Lo afferma una ricerca americana: la qualità della vita da adulti dipende molto da quel che si è appreso da piccolissimi, soprattutto nei primi cinque anni
Una recente pubblicazione scientifica ha reso noti i dati dell'Abecedarian Project, un progetto statunitense che per 45 anni ha seguito un gruppo di 100 individui lungo un periodo molto lungo della loro esistenza. La ricerca, coordinata dal Virginia Tech (Prestigioso istituto Universitario statunitense), ha studiato nel corso degli anni due gruppi di bambini per valutare il diverso livello di apprendimento nel tempo. Lo scopo di questo progetto era di trovare una possibile correlazione tra la qualità di vita nel corso degli anni e le esperienze di questi bambini nei loro primi cinque anni di vita, come spiega Craig Ramey, docente del Virginia Tech Carilion Research Institute, che dal 1987 partecipa all'Abecedarian Project.
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A distanza di anni è emerso in modo chiaro come la corretta educazione dalle prime sei settimane di vita fino ai primi 5 anni di vita, anche in presenza di situazioni di disagio sociale, permette da adulti di raggiungere una qualità di vita soddisfacente per quanto riguarda l’aspetto lavorativo ma anche nelle relazioni sociali. Lo studio prevedeva che i bambini selezionati fossero divisi in due gruppi e solo uno dei due è stato seguito in modo “intenso” da un punto di vista didattico per 5 anni consecutivi. Mentre un gruppo ha seguito i normali programmi scolastici, i bambini dell’altro gruppo sono stati invitati ogni giorno da un maestro a partecipare ad attività, letture e conversazioni.
Secondo quanto riporta Ramey, seguire un bimbo quotidianamente per più ore al giorno in modo adeguato per 50 settimane l'anno può cambiare completamente il corso della sua vita poi da adulto. È importante che l'educatore coinvolga il piccolo a diverse attività e allo stesso tempo esplori quali possano essere i suoi bisogni. Di fatto quello tra adulto e bambino è un dialogo continuo. Ma questi risultati non stupiscono gli esperti del settore. Da tempo, diversi studi hanno messo in evidenza la stretta correlazione fra i primi anni di infanzia e la formazione dell'individuo.
Lo studio conferma ulteriormente come un buon approccio dell’adulto al bambino nei primi anni di vita abbia poi una serie d'importanti ricadute positive negli anni successivi, sia nei rapporti familiari più stretti sia nelle relazioni sociali al di fuori della famiglia, comprese quelle lavorative. Lo ribadiscono del resto le stesse neuroscienze: l'educazione emotiva può fare davvero la differenza. Quando nasciamo, le reti neuronali sono già ma devono essere "attivate"' e questo processo di progressiva attivazione dipende dall'esperienza. Per questo il bambino sin dalle prime settimane di vita va coinvolto in attività specifiche con giochi ma anche spiegazioni su quello che succede nell’ambiente circostante.