L’inconscio non vuole che vivi solo in un modo, ma che accogli gli opposti come parti originali di te: così l’oro della maturità ti porta sulla strada giusta.
Nel nuovo numero di AntiAge affrontiamo un tema fondamentale: la trasformazione interiore che accompagna la maturità.
Voglio soffermarmi sul caso di Mirella, una donna di 55 anni. Mirella racconta di aver notato un profondo cambiamento nel suo atteggiamento mentale. Un tempo era una persona aggressiva, permalosa, dura e ferma sulle sue idee. Ora, invece, ha scoperto in sé una dolcezza nuova, una frivolezza inaspettata e una voglia di giocare che prima non le appartenevano. Confessa di essere spaventata: anche chi le sta accanto si accorge che lei non è più la stessa.
Ma è davvero un problema non essere più quelli di prima? Nessuno di noi è venuto al mondo per essere sempre lo stesso e soprattutto, a livello inconscio, noi siamo “doppi”. Per gran parte della vita, una parte di noi prende il sopravvento: possiamo essere rigidi, moralisti, controllati. Ma nell’inconscio c’è un lato opposto, che a un certo punto preme per emergere. Questa dinamica, simile alla Legge del pendolo di Eraclito, ci porta a oscillare tra gli opposti. Per esempio un tempo potevamo essere inflessibili e rigorosi. Ora ci scopriamo più leggeri, più aperti. Come succede a Mirella, iniziamo a perdere il controllo, ma non è un disagio da combattere. Al contrario, questo cambiamento è il segno che qualcosa dentro di noi sta cercando un equilibrio.
La vera felicità nasce proprio dall’incontro e dalla riconciliazione degli opposti. Non possiamo definirci solo buoni, carini o gentili: ognuno di noi ha in sé anche l’Ombra, il lato più duro, oscuro, aggressivo. Rifiutare questa complessità significa rinnegare parti di sé, recitando un ruolo che ne esclude altri. Questa integrazione è visibile anche in altre esperienze.
Giovanna, ad esempio, racconta di essere stata per anni frugale, mangiava di corsa, passava pochissimo tempo a tavola. Adesso, invece, ha ritrovato il piacere per il cibo, godendosi i momenti conviviali.
Questi cambiamenti non sono segnali di un disorientamento, ma del fatto che la maturità sta tracciando nuove strade. Non ci si ferma in un solo angolo della psiche, ma si esplorano territori sconosciuti. La capacità di convivere con i nostri opposti, di integrarli e di lasciarli esprimere, è la chiave per realizzare noi stessi. E proprio questa è la bellezza della maturità: diventare donne sempre più capaci di accogliere tutte le sfaccettature del proprio essere.
Buona lettura!