Quando l'interruzione della terapia spaventa
Agosto è un mese difficile per chi è in cura per disagi psichici. La lontananza dallo specialista di riferimento (psichiatra o psicoterapeuta), e in particolare la sua eventuale "non raggiungibilità" telefonica, viene sentita da chi soffre come una perdita transitoria ma destabilizzante, con senso di paura, smarrimento e talora di abbandono. Un momento, tra l'altro, in cui l'impossibilità di vivere la vacanza o la pausa lavorativa "come tutti gli altri" accresce il senso di solitudine e di frustrazione. Tutto ciò può portare a un aumento o a una riacutizzazione del malessere, che se non sono affrontati in modo adeguato rischiano di compromettere il percorso terapeutico.
Ecco una piccola guida per non fare scelte avventate e controproducenti
Cosa si prova
- Si pensa di non farcela senza il supporto dello psicoterapeuta, con conseguente fragilità, insicurezza e/o depressione.
- Un evento spiacevole o emotivamente intenso può innescare una crisi difficili da controllare.
- L'irreperibilità telefonica dello specialista innesca un disturbo d'ansia o di panico.
Cosa fare
- Descrivi le tue sensazioni
Riporta su un diario, come se parlassi col terapeuta, i tuoi momenti di malessere e di insicurezza, ma anche quelli di gioia. Attraverso questo immaginario interlocutore attiverai la tua parte sana e guaritrice. Inoltre ciò che scrivi sarà materiale importante per le prossime sedute - Vivila come un'opportunità
Il distacco è un'ottima occasione per provare a "farcela da soli", per attingere alle proprie risorse interiori senza la mediazione esterna. Il malessere non è sempre un peggioramento. E si può uscirne più forti. - Chiedi aiuto quando serve
Se vedi che la situazione peggiora visibilmente, chiama il terapeuta, di cui dovresti avere comunque un riferimento per le emergenze. Se non riesci vai dal medico di base. Prima di eventuali psicofarmaci di emergenza (possibilmente da evitare) considera l'impiego dei rimedi naturali.