La paura è un'emozione indispensabile alla sopravvivenza: non va mai combattuta, ma solo osservata fino a che si trasforma nel coraggio che ti serve
La paura è un'emozione comune a tutti gli uomini, strettamente legata all’istinto di sopravvivenza: anche gli animali la provano ed è quindi una caratteristica fondamentale del comportamento di ogni essere. La paura scatta quando si avverte un pericolo o una minaccia incombente: quando si vede ad esempio un serpente strisciare a una distanza ravvicinata, è normale fare un balzo indietro, del tutto automaticamente.
Tuttavia, nella nostra specie avviene che un essere umano provi paura per un oggetto o un essere animale in realtà non pericolosi (fobie) o addirittura per qualcosa presente solamente nella mente (paura dei fantasmi). La paura fa aumentare l’adrenalina nel sangue, quindi aumentano i battiti cardiaci, il sangue affluisce nei muscoli, aumenta l’attenzione e la sudorazione: il corpo si prepara alla fuga o se indispensabile, alla lotta. La paura esercita dunque una funzione naturale nei casi di reale pericolo, per sé o per i propri cari, mentre se è causata da altri motivi diventa espressione di uno stato mentale (ad esempio la paura degli spazi aperti, agorafobia) che, alla lunga, debilita psiche e corpo.
Purtroppo, la paura può anche essere insegnata. Un genitore può trasmettere ovvero insegnare la propria paura per i ragni o gli insetti ai figli, sia a parole sia con il comportamento, così come un cane impara a temere non solo ciò che fa paura a lui ma anche ciò che fa paura al suo padrone e a reagire di conseguenza, ringhiando o attaccando. Attenzione: un animale che prova paura attacca sempre, a scopo difensivo o per proteggere i suoi piccoli. Può accadere lo stesso nell’uomo che cerca di neutralizzare una minaccia, vera o presunta tale: l’aggressività è in questi casi un diretto "prodotto" della paura.
Per fortuna, è vero anche che una reazione eccessiva e non motivata di paura, così come è stata appresa, può anche essere “disimparata”. Per farlo può essere utile un percorso di psicoterapia che aiuti a portare alla luce quei “nodi” che causano reazioni sproporzionate e che molto spesso conducono al disagio psichico e abbassano la qualità della vita. In questi casi la paura funziona come un segnale di allarme e, benché spiacevole, si rivela un’alleata che spinge a ritrovare un equilibrio compromesso. Si direbbe che la paura sia assimilabile alla febbre la quale segnala che il corpo si sta difendendo da un’infezione...
Chi soffre di paure eccessive – e ricordiamoci che paura e ansia vanno sempre a braccetto, non deve deprimersi: posto che provare paura è normale e persino salutare, si può imparare guardare questa emozione e a prendere atto della sua "invadenza". Questo è il primo passo per restituirla al suo sano ruolo di sentinella imprescindibile della sopravvivenza. Insomma il ruolo della paura è salvarci da ciò che, oggettivamente o solo soggettivamente, troviamo pericoloso: non solo un nemico ma persino un amico a volte assillante ma fedele. In questo senso è particolarmente sbagliato dare del vigliacco (“uno che ha paura perfino della propria ombra”) a una persona che prova una paura per noi immotivata.
Ognuno ha un suo "regno interno" dove albergano paure e terrori e spesso non lo vuole esplorare: è un reame del tutto personale che non si deve mai affrontare con la forza. Sfidare una paura può rivelarsi deleterio e pericoloso anche fisicamente. Al contrario, può essere utile parlarne: quanti disagi aspettano solo che si dia loro la parola! La paura che ci salva da una brutta caduta è benvenuta, se produce timore o sospetto sta dicendoci di vigilare con attenzione, ma anche se ci impedisce di vivere pienamente la vita lo fa comunque per il nostro bene: c’è qualcosa in sospeso che va assolutamente chiarito e compreso. Dentro di noi prima che fuori...
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