Gli attacchi di pianto arrivano per sciogliere le sofferenze e andare oltre: solo accettando i momenti di fragilità, le paure possono andarsene..
Ci scrive Federica: “Ho letto mesi fa un articolo su Riza Psicosomatica che mi ha colpito. Diceva che che dobbiamo essere fluidi e mutevoli come l’acqua, che dobbiamo cercare il cambiamento e solo così possiamo dimagrire. Io vorrei tanto farlo, rinascere, liberarmi delle paure che mi prendono in alcune circostanze ed essere più serena e tranquilla. Ho perso mia mamma quando era ancora molto giovane, circa 10 anni fa. I primi anni sono stata comunque bene, sembrava che il dolore non mi avesse proprio colpito e ho continuato la mia vita come se nulla fosse. Poi un bel giorno ho iniziato ad avere dei cedimenti e sono iniziate le paure, le ansie e gli attacchi di pianto e sono ingrassata di parecchi chili. Sono sempre stata una ragazza forte, dinamica e con tanta voglia di fare. Voglio in tutti i modi ritornare a essere quella di prima! Da dove devo iniziare?”
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A volte affrontiamo la vita con troppa forza e, prima o poi, arrivano i cedimenti, come ad esempio un attacco di pianto, a correggere il tiro per riequilibrarci. Non sono loro il problema, ma la durezza unilaterale ed esclusiva con cui ci poniamo, come se nulla ci toccasse. Quando un evento triste e traumatico ci colpisce, inizialmente tendiamo a negarlo e a continuare a vivere come se nulla fosse, finché un giorno, inevitabilmente si presentano gli attacchi di pianto, le ansie o le paure a farci tornare alla mente quello che ci è accaduto. Esattamente quello che è successo a Federica: i primi anni sono stati apparentemente facili, fino a quando sono iniziati gli attacchi di pianto. Il triste episodio che le è accaduto in passato è riaffiorato e lei si è ritrovata vittima di ansie e paure. Come se non bastasse, oltre alle lacrime, sono arrivati anche dei chili di troppo e lei non sa come uscire da tutto ciò…
Per essere completi, forza e cedevolezza devono convivere in noi. Ecco il senso degli attacchi di pianto tanto temuti da Federica, in apparenza immotivati: sciolgono il dolore e lo portano finalmente via. E per fortuna che arrivano! Se accettiamo di vivere i momenti di fragilità, le paure, anche la sofferenza più acuta, come la morte di una madre in tenera età, potrà essere superata e metabolizzata. Al contrario, le lacrime non piante presto diventano chili, come è successo a Federica. Non dobbiamo cercare di diventare insensibili al dolore o non andrà mai via: al contrario dobbiamo percepirlo, viverlo a pieno e poi andare oltre. Altrimenti il cibo e il sovrappeso finiranno per diventare una pericolosa valvola di sfogo!