Una paura affine agli attacchi di panico può assalirci in alcuni luoghi naturali molto scenografici: la spiegazione è nel vissuto che abbiamo alle nostre spalle
Nell'era dei viaggi last minute che in 12 ore ci catapultano in un'isola sperduta dell'Oceano Indiano, e delle "avventure controllate" nei luoghi naturali più mozzafiato e rischiosi del pianeta, può sembrare anacronistico che qualcuno sviluppi una fobia (se non veri e propri attacchi di panico) per "incontri" con la natura anche di minor spettacolarità. Eppure esiste una forma d'ansia, che la psichiatria colloca fra le fobie specifiche, caratterizzata proprio dall'estrema paura - a volte dal terrore - di assistere a eventi naturali, non solo quelli dotati di un rischio oggettivo per l'incolumità propria o della propria abitazione (trombe d'aria, inondazioni, nubifragi violenti...) ma anche quelli più normali, frequenti e di minor impatto emotivo, come un temporale ricco di lampi e tuoni, un vento molto forte, nevicate intense o un sole estivo che non dà tregua.
A volte persino la semplice visione - anche da un luogo del tutto sicuro - di uno spettacolo naturale prorompente e fascinoso (come delle grandi cascate o un panorama visto dall'alto) a turbarci in profondità e a far scattare la paura e/o gli attacchi di panico. La persona che ne soffre può vivere due malesseri: una forte ansia anticipatoria se l'evento non è ancora accaduto o sta per accadere, o un attacco di panico se vi si trova in mezzo o di fronte. Oltre, ovviamente, all'impossibilità di muoversi liberamente nella realtà, con l'evitamento di luoghi e situazioni specifiche, e dal frequente, anche se non costante, stato di allerta: il suo senso di sicurezza dipende tutto da fattori esterni. Ma qualcosa di concreto si può fare per eliminare questo ostacolante disturbo.
Conoscersi meglio
Andare più in profondità dentro di sé, scoprire i propri "paesaggi dell'anima" fa automaticamente entrare in sintonia con la natura intorno a noi. Ci sono tanti modi: dalla psicoterapia del profondo a letture specifiche a filosofie orientali. L'importante è un'attenta gradualità.
Accettare il disequilibrio
Tutto, dentro e fuori di noi, cambia di continuo. Accogliere le tempeste interiori, le cascate di emozioni, i terremoti dell'anima è fondamentale. Ci sono tecniche corporee molto utili - se seguite da un esperto -per familiarizzare con l'alternanza fra equilibrio e disequilibrio.
Desensibilizzarsi dalla paura
Il contatto con la natura va ripreso, poco a poco. Camminare in mezzo al verde, leggere sdraiati in un prato, sonnecchiare tra gli alberi sono modi molto semplici per ritornare a sentire la Natura come una parte di sé e non come nemica. Da qui si può ricominciare.