Spesso si decide di anticipare pensando: “mio figlio è avanti”: si tratta un errore: anche se è sveglio e veloce, potrebbe mancargli la maturità emotiva
Li chiamano primini e ogni anno sono sempre di più. Stiamo parlando dei bambini che anticipano l’entrata nella scuola elementare a cinque anni. Ma mandare i bambini a scuola un anno prima dei fatidici sei non è per tutti un grande vantaggio. I numeri parlano chiaro: un bimbo su dieci entra in prima elementare in anticipo…
I nostri figli sono precoci in molti ambiti, rispetto ai bambini di 10 anni fa. Sanno parlare lingue diverse, usare computer e videogiochi. Quel che si dimentica è che la capacità di imparare in modo formale, secondo schemi standard lontani dalla loro logica, richiede anche la giusta preparazione emotiva. L’errore principale, infatti, è considerarli pronti, valutando solo le potenzialità intellettuali, ma queste non sono sufficienti: c’è una realtà emozionale di cui tenere conto. “Capita”, dicono le maestre, “che tu li riprenda e loro crollino a piangere. Questo dimostra che non sono ancora pronti dal punto di vista psicologico”.
L’effettiva precocità dei bambini in molti campi (usa il computer meglio di noi, sa già leggere e scrivere, è sveglio e veloce…).
Il desiderio dei genitori di offrire loro stimoli adeguati, sempre più elevati, nell’illusione chi prima comincia, prima finisce.
La moda attuale e dunque la pressione sociale per adeguarsi al modello prevalente o la convinzione (meglio sarebbe dire il desiderio) non sempre fondata, che dentro il proprio figlio sia nascosto un piccolo genio precoce.
Disciplina in classe, concentrazione, costanza e cura nello studio, impegno nei compiti. E poi capacità di gestire la propria esuberanza fisica e restare seduti composti per diverse ore... Il cambiamento che il bambino deve affrontare quando mette piede in prima elementare è una piccola rivoluzione già per chi va a scuola a sei anni. Figuriamoci per uno più piccolo. Per noi adulti è normale, ma per il bambino no. Lui vorrebbe che la magia del gioco continuasse il più possibile e come dargli torto? Per questo è importante che il genitore rispetti la sua evoluzione psicofisica, la sua competenza emotiva, il suo cuore. D’altra parte la natura non sbaglia mai: l’albero di pesco fa i fiori a primavera, non prima, non dopo.