C’è chi deve affrontare le ultime interrogazioni e chi deve preparare gli esami di terza media o di maturità: ecco cosa fare per sostenerli nel modo migliore
Lo sanno bene le mamme e i papà, questo è il momento dell’anno scolastico più duro, svegliarli al mattino diventa un’ardua impresa: sono pallidi, distratti, stanchi, concentrazione e memoria registrano i minimi storici, per non parlare della motivazione a studiare… Hanno la testa decisamente altrove, il loro calendario interno, più vicino a quello della natura che a quello ufficiale, fiuta già le vacanze. Il desiderio di libertà, di gioco, di spensieratezza, di stare all’aria aperta è irresistibile e del tutto in sintonia con la stagione. Che cosa possiamo fare per sostenerli in quest’ultimo sforzo? Cominciamo coll’evidenziare i principali errori che i genitori, pur in buona fede, commettono in questi casi.
È sempre stato bravo, ma adesso è apatico e distratto. Ecco qualche consiglio per mettere pace tra il desiderio legittimo di riposo e la necessità di impegnarsi fino in fondo.
Se il problema è la stanchezza stagionale, gli insegnanti ne terranno conto. Facciamolo anche noi.
Se si ferma un paio d’ore dopo la scuola, al parco, a giocare con i suoi amichetti, la situazione non peggiorerà di certo. anzi, dopo una bella doccia sarà pronto a fare i compiti.
Non farlo studiare la sera, ma proponigli di farlo con un amico
Vale anche per il dopo pranzo immediato: così si stanca solamente, senza alcun profitto, perché questi sono i momenti in cui la concentrazione cala, naturalmente. Invita a casa qualche compagno con cui può prima studiare e poi giocare.
Quante prove dovrà affrontare? Quali sono le materie in cui è più in difficoltà? Occorre pianificare ciò che deve studiare concentrandosi soprattutto sulle discipline in cui rischia di più. Facciamo un programma di ripasso, che sia fattibile e che proceda per concetti e grandi temi. Non proponiamoci di cominciare dall’abc, meglio concentrarci sugli ultimi argomenti.
La nostra presenza in questo momento è rassicurante, per cui se riusciamo è meglio affiancarli nei compiti, evitando, però, rimproveri, minacce, recriminazioni, critiche e liti, anche se potrebbero venirci spontanei. Teniamo sempre a mente l’obiettivo pratico e concreto: che vogliamo ottenere, che finisca la scuola nel miglior modo a lui o a lei possibile! Per le “prediche “c’è sempre tempo e non è questo!