VIDEO I disagi guariscono se fermi i pensieri

Nel nuovo numero di Riza psicosomatica affrontiamo un tema che è tra i più sentiti dalle persone, come testimoniano le ricerche su internet: come smettere di pensare troppo? Come smettere di rimuginare sui problemi? Scopriamo tutte le risorse da mettere in campo.

Rimuginare sui problemi tanto da guastarsi la vita è un’abitudine sbagliata che crea tanta sofferenza, eppure coinvolge moltissime persone. Perché accade? Pensiamo e ragioniamo troppo sulle cose che ci accadono perché siamo convinti che serva a risolvere i problemi: è questo l’errore di base. Ma il pensiero è qualcosa di molto superficiale, limitato, e soprattutto contiene pochissimo di ciò che ci caratterizza come individui, delle nostre tendenze, delle risorse innate che possediamo: il pensiero è soprattutto un riflesso del mondo esterno, del collettivo, delle convinzioni della massa. Ecco che, mentre abbiamo occupato tutto lo spazio psichico con il pensiero al punto di convincerci di essere i nostri pensieri, stiamo perdendo la nostra parte più preziosa.

Dovremmo piuttosto chiederci: io esisto al di là del pensiero? Sono solo l’essere pensante che conosco, che credo di essere, o c’è qualcosa d’altro, qualcosa di unico?

La risposta è sì; c’è moltissimo altro.

Il vero problema è che, appena si presenta un disagio, un imprevisto, una situazione di crisi, subito pensiamo a come intervenire, a cosa fare, subito scattano i rimpianti (“Se avessi fatto diversamente”), i giudizi (“Sono sbagliato”; “Sono troppo debole”; “Non so fare la cosa giusta”) e con i giudizi arriva la ricerca delle cause (“Sono insicuro perché ho preso da mio padre”; “Ho l’ansia perché da piccolo mia mamma non mi ha amato abbastanza”). In questa danza del pensiero non ce la possiamo fare: il pensiero sposta il problema nell’unico luogo in cui non ci sono soluzioni.

Il sistema di auto-guarigione interno, il sistema immunitario della psiche, agisce senza il pensiero. In noi c’è un centro, il Sé, che ha altri modi di affrontare i problemi: l’immaginazione, la percezione, la contemplazione, l’intuito, l’istinto. Sono risorse enormi a nostra disposizione. Quando ci spostiamo dal pensiero verso queste risorse, in un attimo ci accorgiamo che la nostra lotta contro il disagio non solo non risolve niente, ma anzi è il più grosso ostacolo che abbiamo davanti.

Spesso le cose che ci capitano e ci disturbano sono degli avvisi del nostro Sé che dice: “Ci sono modi diversi di considerare te stesso, c’è un lato nascosto che non stai vivendo, un lato dimenticato deve tornare alla luce”. I disagi interiori ci vengono a visitare proprio perché l’abbiamo trascurato e arrivano per risvegliarlo. Ragionarci sopra blocca il processo perché il pensiero non sa far altro che combattere il disagio: tenta di eliminarlo, non vede che è già parte della soluzione, che la sofferenza è sempre il parto di un lato di noi che non stiamo facendo vivere e che invece deve fiorire. Spesso per superarla è sufficiente guardare il problema senza dirsi niente: guardarlo è già cambiarlo. Ma occorre guardarlo senza il pensiero e senza l’intenzione di risolverlo: guardarlo e basta.

Buona lettura!

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