Chi ne soffre o chi la subisce vorrebbe liberarsene, ma non è così semplice: la gelosia svolge una funzione naturale e non può essere eliminata a piacimento: che fare?
Il dizionario riporta che la gelosia è un "sentimento di dubbio ansioso di chi ha paura che ciò che ama gli venga sottratto"; provoca avversione verso chi è (o ci sembra) preferito a noi e il suo nome deriva dal termine greco "zelos" e significa "spirito di emulazione". La gelosia patologica è dunque competizione spinta all'eccesso.
Ciò che il dizionario non dice è che la gelosia eccessiva spesso distrugge i rapporti, può indurre comportamenti violenti sia fisici che mentali e fa soffrire tremendamente chi la prova. In altre parole non è in sé una malattia psichica ma un segnale importante di una psiche sofferente che andrebbe aiutata. Si può paragonare la gelosia a quel che prova un animale affamato cui si cerca di sottrarre il cibo o che teme di poterlo perdere: lo difende con aggressività, lo nasconde, cerca di allontanare chiunque potrebbe impadronirsene.
L'uomo è, a livello istintuale, un animale e perciò conserva in buona parte il retaggio per cui il paragone tra cibo e gelosia è calzante: in effetti l'animale-uomo si ciba della persona di cui è geloso, almeno psicologicamente, in una sorta di vampirismo affettivo. Gli serve per occultare l'inadeguatezza, spesso inconscia, che nasconde a sé stesso. Mantenere il possesso ed essere per questo considerato potente e socialmente accettabile cela aggressività e una rabbia profonda e ingombrante verso la propria inadeguatezza, originata da molte circostanze culturali o personali, che hanno segnato direttamente la percezione di sé stesso e della realtà.
Per questo l'uomo (o la donna) che vuol mantenere sotto controllo il partner cerca perennemente di allontanare o eliminare ogni rivale reale o immaginario e ciò comprende anche il voler controllare il carattere e le relazioni del soggetto per il quale si prova gelosia, a volte fino al punto di volerne indirizzare gusti e fantasie: così chi è geloso divora il partner per alimentare un malinteso senso di potenza e di sazietà psichica. Occorre ricordare che si può essere gelosi anche di un oggetto che, se risiede nella zona di dominio affettivo, non si tollera possa essere usato o possa entrare in possesso di altri... Ma si è gelosi anche di un figlio o persino di un animale domestico: un cane cui si è affezionati e che fa troppe feste ad estranei, alimenta rabbia e gelosia, indispettisce perché sembra sia uscito dall'area di possesso personale ed abbia quindi in un certo senso tradito il suo padrone. In effetti assomiglia tanto al "non avrai altro Dio all’infuori di me".
Il geloso proietta una parte di sé stesso sulla persona amata (oppure sull'oggetto posseduto) e non può tollerare che gli venga alienata o sottratta anche solo temporaneamente o persino mentalmente. Da qui tanti processi alle intenzioni, ai desideri dell'altro. Detto questo, è importante sapere che:
La gelosia patologica, pur esprimendosi, in comportamenti dolorosi e psicologicamente disturbanti, può essere curata e guarita. Chi ne soffre ed è consapevole di questa limitazione, dovrebbe recarsi da uno psicoterapeuta per chiarire il senso dei propri comportamenti ed essere restituito a una vita più piena e più soddisfacente: che senso ha soffrire e far soffrire se la causa è dentro noi stessi e può essere modificata? Basta essere consapevoli che non servono enormi sforzi mentali né occorre impiegare la volontà ma occorre accettare di farsi aiutare.