severo controllo sui compiti porta insofferenza nei bambini e li spinge a delegare le proprie responsabilità. Il messaggio implicito è quello di dover sempre dipendere da qualcuno che pensa e organizza al posto suo.
-Non sostituitevi. Esisteranno sempre dei compiti molto difficili. Spiegate come si fa, aiutate a cercare materiali e strumenti, fate un esempio, ma non svolgeteli voi.
-Premiate la curiosità. Quando si fa mille domande, anche su quello che dovrebbe essere già acquisito, premiate il suo atteggiamento. Alimenta la curiosità, non la competizione.
-Non esigete la perfezione dai bambini. Non trasformatevi in giudici. I compiti servono all'insegnante anche per valutare quanto gli studenti hanno capito e ai bambini per verificare sul campo il loro livello.
Ripetizioni, quando e perché servono
Alle scuole superiori i ragazzi possono vivere con insofferenza gli interventi dei genitori nella loro vita. Eppure, se studiano poco e rendono ancora meno, la tentazione di intervenire sui compiti e sullo studio è forte. Sarebbe un errore, perché aumenterebbe la conflittualità, il senso di oppressione e la necessità di un confronto col sapere dell'adulto. Un insegnante di sostegno in questo caso è la soluzione migliore. Il ragazzo può instaurare con lui un rapporto indipendente dalla scuola e dalla famiglia, trova un alleato che non lo giudica e col quale può "ricominciare". È vero, le ripetizioni sono costose, ma è un investimento in serenità per genitori e figli