A volte quando siamo innamorati ci tormentano dubbi e paure: ecco come liberarsene e vivere appieno la nuova avventura
Può sembrare strano, ma capita anche agli innamorati di complicarsi la vita; dovrebbero essere al settimo cielo, allegri e spensierati, ma non sempre è così. Succede che piccoli dubbi, ricordi spiacevoli di esperienze passate ma soprattutto timori legati al futuro della coppia (il fatidico "quanto durerà?") si insinuino fra i partner come un tarlo insidioso, che piano piano mina l'armonia amorosa. Cosa possiamo fare per liberarci da questo pericolo e vivere appieno l'amore? Gli esempi che seguono (tratti da alcune lettere giunte alla redazione e dalle nostre risposte) indicano la strada giusta.
La lettera di Valerio
«Come si fa a capire quando si è innamorati? Sono fidanzato da un anno, ma ho dubbi sul mio sentimento, anche se quando abbiamo provato ad allontanarci non resisto senza vederla o sentirla. Come si può definire il concetto di amore?».
Quando smetti di vivere l'amore per come ti arriva e cerchi di inquadrarlo in definizioni e regole di vita, inevitabilmente stai male. Cercando risposte a tutte queste domande non facciamo che tentare di ricondurre il "fiume tempestoso" dell'amore in un alveo ben definito, in un argine solido di cemento. Lo chiudiamo in un ambito così ridotto che finisce per mancargli il respiro.
Non ha senso stare con l'orologio in mano per stabilire che nome dare alle sensazioni che provi alle tre del pomeriggio e se sono ancora le stesso alle nove di sera. Non è un esperimento scientifico! L'amore vive di alti e bassi e di originalità. Ogni incontro fa storia a sé, non puoi paragonarlo a un modello universale, perché non c'è! Permettiti di vivere quello che provi di volta in volta senza farti domande e senza importi definizioni. L'amore chiede di rimanere senza spiegazioni, cerca un territorio senza confini né vincoli. Così dà il meglio di se stesso.
La lettera di Elisa
«Ho 26 anni e sono disperata. Fino a pochi mesi fa la mia relazione, che dura da otto anni, sembrava tranquilla e consolidata; ma da quando ho conosciuto un ragazzo di cui credo di essermi innamorata follemente non so più cosa fare. Sto male fisicamente e mentalmente. Ho provato a lasciare il mio fidanzato ma lui torna da me disperato, in lacrime, e io non posso vederlo ridotto così. Avevo pensato di chiedergli una pausa che mi permetta di frequentare l'altro e vedere come va, ma se poi torno e lui non c'è più? Qual è la cosa più giusta da fare?».
Sembra quasi di sentire Elisa ripetersi: «Ti sei fissata con questo nuovo ragazzo... Non si buttano via così, magari per un capriccio, anni di relazione... E se poi rimani sola?». Tranquillità, solidità, sicurezza, però, mal si conciliano con l'amore. Ed è proprio per rimanere attaccati a questo progetto di vita superato che stiamo male, attribuendo "solo" al caso o a una distrazione l'interesse per un'altra persona.
È un amore che fa bene quando... invita a sbandare. Certo non è sempre facile, specie se ci sono di mezzo mariti, mogli, figli. Tuttavia, a meno che lo strappo non si ricucia in maniera naturale, ricorrere alla classica pausa di riflessione altro non è un tentativo di nascondersi dietro un dito per non ammettere che in realtà siamo già oltre. E che quindi... non resta che andare.
La lettera di Isabella
«Dopo una delusione d'amore cerco di andare avanti. Mi sento una bimba indifesa, niente mi tocca, né mi entusiasma più. Se un uomo mi avvicina so già cosa mi aspetta. Ho perso me stessa e vago senza scopi e aspettative... Lui mi ha rubato il tempo e l'amore».
A lasciarti l'amaro in bocca non è stato "lui", ma i sogni di cui ti sei nutrita e che poco avevano a che fare con l'amore. Dovresti chiederti chi hai amato: lui o una figura ideale che si è rivelata inesistente? La "bimba indifesa" ha un'opportunità preziosa: accettarsi, crescere e diventare una donna, liberandosi da tutte le illusioni preconfezionate che questo amore è venuto per far crollare. Non odiarlo: la sua funzione è stata salvifica, ti ha liberato dalla zavorra che ti impedisce di amare davvero.
Molte relazioni d'amore risultano traumatiche perché portano allo scoperto le nostre fragilità: spogliandoci delle nostre certezze, di una visione idealizzata della realtà che scambiamo per innamoramento. Demonizzare l'altro considerandolo il responsabile della nostra infelicità vuol dire però non riconoscere la nostra autentica fragilità e identificarci con il ruolo della vittima, che non potrà che attrarre altri carnefici e perpetuare la sofferenza. Ogni amore illumina aspetti di noi che non conosciamo. Guai a chiudere gli occhi, o a trasformare l'amore in una malattia da evitare; mai dire "ho chiuso". I veri demoni sono i nostri "sogni".
La lettera di Sabrina
«Non posso crederci: mi sono innamorata di un uomo sposato, padre di due bambini. Io sono separata, dopo quattro anni di solitudine mi sento rinascere, avevo dimenticato cosa vuol dire sentirsi donna, desiderata, viva, ma ho una paura folle di lasciarmi andare. Sono dilaniata dal senso di colpa: l'idea di poter essere la responsabile di una crisi matrimoniale, di far soffrire l'altra, i bambini, come abbiamo patito io e i miei figli mi è insopportabile. Ma come faccio a resistere?».
L'amore non sceglie per noi il partner più opportuno, più "a modo" secondo i nostri criteri convenzionali, ma quello in grado di accendere la scintilla. La tua proiezione sul futuro, sulle rovine che "inevitabilmente" questo amore creerà, parla invece dei tuoi pregiudizi: temi che appena vi lascerete andare, scoppierà una caos che travolgerà ogni cosa. Ne sei proprio certa? Forse il tuo timore nasconde un eccesso di "progetto", stai già chiudendo questa novità in un futuro di vita in comune e regolare. La vostra storia potrebbe invece far fiorire solo cose buone, e la famiglia di lui potrebbe trarne nuovo vigore, proprio come te. Sei sicura che non sia proprio questa l'idea "insopportabile" che ti tormenta?
L'effetto benefico: le vie dell'amore sono misteriose
È vero, la passione non conosce limiti, ma in genere non è lei a travolgere e seminare "distruzione", bensì proprio il tentativo di disciplinarla. Desiderare l'altro del resto non vuol dire necessariamente sconvolgere il suo equilibrio e indurlo a scelte forzate, e persino il tradimento non è detto che debba portare alla rottura di una relazione. Anzi talvolta - se vissuto in un segreto ricco di mistero - ne ravviva la vitalità. I sensi di colpa segnalano che stiamo contaminando il regno della libertà con regole, idee e norme che non gli appartengono.