Un rapporto troppo tranquillo è più a rischio di quello che naviga nella tempesta: in nome del quieto vivere si rischia di rompere la coppia
Ci sono coppie che sembrano "perfette": anni e anni senza un litigio, senza un'alzata di voce, senza l'espressione pubblica di una sola scontentezza. Placide, invidiate, ben integrate nel tessuto delle relazioni sociali, da tutti considerate stabili e inscindibili. E invece eccole all'improvviso sfaldarsi ed esplodere in crisi che quasi sempre si concludono con separazioni cariche di tensioni, di rancori inusitati e, se sposate, di violente battaglie legali. Come è possibile, si chiede chi sta intorno ma in fondo anche i due protagonisti, increduli di fronte al crollo di quella che sembrava un vera e propria "istituzione" a prova di bomba. In realtà è proprio l'incredulità a essere incredibile, perché da tempo tutto era pronto per finire o, meglio, tutto era già finito da un pezzo. Solo che o non ci si era accorti di niente, avvolti da chissà quale idealizzazione, o si pensava davvero di potercela fare col vecchio sistema del "nascondere la polvere sotto il tappeto".
Alla base di queste crisi c'è sempre un fattore: l'incapacità di sopportare i conflitti da parte di uno o di entrambi i partner: meglio insoddisfatti ma in pace che soddisfatti passando da una guerra. C'è chi, sulla base di esperienze antiche, non si legittima a esprimere le insofferenze e teme di non essere accettato, di deludere, di venire lasciato, oppure - ribaltando lo stesso problema all'esterno - teme di ferire l'altro con una "critica mortale" o con un tono acceso della voce. Ma c'è anche chi, per motivazioni più adolescenziali, ha assunto come vitale un modello di perfezione, individuale e di coppia, nel quale non è contemplato il Lato Oscuro: tutto deve essere a posto e in ordine.
Una discussione potrebbe turbare questa statica armonia e rovinare tutto, nella radicata idea che la felicità sia un quadretto "da mantenere così" piuttosto che un mosaico da ricomporre di continuo come un mandala. Così la coppia resta immutata nel tempo: i due devono viversi per come si sono conosciuti da innamorati, quando lo stato nascente della passione soverchiava i primi malumori. Certo: per un po' uno dei due magari ha provato a tirar fuori qualche problema, a discutere, ma si è imbattuto in un partner indisponibile al confronto reale e così ha imparato a rimuovere le contrarietà che l'altro non può o non vuole accogliere, illudendosi che avrebbe funzionato. In realtà da quel momento si è creato un fiume sotterraneo di insoddisfazione che prima o poi - e oggi molto più di un tempo - chiederà con forza di vivere, attraverso la crisi.
Gli ammortizzatori (soldi, viaggi, successo, figli) possono funzionare anche a lungo ma poi lo schema si rompe. E a romperlo è di solito un elemento: l'imprevisto esterno (incontri, fascinazioni, cambi di lavoro, perdite, scoperte) che fa scattare un forte istinto di crescita e di ampliamento di coscienza, pronto da tempo: un'istanza psichica profonda, carica di libido, che se risvegliata non ci fa più tornare quelli di prima. A volte però è possibile "trasformarsi in coppia" e prevenire questa esplosione individuale e intransigente: si tratta di cominciare a pensare che andare d'accordo non significa non litigare, ma trovare l'accordo giusto di volta in volta, come in un duetto musicale in cui i due strumenti cercano l'accordo nel dispiegarsi, talora improvvisato, della melodia.
I consigli
Capire il motivo del "congelamento"
Impara a litigare bene
Conoscere l'altro
Non diventare intransigente
Quali sono i falsi problemi che possono mettere a rischio la nascita di un am...
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