Desideravano fortemente avere un figlio e ora che l'hanno avuto sono molto felici. Ma poco tempo dopo il parto non vedono l'ora di tornare al lavoro. Per molte neo mamme (o per chi è nuovamente madre) si tratta di una specie di richiamo irresistibile che può diventare fonte di notevole stress. E non di rado, tra le concause della depressione post partum, vi è proprio la sensazione di perdita - seppur provvisoria - del ruolo sul lavoro e dello stile di vita precedente. Eppure le mamme negli scorsi decenni hanno lottato, giustamente, per vedere riconosciuto il diritto al periodo puerperale, a stare vicino ai loro figli nella primissima parte della loro vita. Perché accade questo fenomeno?
La donna che ha sempre lavorato si trova ad affrontare un cambiamento radicale nei primi sei mesi dal parto e spesso vive emozioni contrastanti. Da un lato la gioia di essere mamma, dall'altro la sensazione di aver perso una parte importante della propria vita individuale. La cosa paradossale è che magari, in passato, questa donna si era lamentata del fatto che il suo lavoro fosse troppo stressante. Ma ora vorrebbe che il baricentro della sua giornata fosse lì, sul lavoro, piuttosto che a casa. Un conflitto interiore che a molte mamme crea un forte senso di colpa verso i figli, come se quel "richiamo della foresta" (cioè del lavoro) significasse un minor amore per il bimbo o il fatto di non essere portate per fare la mamma.
Il problema risiede piuttosto nella peculiare situazione psichica e culturale in cui si trova la donna moderna. Una situazione complessa nella quale il dover essere al contempo mamma, moglie, lavoratrice e individuo non è solo una questione di talento organizzativo. Non basta fare bene i calcoli, incastrare bene i vari ruoli e alternarli nei tempi richiesti dalle esigenze della vita. Stare a casa con il figlio è bello ma al contempo implica il sentirsi tagliata fuori da quella vita nella quale si sente apprezzata ma soprattutto collegata, con il mondo relazionale, il mondo "dove accadono le cose": il mondo del lavoro. Per questo, dopo un po', sente il bisogno di tornare nel flusso di questi eventi, magari stressanti, ma di uno stress percepito come vitale e, cosa fondamentale, riconosciuto.
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