L’esuberanza di alcuni bimbi espone le madri al rischio di compiere scelte educative errate, che le rendono insicure: come rimediare
Se la prima infanzia è da sempre sinonimo di vivacità e irrequietezza, i bambini di oggi sembrano avere una quantità di energia e un tipo di richieste molto superiori a quelli di un tempo. Da un lato lo testimoniano i sempre più diffusi disturbi ipercinetici e dell’attenzione, dall’altra l’ansia crescente di molte mamme. È un classico problema moderno: madri impegnate su più fronti, società più complessa, bambini immersi in stimoli sempre maggiori.
Ecco il “cocktail relazionale” che innesca la miccia ansiogena:
- Bambino vivacissimo, che fa richieste continue, con un’intransigenza marcata e una frustrazione sempre pronta a manifestarsi in pianti prolungati;
- Mamma sollecita ma poco sicura e ipersensibile al minimo pianto del bambino;
- Marito o compagno molto “preso” dal lavoro, madre e/o suocera ipergiudicanti.
Con queste premesse, la mamma può entrare in crisi: il bambino la mette alla prova proprio sul suo punto debole, cioè sulla capacità di dire dei “no” e di sopportare la frustrazione nel piccolo. È un bambino che fa sentire la mamma inadeguata e la porta a nervosismi e a reazioni spropositate e inopportune, che le innescano un immediato senso di colpa. È in ansia quando è col figlio, è tesa in presenza degli altri, si sente in colpa quando lo affida a qualcuno, è inclemente con se stessa, si giudica inadeguata: un circolo vizioso che va spezzato.
Se l’ansia non si risolve in fretta
Il bambino:
- Sente il nervosismo della madre e aumenta la sua irrequietezza.
- Mostra di preferire altre figure di riferimento (baby sitter, nonni, maestra).
- L’assenza di un numero sufficiente di “no” e l’incertezza normativa della madre lo fanno sentire insicuro.
La mamma:
- Rischia di sviluppare disturbi ansioso-depressivi e sintomi psicosomatici.
- Vive col pensiero costante che il rapporto col figlio non funzioni.
- Alimenta - se il marito non comprende il suo stato - tensioni di coppia.
Cosa si può fare
Chiedi alle altre mamme
Sapere che ci sono realtà simili alla tua, vedere come le altre li gestiscono, scambiarsi opinioni e consigli può ridurre il senso di inadeguatezza e aiutarti a mettere a punto la sua strategia educativa.
Legittima i tuoi “no”
Se non tolleri la frustrazione di tuo figlio è un problema anche tuo, da risolvere. Ci sono tanti libri divulgativi di psicologia dello sviluppo. Leggili: capirai che la frustrazione è fondamentale per la sua crescita.
Trova figure sostitutive
Se ricorri a baby sitter, nonni o zie, devono avere regole molto simili alle tue, una volta che tu hai…aggiustato il tiro! Il bambino deve sentire che il confine è lo stesso e che non si sposta con un’altra persona.
Dagli spazi di libero sfogo
Se tuo figlio è vivacissimo, dagli la possibilità di liberare tutta la sua energia con momenti di gioco in luoghi spaziosi. La sua sana stanchezza ti aiuterà a dargli lo stop in modo complice.