Quando situazioni quotidiane ci mettono ansia, occorre spostare lo sguardo da fuori a dentro: solo così troveremo la verità
Ci scrive Marco, un lettore di Riza Psicosomatica, in preda all’ansia: “Ho 44 anni e da qualche mese ho paura dei miei nuovi vicini di casa. Da quando si sono trasferiti, vivo osservando il trascorrere della loro vita: ho perso il sonno, sono dimagrito di diversi chili e quando sono fuori casa penso costantemente al loro comportamento, immaginando che stiano complottando qualcosa contro di me e contro mia madre. Quando tornano a casa avverto la loro presenza, inizio a sudare freddo e lo stomaco mi si chiude. Ogni cosa che faccio ormai ha perso interesse, non provo più il minimo piacere verso le attività quotidiane. Il problema è che non mi hanno mai fatto niente e non si può dire nulla sul loro stile di vita, sono solo molto allegri, invitano spesso gente a cena, sembrano felici. Io sono profondamente imbarazzato di quel che provo e mi piacerebbe trovare la chiave psicologica per convivere con quest'ansia assurda, che in alcuni momenti della giornata diventa veramente opprimente. Inoltre, ho la sensazione che quando sono per strada, le altre persone sappiano del mio disagio e mi prendano in giro…”
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La storia che ci racconta Marco è davvero esemplare: stava vivendo una vita apparentemente calma e tranquilla, senza scossoni, finché improvvisamente sono arrivati dei nuovi vicini di casa a movimentare le sue giornate con un'ansia inspiegabile. Ma l’anima non ci manda l’ansia senza un motivo o per tormentarci, ma come mezzo prezioso per farci fermare di fronte a un pericolo. Quando queste paure ci spaventano e ci fanno scappare, dobbiamo sempre chiederci da cosa ci stanno facendo realmente fuggire: sono energie profonde che si presentano nella nostra vita per ricordarci di non perdere la cosa più preziosa che abbiamo, noi stessi. In altre parti della mail che abbiamo omesso per ragioni di privacy, Marco racconta di una vita monotona, piatta, sempre uguale. Poi arrivano questi vicini e con loro, l'ansia. Ma non basta: d'improvviso Marco scopre di non provare neanche più piacere nelle sue attività quotidiane. Ecco il senso profondo di quell'ansia: l’arrivo dei vicini ha fatto solo sì che in lui si smuovesse qualcosa, una serie di sensazioni incontrollabili, un’occasione per guardarsi allo specchio e mettersi a nudo…
Dunque, che cosa vuole da Marco tutta quest'ansia? Comunicargli che non sta vivendo, che non sta esprimendo il suo potenziale, la sua vera personalità, cosa che i vicini sembrano fare molto bene. Ecco perché l'inconscio ha "scelto" loro per svelare a Marco la verità. Proprio mentre siamo spaventati, qualcosa di nuovo in noi sta affiorando. Un’energia nuova, nascosta sotto l'abito dell'ansia, che vuole salvarci spingendoci verso nuove dimensioni. Il modo migliore per superare quest’ansia è accettarla: non è mai una questione di volontà, forza o impegno ma solo ascoltandola svolgerà la sua funzione e ci lascerà liberi. Noi pensiamo di dover combattere le paure e l'ansia, ma senza i suo arrivo, Marco avrebbe continuato a vivere la vita di sempre, ricca solo di noia: quello che per lui è stato l’inizio di una crisi, in realtà è ciò che potrebbe salvare la sua vita, a patto che sappia accoglierlo. Ora che è riuscito a rompere la routine, Marco dovrebbe iniziare a fare qualcosa che gli piace davvero, una nuova attività, un interesse. Più farà crescere la sua pianta, più le darà spazio, meno le paure e le ansie avranno motivi di visitarlo ancora…