Emozioni: una guida pratica per scoprire quali sono e a cosa servono, caratteristiche e come gestirle per ritrovare l’equilibrio interiore
Le emozioni sono una componente essenziale della nostra vita quotidiana che influenza pensieri, comportamenti e relazioni. Conoscere quali sono, le loro caratteristiche e funzioni è fondamentale per preservare il benessere psicologico e affrontare gli ostacoli di tutti i giorni.
Nel pensiero e nell’approccio psicoterapeutico di Riza è riservata una grande importanza al riconoscere e accogliere le proprie emozioni senza giudicarle, imparando a vederle come segnali preziosi inviati dal mondo interiore in grado di indirizzare la persona verso la propria realizzazione personale. È fondamentale sviluppare una maggiore consapevolezza emotiva in modo da trasformare anche le emozioni dolorose in risorse a disposizione, evitando la loro cronicizzazione in disagi psicologici e psicosomatici.
Gestire e ascoltare le proprie emozioni, senza farsi travolgere, migliora la qualità della vita e favorisce un legame armonioso tra la mente, il corpo e l’ambiente in cui si è immersi.
Le emozioni sono essenziali per la nostra esistenza e condizionano ogni aspetto della nostra quotidianità. Sono segnali interni che ci aiutano a comprendere e reagire alle varie situazioni, guidandoci come bussole nelle decisioni, nelle scelte e nei percorsi che riflettono la nostra vera natura. Ad esempio, la paura ci protegge dai pericoli, mentre la gioia ci aiuta a rafforzare le relazioni sociali e a vivere momenti di felicità. Anche la tristezza, sebbene possa sembrare negativa, è importante per superare le perdite e adattarsi ai cambiamenti. La rabbia ci difende dalle ingiustizie, mentre la sorpresa stimola la nostra curiosità e creatività.
Le emozioni sono fondamentali anche nelle interazioni sociali: facilitano la comunicazione non verbale e ci permettono di empatizzare con gli altri, costruendo legami profondi e sinceri. Inoltre, influenzano tono dell’umore e il processo decisionale, che non è mai completamente razionale, ma sempre intrecciato con i nostri stati emotivi. Imparare a gestirele emozioni è vitale per mantenere l’equilibrio psicologico e favorire il benessere.
Proprio per la loro funzione evolutiva, alcune emozioni sono state definite primarie. Si tratta di emozioni di base, che tutti riescono a riconoscere nell’altro, perché si manifestano nello stesso modo a prescindere dalla cultura e dall’apprendimento nella mimica facciale e negli atteggiamenti corporei. Le altre emozioni, che combinano alcune di quelle basilari, vengono ritenute secondarie. Alcune sono già presenti dalla nascita, mentre altre emergono quando, nel corso della vita, devono assolvere funzioni adattative, per esempio nella socializzazione.
Di seguito un approfondimento sulle emozioni primarie e secondarie.
Vuoi imparare a gestire la rabbia? Scopri come fare nel Percorso Terapeutico Come gestire la rabbia disponibile sul nostro store online.
Sebbene siano spesso usate in modo intercambiabile, emozioni e sentimenti non sono la stessa cosa.
Una crisi emotiva è un periodo di intensa sofferenza che può essere scatenato da eventi stressanti, traumi, cambiamenti significativi nella vita o accumuli di tensione psicologica che conducono a un punto di rottura. Durante una crisi emotiva, una persona può sentirsi sopraffatta dalle proprie emozioni, sperimentando ansia, tristezza, rabbia, confusione o disperazione. Questi stati d’animo possono essere così forti da interferire con l’equilibrio psicofisico, influenzando il lavoro, le relazioni e il benessere generale.
I sintomi della crisi emotiva possono includere pianto incontrollabile, attacchi di panico, insonnia, cambiamenti nell’appetito, isolamento sociale e difficoltà di concentrazione. Le persone possono anche sperimentare sintomi fisici come mal di testa, dolori muscolari e stanchezza cronica.
Le emozioni hanno un impatto profondo sia sul corpo che sulla mente.
L’alessitimia è una condizione psicologica caratterizzata dall’incapacità di identificare, comprendere e descrivere le proprie emozioni. Il termine, derivato dal greco, significa letteralmente “mancanza di parole per le emozioni”. Le persone con alessitimia tendono a sperimentare difficoltà significative nel riconoscere le proprie emozioni e nel comunicarle agli altri. Tra i sintomi principali si conta un linguaggio emotivo limitato, con una descrizione dei propri sentimenti come vaghi disagi fisici piuttosto che stati emotivi specifici. Gli alessitimici possono sembrare emotivamente distaccati o indifferenti, poiché faticano a connettersi in profondità con l’altro.
L’alessitimia è spesso associata a una gamma di disturbi psicologici, tra cui depressione, ansia e disturbi psicosomatici. È importante notare che l’alessitimia non è una malattia in sé, ma piuttosto un tratto di personalità che può variare in gravità. La cura dell’alessitimia è fondamentale per ritrovare una profonda sintonia con se stessi e favorire relazioni interpersonali più sane e soddisfacenti.
Le emozioni sono strumenti essenziali per prendere consapevolezza di sé e del proprio stato interiore e, nella visione di Riza, non vanno mai giudicate o combattute. Gioia, rabbia, paura, tristezza e le altre emozioni trovano posto nella nostra psiche e tutte sono importanti poiché sono lo specchio del nostro lato più profondo, dei nostri desideri più autentici.
Le emozioni, infatti, giungono per farci comprendere come agire, per difenderci o proteggerci da pericoli e per aiutarci a prendere la decisione migliore. Se non vengono ascoltate, ma sono represse o mandate via, possono trasformarsi in disagi, sia psicologici che fisici, e non riescono a svolgere la loro funzione evolutiva.
È quindi fondamentale saper gestire le emozioni, anche quelle ritenute spiacevoli, imparando a riconoscerle e a farne delle nostre alleate per poter vivere un’esistenza appagante e in equilibrio con la nostra vera inclinazione.
Se pretendiamo di discriminare tra emozioni positive e negative, combattendo le seconde, cadiamo in una trappola mentale secondo cui tendiamo a mostrare agli altri solo alcuni stati d’animo, quelli che non ci fanno sfigurare troppo secondo i dettami del senso comune. Ma così diventiamo artificiali, innaturali, cioè inneschiamo una condizione molto pericolosa per il benessere psichico. Tutte le emozioni ci sono utili e servono a crescere e a realizzarci pienamente, permettendoci di essere completi e così di dare il meglio di noi stessi. In sostanza, ogni emozione fa emergere qualcosa di profondo e ha un significato fondamentale per la psiche. A questo proposito Raffaele Morelli scrive:
“Non voglio cambiare il mondo interno, ma voglio essere testimone delle onde del mare che vengono a trovarmi: sentimenti ed emozioni che non hanno alcuna permanenza. Continuando a dirci come dobbiamo essere, ci allontaniamo dalla nostra natura originaria”.
Raffaele Morelli, Il Manuale della Felicità, Edizioni Riza.
Di seguito alcuni consigli che, nella visione di Riza ci aiutano a ritrovare l’equilibrio interiore e gestire le emozioni più dolorose in modo da trasformarle in energia utile allo sviluppo della tua unicità.
Gli individui consapevoli delle loro emozioni vivono meglio e in armonia col proprio modo di essere, diventando più sicuri di ciò che realmente provano circa le decisioni da prendere per il proprio benessere.
Daniel Goleman, psicologo e scrittore statunitense, ha usato il termine “intelligenza emotiva” per sottolineare quanto le emozioni influenzino la nostra esistenza e l’importanza di riconoscere le emozioni proprie e quelle degli altri. Ciò ci consente di sviluppare un’altra forma di intelligenza, più individuale, che è l’espressione dei bisogni personali. È quindi fondamentale connettersi con le proprie emozioni, per poter realizzare se stessi, essere felici e favorire legami profondi.
Ecco 3 esercizi pratici per sviluppare l’intelligenza emotiva e migliorare l’alfabetizzazione emotiva, che ti aiutano a riconoscere le emozioni e a ottenere una maggiore autosservazione e consapevolezza dei tuoi stati d’animo, senza farti travolgere o reprimerli.