Quando pensi di aver ormai raggiunto i tuoi traguardi e ti “siedi”, rischi di costruire la tua prigione: i sintomi psicosomatici arrivano per farti ritrovare l’indipendenza
“Da qualche mese soffro di bruciori e dolori al torace e spesso soffro di mal di gola.” Sono i sintomi tipici di un disturbo psicosomatico diffuso: il reflusso esofageo. Diversi fattori concorrono al suo insorgere, non ultimo lo stress. Per Manuela, il reflusso è solo l’ultimo di una serie di disagi che ultimamente non le danno tregua: “Proprio ora che dovrei essere felice continuo a stare male. Ho ottenuto quello per cui ho lottato tanto: da cinque anni vivo con Nicolò dopo tanta attesa, tanta sofferenza. Quando suo figlio è cresciuto, finalmente ha fatto il grande passo e ha lasciato la moglie per vivere con me.” Da un anno hanno anche un figlio loro. Vivono nella villa di Nicolò, che spesso è via per lavoro e Manuela si occupa di tutto. Per dedicarsi a tempo pieno a casa e famiglia ha lasciato anche il lavoro…
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Negli ultimi anni Manuela ha messo su diversi chili, come se la raggiunta tranquillità avesse spento il suo metabolismo. Da qualche mese e del tutto inaspettatamente, ha conosciuto un uomo più giovane di lei, e se né sentita attratta. È il pediatra che segue il suo bambino: lui è gentile, bello e in un paio di occasioni lei ha percepito che l’attrazione è reciproca. E questo è male! “Che mi succede? Ormai sto con Nicolò, ho fatto tanto per essere qui; ho ciò che ho sempre desiderato e distruggo tutto per un colpo di testa? È folle!” Eppure negli ultimi tempi, da quando ha conosciuto il dottore, è dimagrita a vista d’occhio… Ma una cosa la preoccupa più di tutte: la scomparsa del ciclo, che non si fa vedere ormai da tre mesi. Come spesso succede, la svolta arriva con un sogno: “È notte e scopro che un ladro ha rubato tutto il vino rosso dalla cantina; l’ufficiale mandato a indagare mi rivela la verità: il ladro è proprio il mio compagno Nicolò!” Il vino rosso è un modo molto poetico di alludere al proprio femminile, che Manuela vede sacrificato, addirittura sottratto, proprio dal compagno…
Quante donne s’intestardiscono dentro una vita idealizzata, tutta casa e famiglia? L’errore di Manuela è questo: convinta da sempre che la sua felicità dipendesse dal mettere su famiglia, ha impostato tutta la sua vita in funzione di quest’unico scopo e ha dimenticato di coltivare la sua individualità! Attraverso i sintomi, l’anima prova a farle intravedere il senso del suo malessere. Il ciclo è assente, ma è il suo femminile in realtà a essere bloccato. Non è tanto in discussione l’amore per Nicolò, ma l’aver aderito a un ideale di moglie innaturale. E il giovane dottore è solo un interruttore che ricorda a Manuela: “Sei una donna, non un soprammobile! Il tuo ideale di coppia ti sta soffocando: ecco l’attrazione per svegliarti, ecco il fuoco del reflusso per rompere l’assedio, ecco i sogni!” Così Manuela comprende che non deve pensare all’obiettivo conquistato come a un fine ma come a un nuovo inizio, altrimenti si spegnerà. Solo imparando a percepire gli stati interiori senza più maschere, riscoprirà la necessità e la voglia di puntare anche su sé stessa!