Le diverse cause del bruxismo hanno tutte a che fare con accumulo di aggressività inespressa che trova nel corpo l'unico possibile canale di sfogo...
Il bruxismo è un tipico disturbo psicosomatico che porta a digrignare violentemente i denti nel corso del sonno, tanto che spesso, chi ne soffre, se ne accorge solo grazie alla segnalazione di un partner o di un parente che gli dorme accanto. In questi termini sembrerebbe un disagio trascurabile; in realtà il bruxismo, oltre a usurare i denti, che appaiono spesso inspiegabilmente scalfiti, può causare dolori mandibolari e cefalee. L’aspetto più grave, però, riguarda l’origine del bruxismo che affonda le radici in un atteggiamento eccessivamente controllato e remissivo tale da impedire a chi ne è affetto di esprimere adeguatamente la propria rabbia. È quel che capita a Tamara che scrive a Riza Psicosomatica decisa a risolvere il problema. Su consiglio del dentista, che le ha suggerito di usare un bite e di affidarsi, contemporaneamente, all’esperienza di un terapeuta, Tamara ha intrapreso un percorso psicologico che ha subito messo in luce le cause del suo bruxismo.
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Già dalle prime sedute con il terapeuta, Tamara descrive il clima eccessivamente severo della famiglia d’origine, caratterizzato da imperativi inderogabili e frequenti rimproveri ai quali non è mai riuscita a ribellarsi. Con il tempo, l’attitudine appresa è stata estesa anche ai rapporti sociali, tanto che sia a scuola (superiori e università) che oggi, al lavoro, non si è mai concessa di ribellarsi a quelle che riteneva offese, ingiustizie e prepotenze subite per mano di colleghi e superiori. Interrogata sulle ragioni di tanta remissività, Tamara sottolinea due aspetti cruciali: il timore di offrire di sé un’immagine spiacevole che avrebbe acuito oltremodo soprusi e prese in giro e la paura di subire, senza saper gestire, le conseguenze negative di un’eventuale ribellione. Lei stessa precisa che, nell’azienda in cui lavora, il fatto di non avere un aspetto sufficientemente vistoso costituisce già un ostacolo a carriera e considerazione personale: “così, anche davanti all’ironia spesso piacevole dei miei colleghi mi ritrovo a sorvolare con fare accomodante”. Ecco che, allora, il terapeuta trova la via per aiutare Tamara a risolvere il problema bruxismo: riscoprire il guerriero che la abita, un prezioso alleato che lei, però, ha sempre messo a tacere tanto da arrivare a dubitare che esista davvero.
Quello che lo psicoterapeuta suggerisce a Tamara è di riprendere i contatti con la sua parte battagliera, inizialmente limitandosi a immaginare le reazioni che provocherebbe intorno a sé se non fosse così coartata nell’esprimere le proprie emozioni. Che parole sceglierebbe e con quale intenzione? E a quelle parole quali comportamenti seguirebbero? Il terapeuta la induce ad assaporare il piacere di manifestare apertamente pensieri e sensazioni, rivendicando un rispetto mai preteso prima e poi, la spinge a immaginare l’impatto positivo delle proprie reazioni anche sul luogo di lavoro. E se qualcuno resta spiazzato? Meglio così, la prossima volta ci penserà prima di mancare di garbo o offendere qualcuno. In poco tempo, Tamara passa dal piano della fantasia a quello della realtà, riguadagnando, prima ai propri occhi e poi a quelli di chi la conosce, fiducia in se stessa e considerazione. Quando qualcuno la ferisce, non si limita più a sorridere e incassare ma comincia a rispondere per le rime. Prima si sperimenta in famiglia, poi esporta questa nuova modalità anche in campo professionale e, in poco tempo, anche il bruxismo svanisce. Ora che ha imparato a utilizzare armi di difesa più efficienti ed evolute, integrandole opportunamente nel modo di gestire le proprie relazioni, quella del bruxismo è una parentesi passata.