Capita a tutti i genitori ma colpevolizzarsi non serve; se ti liberi dal pensiero di “non doverci ricadere”, è più facile che l’urlo non si ripeta
I bambini piccoli sono meravigliosi, simpatici e affettuosi ed è un piacere passare il tempo con loro. I bambini piccoli sono testardi, cocciuti, spesso ribelli e passare il tempo con loro è sfiancante. In quale delle due frasi vi riconoscete? Con ogni probabilità in nessuna delle due, anche se a chiunque piacerebbe vivere il rapporto con i figli in modo sempre sereno e senza difficoltà. Si tratta di un’utopia; non appena i bambini si rendono minimamente autonomi dai genitori, comincia un confronto di personalità destinato a durare molto a lungo, quantomeno fino ai margini dell'età adulta, se non oltre. In questa partita non mancano i momenti aspri, nei quali mamme e papà si sentono prevaricati, vedono il loro ruolo educativo messo in discussione e inevitabilmente, chi più chi meno, perdono la pazienza.
Un automatismo mentale tipico di chi perde la pazienza con i figli è il seguente: ci si dice che si deve star calmi, comincia il capriccio, ci si ripete di star calmi, non ci si riesce, si perdono le staffe, si urla, ci si sente in colpa, ci si ripromette di non farlo più... e ci si ricasca la volta successiva. Perché? Due motivi: in primis dirsi come ci si dovrebbe o non dovrebbe comportare è il modo migliore per fare il contrario. Più combattete con i vostri stati d'animo più essi si rinforzano: proprio per questo occorre accettare di essere arrabbiati e non sforzarsi inutilmente di non esserlo. In secondo luogo, il senso di colpa che si genera in questi casi vi farà sentire ancora più inadeguati e non farete che dirvi: “Ecco, lo vedi? Sei sbagliato, devi resistere, devi sforzarti, devi comportarti diversamente”. E il circolo vizioso continua... Invece di soffocare la rabbia, ricordatevi piuttosto che anche la sgridata può essere efficace se contiene un rimprovero incoraggiante, che pur essendo chiaro e ben fermo, stabilisce che quel comportamento non va bene e suggerisce un’alternativa.
Urlare: è la tipica reazione del genitore quando perde la pazienza con il figlio ed è il segno evidente della frustrazione di chi non trova altro modo per farsi ascoltare.
Alzare le mani: è il provvedimento estremo che scatta quando l’urlo non ha prodotto alcun effetto e il genitore è esasperato.
Di fronte a un capriccio inarrestabile del figlio a volte anche una sculacciata può essere salutare per fermare l’escalation di capricci e ribellione. L’intervento del genitore in questi casi è di tipo contenitivo, serve cioè ad arginare un comportamento che non sta portando il bambino da nessuna parte. Una sculacciata, data al momento giusto e una volta ogni tanto, è un modo per esprimere un “no” tassativo, per definire una regola.
Ci sono tanti modi di urlare. Quello che fa più male al bambino è sicuramente la sgridata squalificante che usa il disprezzo come strumento correttivo. Certo, spesso questo è frutto della nostra esasperazione ma dovremmo comunque evitarlo perché alla lunga tende a colpire l’autostima del bambino che davvero si sente “sbagliato”.
L’urlo deve restare un provvedimento eccezionale. Se è così può essere anche visto come una forma di comunicazione che richiama il bambino distratto e gli lancia un messaggio chiaro: che la nostra pazienza è finita e che siamo arrabbiati con lui. Compito del genitore è fargli capire che ha sbagliato e che occorre che adotti un altro tipo di comportamento.
I bambini vivono le emozioni in modo assoluto. E quando noi genitori siamo arrabbiati, loro pensano davvero che non li amiamo più. Deve quindi arrivare dal genitore, dopo la sfuriata, un segnale positivo che indichi che le cose sono cambiate. Insomma l’urlo deve essere seguito da un sorriso. Il messaggio deve essere: “Mi hai fatto arrabbiare”. Nostro figlio non deve mai avere paura di noi!
Ammettiamolo pure: lo stile di vita moderno frenetico e lo stereotipo diffuso della buona mamma schiacciata da doveri sempre più rigidi e pressanti non aiuta di certo i genitori a mantenere la calma con i propri figli. La realtà è un’altra: il modello materno della madre devota, amorevole e sempre sorridente pesa alla maggior parte delle donne che rifiutano l’idea dell’infallibilità. Se non si accetta l’idea di poter fare degli errori e quindi perdere la pazienza ogni tanto, si rischia di soffocare. Detto questo è possibile mettere in pratica qualche buon consiglio per allentare lo stress e sentirsi più serene e rilassate, anche con i propri figli.
Quante volte avremmo voluto chiedere un consiglio a Raffaele Morelli sui prob...