La risposta di Raffaele Morelli ad una lettrice. Troverete altri interventi e altre risposte del Direttore di Riza Psicosomatica
«Cosa crea la stima di sé, l'autostima? Si può non essere consapevoli della ricchezza che si possiede? Come si può non vedere il proprio talento? Tanto più quando si tratta di artisti dalle indubbie doti e che, durante le interviste, raccontano di avere problemi di autostima».
Rosy
La parola autostima, se dobbiamo dire la verità, è una delle parole più infelici che abbiamo creato perché si basa sul giudizio che diamo di noi stessi. "Stimare" è del resto la parola che si usa con gli oggetti antichi: «Quanto varrà questo mobile? Facciamolo stimare». Stimare se stessi significa valutarsi. Ma il giudizio su di sé è sempre deleterio.
Un giorno un grande Rabbino con cui ero rimasto per ore a parlare dell'Anima, mi disse che nessun essere del cosmo, a parte l'uomo, esprime giudizi su di sé, sulle sue capacità, i suoi talenti e sulle sue inclinazioni. «Chi sono io per dirmi se vado bene o no?»: queste erano le parole del Rabbino e io le condivido pienamente. La propria autostima, il proprio talento sono inclinazioni naturali che ciascuno - e ripeto ciascuno - possiede, proprio come il ragno quando fa la ragnatela, il bruco che fa si fa farfalla, l'ape che costruisce la sua celletta esagonale o, ancora, la ghianda che fa la quercia. Non mi devo né stimare, né mi devo voler bene: queste sono parole che riguardano la superficie della vita, il gregge, il branco. Vuole sapere, cara Rosy, cosa libera il talento e cosa quindi regala spontaneamente l'autostima? La spontaneità.
Niente domande su come riconoscere il proprio talento, niente giudizi su di sé, niente commenti e, soprattutto, nessuna aspettativa. Sa cosa limita più di tutto il talento? Il pensiero e in particolare il pensare a come riconoscere il talento. C'è chi passa la vita a chiedersi quando verrà fuori il suo talento e non sa che così facendo lo allontana. Il talento è un'inclinazione che tutti abbiamo, un processo naturale, poco ci importa cosa dicono gli artisti nelle interviste. Così come bisogna liberarsi dal luogo comune che il talento o lo si esprime da giovani o non lo si esprime più. Anzi, andando avanti negli anni impariamo a esprimere la nostra essenza, a non dirci come dobbiamo essere e nella vita incontriamo persone e cose adatte a noi e ci accorgiamo che ci sono cose che sappiamo fare, senza averle imparate. Questo è il talento.
Raffaele Morelli