Smorfie e movimenti di questa parte del volto comunicano ad un occhio attento emozioni e sentimenti di cui a volte non riusciamo a parlare direttamente
Affacciarsi sulla “dimensione della bocca” significa calarsi nel mondo del piacere legato ai sapori della materia e ai sapori delle relazioni. La bocca è l’organo dove duro e morbido sono trionfalmente vicini e l’uno è indispensabile all’altro, dove il cibo viene accolto e assimilato. Ma è anche uno spazio del volto in cui bugie e verità, rabbia, insicurezza o invidia e gioia sono leggibili o intuibili al di là di quel che si dice con le parole. La bocca è un organo dalla duplice “collocazione simbolica”: da un lato è porta di ingresso della materia-cibo e in questo senso giudice insindacabile di ciò che ci piace e non ci piace. Dall’altro, per composizione cellulare della sua mucosa e per le terminazioni nervose che arrivano alle labbra, è un organo simbolicamente molto vicino alla vagina e quindi alla sfera della sensualità e del piacere erotico. I suoi atteggiamenti sono un libro aperto che rivela il nostro carattere e le nostre intenzioni. Il “gesto” della bocca che maggiormente si presta ad essere letto secondo differenti sfaccettature è il sorriso. Il famosissimo ed enigmatico sorriso della Gioconda di Leonardo ne è l’emblema: apparentemente semplice ma decisamente non interpretabile in maniera univoca.
Mangiucchiarsi, mordersi le labbra, mette in evidenza uno stato di indecisione, un rimuginare su qualcosa ce non ci è ben chiaro, che non abbiamo ancora giudicato giusto o sbagliato. Il dubbio rende evidente torturando l’organo predisposto alle “dichiarazioni”.
Portare la mano al volto a coprire la bocca è il tentativo di nascondere ciò che stiamo dicendo. Forse per vergogna o timore di ciò che con le nostre parole stiamo rivelano o più semplicemente per non tradirci mentre stiamo…mentendo!
La bocca storta è invece l’espressione del nostro disappunto, la non approvazione verso quello che l’interlocutore sta dicendo o facendo. Può esprimere addirittura il disgusto e il disprezzo verso qualcosa che riteniamo esecrabile.
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