Si butta per terra e strilla: è l'atteggiamento tipico di un bambino di 2-3 anni che non ottiene ciò che desidera; aiutalo con questa fiaba.
Cosa c'è "dietro" ai capricci dei bambini
Il nostro piccolo gioca ed appare tutto allegro e sorridente; un minuto dopo urla, sbraita, si butta a terra. Quante volte i bambini ci sorprendono con questi rapidissimi cambi d'umore? Si tratta di un fenomeno del tutto normale: dal loro punto di vista i bambini vorrebbero non smettere mai di giocare, vorrebbero mangiare solo i piatti che preferiscono, vorrebbero tutto al volo! Se questo non accade, ecco i capricci, che fanno uscire subito la loro frustrazione. I capricci, tuttavia, si svolgono sempre su due piani: quello esplicito legato alla richiesta di cose futili, l'altro implicito, che riguarda, invece, la richiesta di attenzione, il bisogno costante che i bambini hanno di sentirsi amati, ascoltati, compresi
Comprendere i capricci non vuol dire assecondarli
Tutti i capricci hanno ragioni profonde, che vanno comprese senza cadere nell'errore di assecondarle. Se lo facciamo, comunichiamo ai bambini che possono continuare a comportarsi così. Al contrario, se ci limitiamo a punirli, tralasciando di ascoltare le richieste, perdiamo di vista una parte importante del loro messaggio e di quello che vogliono dirci con i capricci.
Cosa fare allora? L'atteggiamento giusto è imparare a "leggere" tra le righe e comprendere quello che i capricci comunicano, assecondando le richieste accettabili e rifiutando quelle eccessive. In questo può esserci di aiuto questa fiaba.
La fiaba: "La sveglia bizzosa e piagnucolona"
C'era una volta, nella casa di mamma, papà e Giovannino, una vecchia sveglia fedele, che essendo diventata troppo anziana per fare il suo lavoro, decise di andare in pensione; così papà uscì e ne comprò una nuova che correva veloce e aveva un suono allegro e vivace. Quando la videro, mamma e Giovanni furono felicissimi: la sveglia era davvero bella e colorata. Da lì a qualche giorno però dovettero pentirsi della loro felicità. La sveglia nuova, infatti, era molto capricciosa e ogni tanto, senza alcun preavviso si metteva a correre e a suonare. Suonava quando tutti erano a pranzo, oppure quando papà parlava al telefono, o ancora quando Giovanni stava ascoltando una favola, prima di addormentarsi; una volta suonò perfino nel cuore della notte, svegliando tutti gli inquilini del palazzo. "Una sveglia così non va proprio bene" disse una sera papà alla mamma, "Bisognerà toglierle le pile e chiuderla in un cassetto". "Oppure potresti riportarla al negozio", suggerì la mamma, "Magari la cambi e te ne fai dare una buona e ubbidiente". Giovanni però, che li sentiva parlare dal suo letto, era molto dispiaciuto. Si, è vero, la sveglia faceva tanti capricci, ma lui non voleva mandarla via: quella sveglia gli era molto simpatica. Così decise di nasconderla sotto il suo cuscino, perché nessuno la portasse via. Così decise di nasconderla sotto il suo cuscino, perché nessuno la portasse via. Una volta al calduccio, nel letto di Giovanni, la sveglia sussurrò: "Grazie Giovannino". Il bambino fu molto meravigliato: "Non sapevo che le sveglie parlassero. Ma visto che ci sei, puoi spiegarmi, cara sveglia perché fai sempre i capricci"? "Io non volevo fare i capricci: è solo che ho tantissimo freddo e così salto e ballo per riscaldarmi", rispose la sveglia. Pensa e ripensa, Giovannino trovò una soluzione: avvolse la sua sveglia in una bella sciarpa di lana che la teneva al caldo e la sveglia, da quel momento smise di fare i capricci e cominciò a suonare all'ora giusta. "Come hai fatto, Giovannino?" chiesero papà e mamma, felici perché la sveglia aveva finalmente preso a funzionare nel modo giusto. "Ho imparato a parlare il linguaggio delle sveglie", disse ridendo Giovannino.