Quando io e i colleghi con cui lavoro da molti anni abbiamo fondato Riza, il nostro pensiero è andato alla salute. Nelle cose che scriviamo nei nostri giornali, parliamo sempre di cose pratiche da fare per stare bene. La prima e forse unica regola è stare bene con se stessi.
Oggi voglio parlarvi dell’invidia. Ringraziate il cielo se potete scoprire gli esseri invidiosi.
Lo so che state pensando: “No, l’invidia non mi riguarda, magari la gelosia sì, oppure la rabbia, ma l’invidia proprio no”.
L’invidia di cui parlo appartiene al Regno degli Dei, di quegli esseri divini che non si preoccupavano di vivere i peccati degli uomini, anzi li consideravano parti essenziali della loro divinità. Per invidia si scatenavano le guerre, per invidia gli Dei litigavano tra loro. I Greci ci insegnavano che l’alto e il basso, la luce e l’ombra, le virtù e i peccati, sono lati visibili della stessa essenza.
Se voi sapeste quanti disturbi nascono dal fatto che rimuoviamo, espelliamo dalla coscienza la nostra invidia…!
La nostra percezione deve cambiare: non è l’invidia nei confronti di Franca, che è più giovane e più bella, che devo vedere. Ma l’invidia, come energia interiore, come forza, che mi sta chiamando per essere riconosciuta.
Non trattate l’invidia come una cosa inferiore della vostra anima, ma come una “luce nera” che vuole prendere contatto con voi: vi farà sentire fragili, insicuri, ma aprirà le porte alla nostra maturità, alla nostra essenza. Come le radici della pianta vivono oscure nella profondità della terra, l’invidia permette alla coscienza di sedersi sulle forze ancestrali della vita.
“Voglio sentire la mia invidia, vieni a trovarmi Signora della Notte e portami dove vuoi tu”. Queste sono le parole da dirsi. Mai fare i bigotti e dirsi “non voglio più essere invidioso”. L’invidia accolta fa entrare nella nostra anima Atena, la dea della provvidenza e Artemide, la dea della natura. Riconoscere i nostri demoni costruisce giorno dopo giorno la nostra grandezza e la nostra salute.