In Italia il bruxismo coinvolge milioni di persone: lo causano i ritmi frenetici, l'abuso di fumo e alcol ma anche ansia e depressione non curate
Se ultimamente avete notato su di voi o sui vostri familiari un'eccessiva usura dei denti o la presenza di scheggiature, una difficoltà nell’aprire e chiudere la bocca, indolenzimento o dolore dei muscoli masticatori è il caso di fare una valutazione perché si potrebbe trattare di bruxismo, ovvero il digrignamento dei denti, causato da una contrazione della muscolatura masticatoria, che avviene soprattuto, ma non esclusivamente durante il sonno . Il
Nel nostro paese il bruxismo potrebbe riguardare fino 15-18 milioni di persone e Possono essere coinvolti da questo disturbo sia i bambini sia gli adulti. Colpisce dunque a tutte le età e l’incidenza è in drammatico aumento. Per questo motivo l’Accademia Italiana di Odontoiatria Protesica ha preparato una vera e propria guida sia per conoscere sia per affrontare nel modo più appropriato il problema.
Come spiega Fabio Carboncini, presidente di Aiop, mentre in passato è stata grande importanza data alla malocclusione dentale, autorevoli ricerche recentemente hanno posto l’attenzione su fattori psicologici e sulla qualità del sonno. Si è visto che ad esempio tra i principali fattori predisponenti vi sono l’ansia e la depressione spesso non riconosciute e quindi curate in modo efficace. A questo si aggiungono i ritmi di vita frenetici e il ricorso abituale al fumo e agli alcolici.
Al di là di una corretta “postura” delle arcate dentarie è importante intervenire proprio con una maggiore comprensione del significato psicologico, o meglio psicosomatico di questo sintomo. Alcune tecniche psicologiche cognitivo-comportamentali si sono rivelate piuttosto efficaci nell’insegnare a portare l’attenzione sui denti e su come anche durante il giorno si tenda a serrarli involontariamente. Allenare quotidianamente questa forma di attenzione, insieme ad un corretto stile di vita possono aiutare, con buona probabilità, a risolvere il problema; fondamentale è evitare di ricorrere al “fai da te” acquistando, ad esempio, le cosiddette “placche” in farmacia che possono peggiorare la situazione.