La paura di essere felici è più diffusa di quanto si pensi, ma rinuncia ai cambiamenti che potrebbero portare nuovi entusiasmi, il risultato può essere persino un attacco di panico
Alcuni lo ammettono, altri no, ma è diffusa l’idea che l’uomo moderno, a dispetto di tutte le sue comodità di cui gode, conduca una vita lontana dalla felicitàautentica: stress da lavoro, da famiglia, da coppia, da solitudine, da impegni sociali, e poi le tasse, la crisi, le malattie, l’assicurazione sulla vita, il mutuo, le notizie drammatiche dal mondo…. Ma la felicità è possibile e raggiungibile, sempre. A meno che non si sia vittime della paura della felicità, che altro non è che la paura di essere o diventare sé stessi.
C’è chi la insegue senza trovarla ma non si arrende, c’è chi la trova senza cercarla, molti arrancano con fatica per qualche istante di estasi: strade diverse accomunate da un rapporto errato con l’idea di felicità. Il vero problema però è che molte persone hanno in qualche modo “rimosso” dal loro orizzonte esistenziale questa possibilità. Entrati da anni in uno stile di vita tutto razionale, si sono disabituati alla sensazione di felicità, al punto che quando sono in situazioni che potrebbe essere definite “felici”, riescono al massimo a dire che sono “serene”, quasi avessero paura della felicità, paura di contattare il pieno benessere…
Può accadere su tutti i “piani”dell’esistenza: i sentimenti, la sessualità, la realizzazione personale, un traguardo lavorativo, uno stato di relax, addirittura la salute. Il cervello che da tempo non attiva gli assetti neurochimici che corrispondono alla felicità e al benessere non riesce a gestirli quando essi si presentano, li sente nemici o alieni e, come estrema difesa, può produrre addirittura un attacco di panicoche, se non compreso nella sua dinamica, può ulteriormente combatterli. Ciò si innesca più facilmente su persone che per educazione e moralità fin da piccole si sono abituate a controllare le emozioni e a vivere al “riparo” dalla felicità, percepita come impossibile ma soprattutto… pericolosa.