A volte questo disturbo "attacca" proprio quando cala la tensione, come in vacanza o durante un week end: perché può succedere e quali contromisure adottare
Panico da relax? Sembra un paradosso ma è così. A dispetto di quanto si pensi, sono diversi i casi in cui una crisi di panico si manifesta proprio nei momenti in cui ci si rilassa, ci si svaga o si sta senza far niente. Anzi, molti li sviluppano solo in questi frangenti. Come è possibile? Si tratta spesso di persone che, per motivi biografici e psicologici, sono poco inclini all'introspezione, non hanno confidenza con le proprie emozioni profonde, le temono e perciò se ne difendono con l’attività continua, mentale, fisica e talora anche... alimentare! Sono convinte di "dover" evitare a tutti i costi i momenti vuoti e dunque non si rilassano mai.
Temono di “incontrare” se stesse e quindi si riempiono di impegni
Si sentono bene solo se ricevono una “pressione” dall’esterno: responsabilità, mansioni, ruoli, persone che li cercano, che li “mettono sotto”. A volte se la cercano loro, sovraccaricandosi di lavoro e di impegni, e “inventando” litigi sentimentali o amicali per non sentire vuoto il rapporto. È come se questa pressione li delimitasse, desse loro sicurezza. Perciò temono la noia, il silenzio, la passività, gli spazi aperti e vogliono sempre gente intorno, la città, il traffico, i palazzi, l’azione e il casino. Ma così l’energia vitale profonda e le emozioni non fluiscono all’esterno: restano dentro, si accumulano, compresse dalla pressione esterna. E quando questa cala, soprattutto se all’improvviso come accade in un week end non impegnato o una carenza di lavoro, esse esplodono dando l’attacco di panico.
Situazioni a rischio
- Dopo aver fatto l’amore
- Nel week end non impegnato
- Situazioni rilassanti o silenziose, sale d’attesa
- In un momento di svago o di noia
- Durante la notte
- In relazioni non problematiche e serene
- A casa dal lavoro in malattia o disoccupati
- Visioni di film “non adrenalinici”
- Viaggio lungo senza parlare o senza radio
Cosa fare
Non staccare di colpo
Il tuo corpo e il tuo cervello non sono abituati ad affrontare i momenti “vuoti”, perciò avere troppo spazio di colpo può innescare la crisi. Evita pause brusche in qualunque attività: dopo un primo momento di benessere, nel quale il corpo si rilassa illudendoti di avercela fatta, arriva l’effetto boomerang che rischia di spaventarti e di indurti a non provarci più.
Movimenti ginnici a ritmi alternati
Effettua ogni giorno per 20 minuti, sdraiato su un tappetino, l’esercizio della bicicletta. Parti in modo piuttosto veloce e poi rallenta, “innescando” una velocità più bassa. Poi torna alla velocità precedente e poi ancora a quella più bassa, alternandole almeno 4-5 volte nei 20 minuti. Col passare dei giorni puoi inserire più di due velocità, man mano sempre più basse fino a raggiungere movimenti quasi “al rallentatore”.
Tecniche corporee graduali
Sotto la guida di un operatore esperto, a cui hai spiegato bene la situazione, effettua tecniche corporee prima di tipo attivo (nelle quali cioè sei tu a gestire la situazione) da portare nelle settimane seguenti a un’alternanza di attività e passività. E solo molto gradualmente alla passività totale.