Per essere felici non occorrono grandi sforzi, basta orientare lo sguardo nella giusta direzione, quella delle nostre radici: da lì, la gioia di vivere sgorga incessantemente
Ogni giorno in redazione all’Istituto Riza riceviamo moltissime email: una delle cose che danno più soddisfazione a men e a tutti i professionisti che ci lavorano è vedere come applicando alcune delle “regole di vita” che noi suggeriamo, le persone stiano meglio molto rapidamente. Per questo motivo è nato questo Manuale della felicità: per trovare dei codici, della chiavi che ci portano nella “sua stanza” . Com’è questa “stanza della felicità”? Apparentemente come tutte le altre, ma in realtà appartiene a un regno misterioso dove Il nostro IO, la razionalità, cessa di esistere. Ciascuno di noi vorrebbe la felicità “da protagonista”, vuole che gli appartenga e in quesito modo la perde…
Ho chiesto a Elisa, storica grafica delle Edizioni Riza, di illustrare questo libro, di accompagnare le sue parole con delle immagini. Fra le tante che troverete in questo manuale (disponibile in edicola da solo o in allegato a Riza Psicosomatica), quella che preferisco è quella delle radici. Non conta tanto la felicità delle foglie, che sono caduche, passano… non quella dei fiori che esplodono… non la felicità degli altri che ci guardano o delle cose che abbiamo ottenuto, dei successi…
Io parlo di una felicità che appartiene alle radici, di un’energia e anche di una quiete permanente e creativa. Io non so come sono fatto o dove andrò, ma qualunque cosa io faccia devo tener presenti le mie radici. Sarebbe una ben misera vita se le perdessi di vista e ragionassi come le foglie. In questo libro ho cercato di porre l’attenzione agli aspetti permanenti dell’esistenza: tutto passa ma c’è qualcosa di perenne che ci anima e se lo contattiamo possiamo riuscire a trovare la felicità persino nel dolore, nei momenti difficili, quando qualcuno ci lascia, negli addii…
Dobbiamo allontanarci dai luoghi comuni sulla felicità: Plotino affermava che se il nostro sguardo è “largo”, anche nella sofferenza qualcosa produce la felicità. In quest’opera parlo molto della nostra somiglianza con l’uovo, un simbolo importantissimo. Quando nasce un pulcino, il guscio si frantuma ma quella distruzione partorisce una nuova vita. Il nostro cervello ha una forma analogica a quella dell’uovo; nel cervello risiede l’energia che ci genera incessantemente. Lì c’è la felicità: in questo manuale parlo anche di tutte le cose che dobbiamo eliminare dalla nostra vita per entrare in rapporto con quel mondo interno che è una sorgente dove sgorga incessantemente la felicità.
Noi viviamo perché la felicità ci porti sulla nostra strada, viviamo per incontrarla in modo inaspettato, anche nei momenti bui. Lo sguardo di chi è felice si vede: capiteranno dolori, addii e ferite ma la gioia di vivere può essere con noi sempre. Questo libro aiuta a trovarla. Buona lettura!