Burnout: cos'è, significato, sintomi e come affrontarlo
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Burnout: cos'è, significato, sintomi e come affrontarlo

Cos'è il burnout? Scopri il significato, i sintomi, le cause, le quattro fasi da affrontare e le strategie per prevenire e curare un burnout sul lavoro

Il burnout è una condizione sempre più diffusa che colpisce più spesso chi opera in ambito sanitario, ma anche professionisti, studenti e chi vive situazioni di stress cronico. È uno stato di esaurimento fisico, emotivo e mentale causato da un prolungato periodo di stress e sovraccarico di impegni. Non si tratta di semplice stanchezza, ma di una condizione in cui l'energia si esaurisce al punto da non poter essere recuperata nemmeno con il riposo.

Chi soffre di burnout si sente demotivato, distaccato nei confronti del lavoro e delle relazioni, percepisce una profonda inefficacia personale e manifesta sintomi sia psicologici che fisici, come irritabilità, insonnia e tensione muscolare.

Il burnout non è dovuto solo all’esaurimento delle proprie energie psicofisiche, ma soprattutto a uno scorretto impiego delle proprie risorse interiori e al fatto di non riuscire a trovare del tempo per “ricaricare le batterie”. In sostanza, il burnout è un segnale che il corpo e la mente inviano per richiedere un cambiamento che ristabilisca l’equilibrio vitale.
 

Indice dell'articolo

Burnout: significato

Il termine “burnout” deriva dall’inglese e significa letteralmente “bruciato”. Indica uno stato di esaurimento totale – fisico, emotivo e mentale – causato da un sovraccarico prolungato di stress. Chi sperimenta il burnout sente di aver “bruciato” tutte le proprie energie, arrivando a un punto tale che neanche il riposo è sufficiente per ricaricarsi. Questa condizione va ben oltre una semplice stanchezza cronica: è una risposta del corpo e della mente a un accumulo di pressioni e responsabilità che, se non gestite, possono anche portare al collasso.

Cos’è il burnout?

Burnout: cos'è in termini pratici? Si tratta di una condizione caratterizzata dai seguenti fattori.

  • Esaurimento emotivo: con una sensazione di vuoto interiore e l’incapacità di recuperare le energie, anche dopo periodi di riposo.
  • Distacco e disconnessione: con la perdita di interesse nei confronti del lavoro e delle relazioni e con un progressivo isolamento sociale.
  • Ridotta realizzazione personale: con percezione di inefficacia, incapacità di raggiungere gli obiettivi prefissati e costante senso di fallimento.

Il burnout non è semplicemente una reazione alla fatica, ma un meccanismo di difesa del corpo che, segnalando la presenza di “troppo stress”, ci invita a fermarci e a ripensare il nostro equilibrio vita-lavoro.

Sintomi del burnout

I segnali che indicano l’insorgenza del burnout possono essere sia fisici che psicologici. Tra i sintomi più comuni troviamo i seguenti.

  • Fatica cronica e insonnia: con una stanchezza persistente, che non si allevia con il riposo.
  • Calo dell’umore e irritabilità: con sensazioni di tristezza, ansia e una tendenza all’isolamento.
  • Distacco emotivo: con una crescente disconnessione sia dal lavoro che dalle relazioni personali.
  • Sintomi fisici: quali tensioni muscolari, disturbi gastrointestinali e altri malesseri corporei.
  • Senso di inefficacia: con la percezione di non essere più in grado di raggiungere determinati obiettivi o di dare valore ai propri sforzi.

Prestare attenzione a questi segnali è fondamentale per intervenire tempestivamente.

Burnout e lavoro

Inizialmente studiato nell’ambito sanitario, il burnout si è esteso a tutti i settori lavorativi. Soprattutto nei contesti ad alta competitività, dove le aspettative e le pressioni sono elevate, questa condizione trova terreno fertile. Ecco alcune caratteristiche tipiche.

  • Ambienti lavorativi esigenti: le aziende che richiedono prestazioni elevate e costanti e che non riconoscono il valore degli sforzi dei dipendenti aumentano il rischio di burnout.
  • Sovraccarico di compiti: l’eccesso di impegni e la mancanza di autonomia nel prendere decisioni fanno sì che il carico emotivo e quello fisico superino i limiti della resilienza individuale.

Il burnout sul lavoro non mina solo la produttività, ma ha ripercussioni significative anche sulla salute psicofisica di chi lo vive.

Burnout: cos'è, sintomi e cura

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Cause del burnout

Il burnout nasce da un mix di fattori interni ed esterni, come i seguenti.

  • Pressioni lavorative e responsabilità eccessive: la continua richiesta di risultati, unitamente a scadenze ravvicinate e a un ambiente competitivo, favorisce lo stress cronico e il burnout sul lavoro.
  • Eventi di vita stressanti: situazioni come divorzio, perdita del lavoro, malattie o lutti personali possono contribuire a rendere i livelli di stress molto elevati.
  • Aspettative irrealistiche e mancanza di riconoscimento: il sentirsi costantemente sotto pressione, senza che i propri sforzi vengano apprezzati, è un fattore scatenante importante.
  • Mentalità autolimitanti: l’iper-perfezionismo, il bisogno eccessivo di controllo e l’incapacità di delegare aumentano la vulnerabilità allo stress e favoriscono il burnout.

In pratica, il burnout arriva quando la somma di responsabilità, impegni e pressioni supera la capacità di adattamento sia a livello psicologico che fisico.

Le 4 fasi del burnout

Il percorso che porta al burnout può essere suddiviso in quattro fasi progressive.

  1. Accumulo di stress: all’inizio, l’entusiasmo e l’impegno vengono travolti da una crescente pressione. In questa fase, la persona tende a dare sempre di più, trascurando il riposo.
  2. Crisi emotiva e disconnessione: l’energia si esaurisce e nasce una sensazione di distacco sia dal lavoro che dalla vita sociale. Il soggetto inizia a essere cinico nei confronti degli impegni quotidiani.
  3. Aumento del cinismo e isolamento: la disillusione prende il sopravvento, portando a un isolamento emotivo e a una progressiva perdita del senso di realizzazione.
  4. Collasso fisico e mentale: si manifesta l’esaurimento totale, con sintomi fisici e psicologici intensi, che possono compromettere gravemente la qualità della vita.

Conoscere queste fasi aiuta a riconoscere tempestivamente i segnali del burnout in modo da intervenire prima che questa sindrome raggiunga il suo punto di rottura.

Sindrome da burnout

La condizione di burnout è stata riconosciuta come una vera e propria sindrome legata al lavoro. La sindrome da burnout è molto più di una semplice stanchezza: è un insieme di sintomi fisici e psicologici che riflettono l’incapacità del sistema nervoso di gestire un carico di stress eccessivo. Tra le componenti principali si evidenziano le seguenti.

  • Esaurimento emotivo: l’energia vitale si esaurisce, portando a una sensazione di vuoto e impotenza.
  • Depersonalizzazione: il distacco emotivo genera una visione cinica e distaccata sia del lavoro che delle relazioni interpersonali.
  • Ridotta realizzazione personale: si perde fiducia anche nelle proprie capacità, generando una costante sensazione di inefficacia.

La sindrome ha impatti importanti non solo sul benessere psicologico, ma anche su quello fisico, alterando il sonno, l’alimentazione e la salute in generale.

Chi viene colpito da burnout? Ecco i profili più a rischio

Non tutti sono uguali di fronte allo stress. Alcuni profili psicologici sono particolarmente a rischio, come i seguenti.

  • Perfezionisti e iper-controllanti: chi si impone standard elevatissimi e fatica a delegare spesso si sovraccarica inutilmente.
  • Persone che vivono per il riconoscimento: una bassa autostima e il bisogno costante di approvazione esterna possono spingere a investire energie su compiti eccessivi.
  • Lavoratori compulsivi: chi mette il lavoro al centro della propria esistenza rischia di trascurare la vita privata e di non riconoscere i segnali di disagio del proprio corpo.
  • Chi ha difficoltà nello stabilire confini: chi fatica a dire “no” e accetta ogni richiesta, sacrificando il proprio benessere, è maggiormente esposto al burnout.

Riconoscere questi atteggiamenti è importante per intervenire e adottare delle strategie di prevenzione.

Come si cura il burnout?

Superare il burnout richiede un approccio che comprenda cambiamenti a livello personale, lavorativo e relazionale. Ecco alcune strategie efficaci.

  • Ascoltare il proprio corpo: è fondamentale riconoscere i segnali di stress ed esaurimento e prendersi il tempo per riposare. Tecniche di respirazione, meditazione e rilassamento aiutano a ristabilire il ritmo naturale del corpo.
  • Provare le tecniche immaginative: gli esercizi di visualizzazione guidata possono aiutare a ricreare spazi di calma interiore. Ad esempio, immaginare di camminare su una spiaggia o in un bosco incantato può favorire il distacco dalle tensioni quotidiane.
  • Ridurre il controllo e scaricare le responsabilità: imparare a delegare e a stabilire confini chiari tra vita lavorativa e personale è essenziale. Anche creare rituali per segnare la fine della giornata lavorativa può aiutare a “spegnere” la mente.
  • Riconnettersi con sé stessi e la natura: dedicare tempo ad attività che nutrono l’anima – dal contatto con il verde alle attività creative come la scrittura, la pittura o la musica – favorisce il recupero delle energie.
  • Rivalutare le proprie priorità: rivedere il proprio rapporto con il lavoro e le responsabilità, riscoprendo passioni e interessi che spesso vengono messi da parte, è un passo importante per ristabilire l’equilibrio interiore.

L’approccio per superare il burnout è un percorso personale che parte dal riconoscimento delle proprie esigenze e dal coraggio di apportare dei cambiamenti nella routine quotidiana.

Michael Morelli
Psicologo e autore, laureato in Sociologia presso l'Università Sorbona di Parigi. Collabora con l'Istituto Riza di Medicina Psicosomatica e con le riviste Riza Psicosomatica e Riza Relax.
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